RdB PENITENZIARI
Un silenzio assordante accompagna la violenza subita dall’Educatore della C.R. di Volterra Maria Bevilacqua.
Per chi non lo sapesse ( sono in molti, dal momento che la tendenza è quella di coprire le responsabilità che a prima vista sono in capo ad una serie di soggetti) l’Educatore di Volterra è stata violentemente percossa da un detenuto, alla fine di un colloquio. Quest’ultimo aveva con sé una padella, e, dopo averla rotta in testa alla collega, ha continuato l’operazione con i pugni. Risultato: 30 giorni di prognosi diagnosticati al Pronto Soccorso per rottura del setto nasale, possibile distacco della retina e conseguenti disturbi visivi. Fatalità così come nessuno aveva visto il detenuto andare a colloquio con una padella, nessuno ha sentito gli strilli della collega aggredita. Tutto questo avveniva in un carcere.
Sempre per onore di verità il detenuto aveva dichiarato un divieto d’incontro con l’educatrice, E TUTTI NE ERANO A CONOSCENZA. Se questo fosse accaduto ad un poliziotto penitenziario, sarebbero già partite le interrogazioni parlamentari, ma si tratta di un Educatore e si dirà che se l’è cercata, perché non ha fatto come molti di abdicare al proprio ruolo, non si è fatta condizionare, ha cercato di avere la sua autonomia, e la risposta è stata quella tipica della peggior galera: è stata massacrata di botte…. Ma Volterra non era un esempio di trattamento avanzato? Un tempo ironicamente si parlava di trattamento, facendo gesti di menar le mani. In questo senso quella Casa di reclusione può essere di esempio agli altri.
I teatri e le cene galeotte dovrebbero servire per far crescere i detenuti, non dovrebbero essere un inutile palcoscenico per chi li organizza. Evidentemente tali attività non hanno cambiato nulla della cultura della galera. Sono quindi inutili
Sappiamo che è in corso un’ispezione, che il detenuto è stato incriminato per tentato omicidio…..ma questo non può essere di consolazione ad una collega massacrata, né a tutti quelli che lavorano onestamente. Sono mesi che richiediamo per il lavoro in carcere il riconoscimento di lavoro usurante, questa non ne è una dimostrazione, o dobbiamo aspettare che qualcuno muoia per riconoscerlo?
Non solo, c’è un bel parlare di Polizia Penitenziaria negli UEPE…. Ma se non sono in grado di proteggere un operatore nell’ambito della struttura ristretta, dove le regole sono tassative e definite… Non dimentichiamo che nessuno si è accorto che il detenuto aveva con sé una padella – oggetto peraltro difficile da occultare – né che la Bevilacqua strillava….. Perché non insegniamo alla Polizia Penitenziaria a fare il proprio mestiere prima di permettere invasioni di campo , peraltro non del tutto né legittime, né corrette.
Questa organizzazione Sindacale dichiara lo stato di agitazione degli Educatori e indice una settimana di protesta, a partire dal 3 dicembre, astenendosi dai colloqui con i detenuti.
Ci aspettiamo quanto prima un segnale concreto di riconoscimento per questo lavoro da parte dell’Amministrazione
IL COORDINAMENTO RdB PENITENZIARI
Roma, 28 novembre 2007
Per chi non lo sapesse ( sono in molti, dal momento che la tendenza è quella di coprire le responsabilità che a prima vista sono in capo ad una serie di soggetti) l’Educatore di Volterra è stata violentemente percossa da un detenuto, alla fine di un colloquio. Quest’ultimo aveva con sé una padella, e, dopo averla rotta in testa alla collega, ha continuato l’operazione con i pugni. Risultato: 30 giorni di prognosi diagnosticati al Pronto Soccorso per rottura del setto nasale, possibile distacco della retina e conseguenti disturbi visivi. Fatalità così come nessuno aveva visto il detenuto andare a colloquio con una padella, nessuno ha sentito gli strilli della collega aggredita. Tutto questo avveniva in un carcere.
Sempre per onore di verità il detenuto aveva dichiarato un divieto d’incontro con l’educatrice, E TUTTI NE ERANO A CONOSCENZA. Se questo fosse accaduto ad un poliziotto penitenziario, sarebbero già partite le interrogazioni parlamentari, ma si tratta di un Educatore e si dirà che se l’è cercata, perché non ha fatto come molti di abdicare al proprio ruolo, non si è fatta condizionare, ha cercato di avere la sua autonomia, e la risposta è stata quella tipica della peggior galera: è stata massacrata di botte…. Ma Volterra non era un esempio di trattamento avanzato? Un tempo ironicamente si parlava di trattamento, facendo gesti di menar le mani. In questo senso quella Casa di reclusione può essere di esempio agli altri.
I teatri e le cene galeotte dovrebbero servire per far crescere i detenuti, non dovrebbero essere un inutile palcoscenico per chi li organizza. Evidentemente tali attività non hanno cambiato nulla della cultura della galera. Sono quindi inutili
Sappiamo che è in corso un’ispezione, che il detenuto è stato incriminato per tentato omicidio…..ma questo non può essere di consolazione ad una collega massacrata, né a tutti quelli che lavorano onestamente. Sono mesi che richiediamo per il lavoro in carcere il riconoscimento di lavoro usurante, questa non ne è una dimostrazione, o dobbiamo aspettare che qualcuno muoia per riconoscerlo?
Non solo, c’è un bel parlare di Polizia Penitenziaria negli UEPE…. Ma se non sono in grado di proteggere un operatore nell’ambito della struttura ristretta, dove le regole sono tassative e definite… Non dimentichiamo che nessuno si è accorto che il detenuto aveva con sé una padella – oggetto peraltro difficile da occultare – né che la Bevilacqua strillava….. Perché non insegniamo alla Polizia Penitenziaria a fare il proprio mestiere prima di permettere invasioni di campo , peraltro non del tutto né legittime, né corrette.
Questa organizzazione Sindacale dichiara lo stato di agitazione degli Educatori e indice una settimana di protesta, a partire dal 3 dicembre, astenendosi dai colloqui con i detenuti.
Ci aspettiamo quanto prima un segnale concreto di riconoscimento per questo lavoro da parte dell’Amministrazione
IL COORDINAMENTO RdB PENITENZIARI
Roma, 28 novembre 2007
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