L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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giovedì 29 novembre 2007

UIL- PENITENZIARI E BOZZA DI DECRETO INTERMINISTERIALE


Pres. Ettore FERRARA
Capo del D.A.P.
e per conoscenza,
Cons. Riccardo TURRINI VITA
Direttore Generale U.E.P.E – DAP
Ufficio Relazioni Sindacali
D.A.P.
ROMA
In riferimento alla bozza di decreto sulla sperimentazione dei nuclei di verifica di Polizia penitenziaria presso gli UEPE, inoltrata alle OO.SS. con nota 363641 del 22 novembre u.s., si debbono, purtroppo, riformulare le obiezioni già espresse in occasione dell’ ultimo incontro sul tema.
La nuova bozza, di fatto, ripropone le stesse previsioni della precedente in termini di ingerenze tra le diverse figure professionali; di ambiguità rispetto ai criteri generali dell’attività da svolgere; di confusione in materia di strutture, procedure di verifica e di coordinamento.
Analogamente un giudizio assolutamente negativo si esprime in relazione alla selezione e formazione del personale.
Per questa O.S., appare ineludibile redigere un decreto che ponga al centro del progetto le prerogative in materia di sicurezza che appartengono, per norma, al Corpo di Polizia Penitenziaria.
D’altro canto se l’obiettivo è un maggior ricorso alle misure alternative ciò potrà conseguirsi, senza alimentare ulteriori preoccupazioni nella società, solo assicurando questi controlli che oggi, a detta di tutti, sono insufficienti o inesistenti. Per questo un sistema di controllo affidato al Corpo di Polizia Penitenziaria dovrà essere articolato senza inopportune ingerenze.
Conseguentemente riteniamo che occorra porre al centro le prescrizioni contenute nel programma di trattamento e, quindi, il controllo delle stesse e non già il “ programma di trattamento ed inclusione sociale”.
L’attività di controllo, inoltre, deve poter essere esercitata verso tutte le misure alternative al carcere - in forma autonoma e senza condizioni di sorta che, inevitabilmente, potrebbero vanificarne l’efficacia (commi 3 e 4 art.2)-. Ovviamente nella sola fase di sperimentazione il controllo potrebbe essere esercitato solo verso alcune misure alternative.
Coerentemente con quanto già asserito si ribadisce che, per questa O.S., la collocazione di tali Nuclei di Controllo possa essere individuata all’interno dei Nuclei T.P. e posti alle dirette dipendenze dei Direttori degli Uffici Sicurezza presso i PRAP e, quindi, del Provveditore Regionale.
Fermo restando successivi accordi, in materia di selezione del personale, si ribadisce l’opportunità di specificare nel decreto che il personale già in servizio presso gli UEPE abbia diritto a concorrere per l’impiego presso i Nuclei di Controllo.
Per quanto attiene al percorso formativo, pur ribadendo la valenza della formazione stessa, si ritiene che l’accesso ai Nuclei debba avvenire esclusivamente attraverso le risultanze delle graduatorie, redatte in base a criteri condivisi e in linea con quanto previsto dal vigente ANQ, senza che il corso di aggiornamento preveda esami finali e , per di più, attraverso il ricorso
a colloqui selettivi.
D’altro canto l’istituzione di Commissioni aggrava i costi complessivi rinnegando l’orientamento di codesta Amministrazione in tema di razionalizzazione delle spese, come ben sanno gli operatori della polizia penitenziaria e del Comparto Ministeri.
Ben altre, diverse, dovrebbero essere le Commissioni da prevedersi. Di particolare utilità potrebbe rivelarsi l’istituzione di una Commissione preposta all’accertamento del grado di conoscenza di molti Dirigenti Penitenziari in materia di relazioni sindacali e diritti del personale posto alle loro dipendenze, con relativi percorsi formativi e/o di aggiornamento.
Appare opportuno ribadire che l’attività di controllo dei soggetti ammessi a misure alternative rientra nei compiti di attività di polizia che, si presume, il personale della p.p. abbia già nel suo bagaglio professionale perché, si immagina, già formato dalle varie articolazioni di codesta Amministrazione, che non lesina spese in materia di aggiornamento.
D’altro canto non risulta a questa O.S. che gli altri Corpi di Polizia per attendere a tali controlli abbiano predisposto percorsi formativi specifici ….
Dover prendere atto, allora, di reiterate proposte che finiscono per comprimere il ruolo e la professionalità dei poliziotti penitenziari, senza tener conto delle posizioni espresse dalla maggior parte delle OO.SS., ingenera, in questa O.S., dubbi sulla reale volontà da parte di codesto Dipartimento di voler determinare organi di controllo efficienti ed efficaci in grado di rispondere alla domanda di maggior sicurezza dei cittadini che, ci sembrava di aver colto, fosse l’orientamento alla base della proposta stessa formulata dal Ministro della Giustizia.
Per quanto sopra nel riaffermare l’assoluta incondivisione della proposta formulata si resta in attesa di una ulteriore convocazione delle OO.SS. per il prosieguo del confronto.
In attesa di cortese, urgente, riscontro,
Distinti saluti.
Il Segretario Generale
C.Eugenio Sarno