Carcere:Il 14 in piazza i sindacati della Polizia Penitenziaria
Il Velino, 9 luglio 2008
"Quando si decide di portare in piazza i lavoratori a luglio, in pieno periodo feriale, significa che la misura è colma e la pazienza esaurita". Con queste parole Angelo Urso, segretario nazionale della Uil Pa penitenziari, commenta la decisione di Cgil, Cisl e Uil del settore penitenziario della Lombardia di manifestare a Milano con un sit-in di protesta davanti a S. Vittore il prossimo 14 luglio dalle 10.
"La manifestazione di Milano è solo la punta di un gigantesco iceberg - continua Urso - composto dal disagio e dal malessere di tutti gli operatori penitenziari italiani. Per questo condivido e sostengo le ragioni della protesta". Protesta che ha come motivazioni di base il sovraffollamento delle strutture e la grave carenza degli organici. Secondo un rilevamento della Uil Pa penitenziari infatti, alla data odierna, il maggior sovraffollamento si registra a Bergamo, Busto Arsizio e S. Vittore (150 per cento), Brescia (120 per cento) ma anche a Monza, Pavia, Varese e Vigevano il dato è significativo (100 per cento).
"In Lombardia oggi sono presenti circa 8.300 detenuti a fronte dei circa 5.400 previsti - rivela Urso - Un sovraffollamento, quindi, che si attesta al 55 per cento a fronte di un dato nazionale del 25 per cento. Alcune strutture, inoltre, sono praticamente esaurite in ogni ordine di posto e ciò comporta oggettive difficoltà. Per quanto attiene la polizia penitenziaria in regione sono previste 5.353 unità ma ne sono presenti solo 4.792, delle quali 539 impiegate fuori dalla Lombardia.
Da ciò ne deriva che la carenza effettiva è di circa 1.100 unità. Per le altre figure professionali il gap organico arriva, in alcuni casi, anche al 70 per cento". Ma i sindacati scendono in piazza anche per denunciare le carenze di mezzi adibiti al servizio delle traduzioni. Del parco mezzi in dotazione alle varie strutture, il 18 per cento è già dichiarato fuori uso, il 6 per cento è ricoverato in officina, il 37 per cento ha oltre 10 anni e il 19 per cento ha un chilometraggio oltre i 170 mila km.
"Sono anni che denunciamo - prosegue il segretario nazionale della Uil Pa penitenziari - come i mezzi adibiti alle traduzioni siano particolarmente fatiscenti, inadeguati e privi delle condizioni minime di sicurezza. Proprio la settimana scorsa due traduzioni in partenza da Monza e S. Vittore si sono interrotte per avaria dei mezzi. Questo significa mettere a rischio la sicurezza pubblica e del personale operante".
"Significativa nella sua assurda drammaticità - sottolinea ancora Urso - la situazione delle autovetture protette (blindate) in uso per le traduzioni dei collaboratori di giustizia. In Lombardia ve ne sono solo tre che devono assicurare il servizio per tutta la regione. Per inquadrare il problema basti pensare che sono tre gli istituti che hanno sezioni per collaboratori e che ogni traduzione non può essere svolta con meno di due autovetture protette. È chiaro dunque che in questa situazione la rabbia e la frustrazione rischiano di diventare ingovernabili.
Ancor più quando parliamo di poliziotti costretti a comprarsi le divise e ad anticipare le spese per i servizi di missione". In questo quadro d’insieme quindi "le prime mosse del governo Berlusconi sono come benzina sul fuoco - conclude il segretario nazionale della Uil Pa penitenziari - Non possiamo passivamente accettare dal governo, che della sicurezza ha fatto più di uno slogan elettorale, il taglio agli organici e agli straordinari, il blocco delle risorse destinate al rinnovo dei contratti. E non voglio dimenticare i provvedimenti del ministro Brunetta che penalizzano tutti gli operatori del settore catalogandoli, di fatto, tra i fannulloni e i nullafacenti. Sicuramente non era questo il modo di affrontare un problema che pure c’è. Confidiamo allora in un’inversione di rotta che possa esaltare meriti e diritti".
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