L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

venerdì 23 maggio 2008

Giustizia- Minniti (Pd):sarà il collasso del sistema giudiziario

L’ Unità, 23 maggio 2008

"Una parte significativa del pacchetto sicurezza è la trasposizione testuale di quanto era contenuto nel pacchetto Amato, che avevamo costruito con un lavoro durato mesi in collaborazione con sindaci e presidenti di Regione".

Ha un rimpianto Marco Minniti, ministro dell’Interno del governo ombra e vice di Giuliano Amato nei giorni del naufragio del pacchetto sicurezza proposto dal governo Prodi. "Aver bloccato quelle norme che rispondevano ad una esigenza reale del paese - spiega - ha fatto sì che toccasse alla destra affrontare quelle questioni, con l’approccio che tutti possiamo oggi valutare. La nostra incapacità ha pesato inevitabilmente anche sul risultato delle elezioni: era chiaro ed evidente che il tema della sicurezza sarebbe stato centrale in campagna elettorale".

Onorevole Minniti, quali sono le parti dei nuovo pacchetto sicurezza "fotocopiate" dal testo Amato?

"Tutta la partita sull’impegno contro la criminalità organizzata, ad esempio, nelle prime bozze non c’era. È stata inserita successivamente e su nostro input, sia le norme che riguardano l’abolizione del patteggiamento in appello per i reati di mafia sia quelle per lo snellimento delle pratiche di confisca dei beni mafiosi. E poi la banca dati del Dna, i nuovi poteri ai sindaci, la cooperazione con le polizie municipali, la distruzione delle merci contraffatte e le norme studiate per la tutela dei minori. Segno che avevamo fatto un buon lavoro, ma è un dato di rimpianto ulteriore. E lo dico anche ai colleghi della sinistra radicale che allora non compresero sino in fondo l’importanza di queste norme. Noi non siamo riusciti a produrre un risultato serio, pur avendo capito l’importanza della partita".

Nel testo licenziato mercoledì, però, c’è molto altro. E di differente. Specie in materia di immigrazione…

"La cosa che divide in maniera netta le loro scelte dalle nostre è il modo di intendere la lotta all’immigrazione clandestina e alla criminalità. Noi la riteniamo fondata su due binari paralleli: quello della integrazione di coloro che vengono per lavoro e quello dell’allontanamento di quanti invece delinquono. Il governo Berlusconi, seguendo la strada del reato di immigrazione clandestina, ha scelto di cavalcare una bandiera politica più che uno strumento davvero efficace. Si mette sullo stesso piano tanto gli immigrati irregolari che delinquono quanto quelli che invece lavorano e hanno una casa".

Hegel direbbe che è la notte dove tutte le vacche sono nere…

"Esattamente. Quando mi oppongo all’introduzione del reato di immigrazione clandestina non lo faccio per motivi ideologici, come dice Maroni. Anzi, io vedo molta ideologia nella loro proposta. Il mio è un no che nasce da due elementi fondamentali: quel reato, per come è proposto, è inefficiente e controproducente".

Andiamo per ordine. Perché inefficiente?

"Dire che la clandestinità è un reato significa passare dall’allontanamento per via amministrativa a quello per via giudiziaria, trasferendone la competenza al sistema giudiziario italiano con i suoi tempi, e soprattutto le sue regole: che prevedono tre gradi di giudizio. Per cui nessuno potrà più essere espulso prima della sentenza definitiva espressa dalla Cassazione. Pensiamo soltanto a quanto tempo ci vorrà prima che l’allontanamento diventi effettivo, se poi lo sarà mai. Tutto questo senza parlare del rischio collasso di un sistema giudiziario già gravemente in difficoltà. Un pericolo peraltro denunciato anche dall’Associazione Nazionale Magistrati".

E perché controproducente?

"Perché è uno strumento cieco, che mette insieme cose che insieme non possono stare. Mette insieme gli immigrati che sono già in Italia, che lavorano ed hanno una casa (come prescrive la Bossi-Fini), con coloro che compiono reati. Le badanti con i clandestini che fanno gli scippi o compiono gli stupri. Questo significa che se ospito a casa mia una badante irregolare posso essere perseguito per il reato di favoreggiamento, come se io fossi trafficante di uomini. Un rischio che riguarda i cittadini comuni, dobbiamo dirlo con chiarezza. Prendiamo la misura della confisca degli appartamenti affittati ai clandestini: per la norma sono sullo stesso piano la vecchietta che affitta una stanza alla colf extracomunitaria e senza permesso di soggiorno agli aguzzini che cedono un materasso a 200 euro al mese in una camera con altre venti persone. Gente che si arricchisce sfruttando la disperazione dei più deboli".