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giovedì 22 maggio 2008

Giustizia/Sicurezza: Chi è preoccupato dal ''pacchetto sicurezza''

Il timore del Cir e dell'Unhcr: i rifugiati e richiedenti asilo avranno delle grosse difficoltà Il "pacchetto sicurezza" approvato ieri dal primo Consiglio dei ministri del nuovo governo Berlusconi (leggi), e in particolare le misure per contrastare l'immmigrazione clandestina, non convincono, e preoccupano, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), né il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR).
L'attuazione del cosiddetto "pacchetto sicurezza", potrebbe portare all'introduzione di alcune misure particolarmente restrittive per quanto concerne il diritto d'asilo. Questa la preoccupazione espressa dall'Unhcr. Tra le modifiche alla legislazione vigente, ricordano dall'Unhcr, figurerebbe l'abolizione dell'effetto sospensivo del ricorso avanzato dal richiedente asilo che, in prima istanza, abbia ricevuto una decisione negativa alla sua domanda di protezione. Un richiedente asilo la cui domanda non è stata accolta dalla Commissione Territoriale competente potrebbe quindi essere espulso prima di avere la possibilità di presentare un ricorso o comunque prima che il tribunale competente si sia pronunciato. In tal modo, il ricorso perderebbe completamente la sua efficacia.

Secondo l'Alto Commissariato per i Rifugiati "tale modifica alla legislazione italiana in materia d'asilo si porrebbe in netto contrasto con uno dei princìpi fondamentali del diritto, nonché con quanto stabilito dall'articolo 13 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, ove si enuncia che 'ogni persona ha diritto ad un ricorso effettivo davanti ad un'istanza nazionale'. La direttiva comunitaria sulla procedura di asilo, inoltre, definisce la possibilità di un 'rimedio effettivo dinanzi a un giudice' come 'principio fondamentale del diritto comunitario'". Una decisione errata in prima istanza può comportare conseguenze gravi ed irreparabili per il richiedente asilo espulso nel suo Paese d'origine.
L'Alto Commissariato ha chiesto quindi al Governo italiano di riconsiderare le restrizioni introdotte nel "pacchetto sicurezza" concernenti l'effetto sospensivo del ricorso. I richiedenti asilo, secondo l'Unhcr, prima di essere eventualmente espulsi o respinti, dovrebbero poter avere accesso ad un ricorso efficace, come previsto dal diritto europeo ed internazionale.
Uguale la preoccupazione del Consiglio Italiano per i Rifugiati. "Ad ogni ladruncolo in sede penale viene data una seconda opportunità, che viene invece negata al potenziale rifugiato che potrebbe essere vittima di persecuzioni e in molti casi di tortura nel suo Paese d'origine", ha commentato Savino Pezzotta, Presidente del Cir.
Secondo le statistiche europee, ricordano dal Cir, ben il 30% delle richieste d'asilo vengono accolte solo in seconda istanza. La modifica al decreto legislativo entrata in vigore neanche 3 mesi fa, prevede infatti che il richiedente asilo dopo aver avuto luna risposta negativa alla sua istanza debba subito rimpatriare per poi, magari, presentare un ricorso dal suo paese d'origine. "Queste modifiche proposte - ha detto ancora Pezzotta - sono del tutto inaccettabili: vanno addirittura indietro rispetto alla Bossi-Fini del 2002, dove almeno una possibilità di riesame veniva garantita".
"Per la prima volta in Italia - hanno affermato dal Cir - verrà anche abolita la libertà di circolazione sul territorio nazionale, in aperto contrasto con le norme europee".

Sempre secondo le modifiche proposte, "molti potenziali rifugiati si troveranno rinchiusi nei Centri di permanenza temporanea. Infatti, qualora il richiedente asilo presenti la sua domanda di protezione dopo un atto di respingimento o di espulsione, avuto per qualunque motivo, dovrà essere trattenuto nei Cpt".
Nella realtà odierna un gran numero di cittadini stranieri che arrivano, per esempio, a Lampedusa ottengono un respingimento prima ancora di aver avuto possibilità di chiedere asilo. Vista l'impossibilità di arrivare legalmente in Italia la stragrande maggioranza dei richiedenti asilo arriva in modo forzatamente irregolare attraverso gli sbarchi sulle nostre coste. Il Cir si chiede dunque se è veramente intenzione del governo di riempire i Cpt di tali persone. "Solo pochi giorni fa - hanno infine ricordato dal Consiglio Italiano per i Rifugiati - il Ministro Maroni aveva dichiarato che non era sua intenzione restringere il diritto d'asilo. Vogliamo tuttora credere che si mantenga questa linea e che la modifica della procedura d'asilo venga semplicemente cassata".

da www.aise.it