L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

sabato 18 aprile 2009

Pavia: Uepe in difficoltà; solo 7 assistenti sociali, invece di 21

di Marianna Bruschi

La Provincia Pavese, 13 aprile 2009


Chi si trova in carcere ha bisogno di assistenza. Deve essere seguito, per avere possibilità di reinserimento, quando sarà uscito. Ha bisogno di aiuto anche chi si trova agli arresti domiciliari, chi lavora di giorno e poi passa la notte in carcere. Di tutto questo si occupa il personale dell’Uepe, l’Ufficio esecuzione penale esterna, fino al 2005 conosciuti come Centri di servizio sociale per adulti. Ma tutto questo è anche in un momento di difficoltà.
"Per l’Uepe di Pavia - spiega Massimiliano Preti, della Cgil - sono previste 21 persone a fronte delle sette presenti, di cui una con funzioni di direttore reggente e capo area, due in regime di part-time. C’è una carenza di organico che nei prossimi mesi si andrà ad aggravare con l’astensione obbligatoria per maternità di un’assistente sociale".
Sette persone che lavorano su tutta la provincia di Pavia e su altri 22 Comuni del milanese che però sono di competenza dei tribunali di Pavia, Vigevano e Voghera. L’ufficio dipende dal dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia. La sede a Pavia si trova in via Oberdan, ma il personale lavora negli istituti penitenziari di Pavia, Vigevano e Voghera.
Il lavoro degli assistenti sociali è importante perché ha lo scopo di favorire il reinserimento sociale di persone condannate. Collaborano con la Magistratura di sorveglianza, per cui effettuano indagini sociali per descrivere e valutare la persona e il contesto in cui vive, questa attività in particolare serve alla magistratura per prendere in considerazione misure alternative alla detenzione o pene sostitutive.
L’Uepe collabora anche con gli istituti penitenziari: verificano, per esempio, che chi si trova in semilibertà rispetti il lavoro che svolge all’esterno del carcere. E c’è un lavoro che è ancora più difficile. Gli assistenti sociali mantengono i contatti con le famiglie dei detenuti, con i loro comuni di residenza, li seguono e li aiutano in vista di un loro reinserimento. Tutte attività che in questo momento sono rese più difficili.
"C’è una condizione lavorativa che è ben lontana dall’auspicato benessere organizzativo - spiega ancora Massimiliano Preti - si avverte il conflitto tra il dovere e il volere operare secondo parametri di qualità e quello di non poter rispondere in modo adeguato al mandato istituzionale e professionale". Per questo il sindacato chiede "un intervento urgente", e sta pensando ad azioni di mobilitazione.