L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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lunedì 26 novembre 2007

COMUNICATO CONFSAL-UNSA

UEPE: il diktat dell’Amministrazione è giunto- archiviate le elezioni delle RSU, ora si scoprono le carte

Nelle assemblee tenute negli UEPE nelle scorse settimane, di cui sono testimoni i numerosi colleghi intervenuti, avevamo facilmente previsto ciò che venerdì 23 novembre si è puntualmente materializzato.
Che tempistica! Ad urne ancora “calde”, durante la conta dei voti delle RSU, la tregua è scaduta: ora che la posta in gioco è al riparo dalle “turbative elettorali” , si gioca a carte scoperte.
Il D.A.P. ha inoltrato l’ennesimo D.M. sull’impiego negli UEPE della Polizia Penitenziaria.
Il peggio è arrivato? purtroppo no.
I tempi di azione sono sicuramente inappropriati e dimostrano che il freno (temporale) finora malcelato era, soprattutto, mal sopportato ed il risultato di strategie politiche.
Si rileva la perentoria modalità di condurre le relazioni sindacali che si evince nel diktat finale imposto dall’Amministrazione che conclude la nota di trasmissione con: “tanto premesso, in assenza di osservazioni, da far pervenire entro 7 giorni dalla ricezione presente, si darà avvio al perfezionamento del decreto”.
Ricordiamo che l’ultimo incontro si era concluso con le parole del Presidente E. Ferrara, che riassumendo le posizioni dei vari sindacati, etichettava gli schieramenti in Organizzazioni sicuramente a favore, contrarie e alcune indecise. Ed aveva aggiunto che senza un ampio consenso avrebbe potuto accantonare il progetto ma tale conseguenza non avrebbe consentito la richiesta di organico di altro personale di Polizia Penitenziaria. Ci viene da pensare che gli indecisi o non erano tali o hanno dato il loro consenso in sede non ufficiali, tant’è.

La CONFSAL UNSA, sindacato coerentemente autonomo, ribadisce la propria contrarietà ad un progetto non utile per motivi del tutto evidenti:
· impropria spesa di risorse a favore di “un’esigenza di controllo” (oggi svolto da altre forze di polizie) rispetto ad un servizio, l’ Ufficio di Servizio Sociale, da anni depauperato di risorse e personale;
· il cedimento ideologico e storico (la legge Gozzini è un esempio ancora oggi per altri paesi europei) dell’Amministrazione verso l’aumento di controllo, esigenza che viene scollegata dalla funzione trattamentale proprio da un dipartimento che ha tecnici di valore che possono rimodulare e novellare in senso ampio, e sullo sfondo di un progetto di rinnovo,l’intervento rieducativo-risocializzante perno dell’esecuzione penale;
· l’inopportuno investimento su un progetto che non appare prioritario in quanto ad oggi l’apporto, che dovrebbe essere svolto dalla Polizia Penitenziaria, è già espletato da forze di polizia locali che conoscono e agiscono sul territorio con una profonda conoscenza dei fenomeni e delle dinamiche locali;
· storno di personale di polizia dall’interno delle carceri, ove l’aumento di ristretti a breve raggiungerà il numero pre-indulto, per un loro improprio inserimento negli UEPE senza un’obiettiva necessità;
· aumento delle dinamiche di contrapposizioni tra personale civile e personale di polizia penitenziaria (non sarà sufficiente l’inserimento di un esperto, peraltro non definito, ex articolo 80 della legge 354/1975;
· dubbia legittimità dello strumento adottato, il DM, rispetto alla normativa vigente di rango superiore.

Ci fermiamo solo per brevità di esposizione. La CONFSAL UNSA ritiene che le ipotesi di partenza del progetto appaiono deboli ed infondate, tale variabile inesorabilmente dovrebbe far recedere dal porre in essere il progetto conseguente. Il ‘buon senso’ non sembra tuttavia prevalere ma le verifiche, se obiettive, non potranno che pesare come un macigno in termini di responsabilità. La recidiva e l’aumentata sicurezza non ci sembrano si possano ridurre con un siffatto impianto. Non si può imporre una ‘riforma forzata e di parte’ a tutto il personale senza aver neppure il consenso della maggioranza delle OO.SS. che rappresentano il personale civile: si lasciano scorie sul terreno prime di incominciare qualsiasi processo costruttivo.

Sul merito del DM, ove siamo invitati ad esprimerci, rileviamo che abbiamo sollevato diverse eccezioni che non sono state recepite, infatti:
· ritroviamo il nucleo negli UEPE e non nei provveditorati;
· all’articolo 1 del DM vengono estese le competenze della polizia penitenziaria in merito a tutte le misure alternative in virtù della legge 395/90 articolo 5, ma da un’attenta rilettura dell’articolo in parola non si ravvisa esplicitamente tale previsione;
· al punto 2, quindi soltanto nella fase di sperimentazione il nucleo ha competenza solo sulla detenzione domiciliare;
· al punto 3 il DM detta addirittura le condizioni in merito alle prerogative del tribunale di Sorveglianza (definite per legge) il quale “può, inoltre, disporre che le attività di verifica indicate al punto 2, sia svolta nei confronti di persone affidate in prova al servizio sociale. Non ci troviamo di fronte ad un ulteriore conflitto di fonti normative;
· all’articolo 1 vengono richiamate le funzioni in termini di esecuzione penale esterna della polizia penitenziaria;
· La premesse ed i compiti del Magistrato di Sorveglianza appaiono delimitate da coloro che ad oggi adempiono all’esecuzione penale, invertendo la prassi ma soprattutto la ratio della norma generale.

Per quanto sopra la CONFSAL-UNSA ha chiesto al DAP la convocazione delle OO.SS. per sanare un operato improprio e inopportuno e per rivedere nella portata complessiva, se non accantonare, un progetto allo stato inefficace ed inutile. Infine, fatto non secondario, l’impianto parziale dell’intervento circoscritto su alcuni sedi pone una discrasia evidente: una disparità di trattamento verso le persone che sono nelle medesime condizioni. Infatti le persone che sono soggette alle misure alternative alla detenzione nelle sedi del progetto saranno oggetto di controlli diversi e maggiori rispetto all’utenza di altri luoghi: non viene vanificato il dettame centrale del nostro sistema giuridico, e non solo, che “la legge è uguale per tutti?

In assenza di un positivo riscontro e, soprattutto, di una maggiore sensibilità dell’Amministrazione verso l’area penale esterna, la CONFSAL UNSA preannuncia l’indizione di un prossimo stato di agitazione di tutto il personale.

Roma,26 novembre 2007

Il Segretario Nazionale
Roberto Martinelli