L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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venerdì 2 settembre 2011

Nei guai per le minacce alle assistenti sociali per stalking

L'Arena.it - Nei guai per le minacce alle assistenti sociali per stalking

L'uomo, preso dagli agenti della mobile, è finito ai domiciliari in attesa del processo
Era alcolizzato e avevano dato in affidamento i due figli di 5 e 6 anni Sono state spintonate e insultate. E una è stata anche schiaffeggiata

30/08/2011
Non si dà pace dall'ottobre scorso quando i suoi figli di 5 e 6 anni sono stati dati in affidamento perchè lui è alcolizzato. E da 10 mesi se la prende con tutti. Anche con le due assistenti sociali del Comune che lui ritiene «colpevoli» di tutte le sue disavventure. Minacce, spinte, danneggiamenti ai beni delle due dipendenti pubbliche durate fino al 4 agosto scorso quando si è arrivati all'episodio-clou. Un uomo di 47 anni, calabrese, ma da anni residente a Verona, se l'è presa anche con un'anziana, assolutamente estranea alla vicenda, che aveva parcheggiato l'auto davanti all'ufficio delle assistenti sociale in via del Capitel. Confondendola per una di loro, ree ai suoi occhi di avergli sottratto i figli, le ha mollato un ceffone e l'ha minacciata di chiamare i suoi amici calabresi per farla sgozzare.
È stato questa ennesima aggressione, segnalata dagli agenti della Squadra mobile, a convincere la procura di Verona a chiedere e ad ottenere l'ordinanza di misura cautelare con l'accusa di stalking per il disoccupato, firmata dal gip Guido Taramelli. Ora il quarantasettenne si trova a casa con la moglie, una veronese di 36 anni, ma senza la compagnia dei figli, inseriti in una struttura protetta dall'ottobre scorso.
La vicenda giudiziaria ha inizio dieci mesi fa quando il tribunale dei minorenni decide di dare in affidamento i figli del quarantasettenne, considerati i suoi seri problemi con l'alcol. A parere degli assistenti sociali del Comune, non poteva offrire una vita decorosa e decente ai due piccoli, costretti a convivere con un padre troppo spesso alterato dal vino. Il giudice dei minori decide così decide di togliere l'affidamento dei figli alla coppia di genitori. È l'inizio dei tormenti per le due dipendenti dei servizi sociali del Comune che avevano segnalato la difficile situazione per i bimbi in quella famiglia.
Per undici mesi, sono volati insulti, spinte, urla con continui richiami «ai suoi amici calabresi» e alla minaccia rivolta alle due assistenti sociali di sgozzarla. Sono così iniziati appostamenti a non finire sotto quell'ufficio di Palazzo Barbieri. Il disoccupato aveva scoperto anche dove abitava una delle assistenti sociali e le persecuzioni erano continuate anche fuori casa di una delle vittime dove si erano ripetute le aggressioni verbali nei confronti della donna. Le due vittime, oramai terrorizzate ed esasperate, erano state costrette a cambiare le loro abitudini di vita così come richiede l'articolo 612 bis del codice penale.
Una delle due aveva chiesto e ottenuto il trasferimento dall'ufficio di via del Capitel mentre la seconda aveva iniziato ad utilizzare l'auto per andare al lavoro invece della bicicletta come usava fare di solito. A bordo della sua utilitaria, poteva gestire meglio la situazione, schiacciando l'acceleratore ogni volta che vedeva il suo stalker.
L'indagato, poi, non si era dato per vinto neanche con le maestre della scuola materna, frequentata dai figli. Durante i 10 mesi di queste «perfomance», una volta era stato sorpreso mentre stava tentando di scavalcare la recinzione dell'asilo e un'altra volta aveva rotto un tergicristallo ad una delle insegnanti dei figli, «colpevole» di non consegnargli i piccoli all'uscita da scuola. Aveva così collezionato una serie di denunce dalle due assistenti sociali e dalla maestra di scuola oltre che, alla fine, dall'anziana colpita da un ceffone ma estranea alla vicenda. Ce n'era abbastanza per procura e gip per infliggere al quantasettenne la misura cautelare degli arresti domiciliari che gli è stata notificata nei giorni scorsi dagli agenti della squadra mobile, coordinati dal dirigente Gianpaolo Trevisi.
Ora l'indagato dovrà attendere il processo ma con la sua condotta non certo ortodossa di questi ultimi mesi ha complicato maledettamente la situazione anche per l'altro procedimento davanti al tribunale dei minorenni sull'affidamento dei figli.G.CH.