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venerdì 23 maggio 2008

Giustizia/Carcere- Alfano:colpiremo i criminali, ma servono più carceri


di Liana Milella

La Repubblica, 23 maggio 2008

La "sua" Sicilia, Palermo, l’anniversario della morte di Falcone. Oggi Angelino Alfano affronta una prova difficile per un Guardasigilli targato Forza Italia. I magistrati antimafia, i parenti delle vittime, la città degli onesti. Lui non ha preoccupazioni, neppure per le critiche che arrivano al governo per il pacchetto sicurezza. "Norme pienamente costituzionali", anche il reato d’immigrazione clandestina. "Fatte per rispondere alla paura della gente che la sinistra sottovaluta". "In linea con la Ue". A Repubblica Alfano annuncia che lavorerà "per rendere più netta la distinzione delle funzioni tra giudice e pm". E della Franzoni dice: "Da padre ho sperato fosse innocente".

È vero, come scrive Liberazione che nel pacchetto c’è "solo un cenno alla grande criminalità" a fronte di "una guerra aperta a poveri e migranti"?

"Stiamo scherzando? Dirlo è veramente incredibile. Ho appena finito d’illustrare al vice ministro della Giustizia Usa Mark Filip le nuove misure contro la mafia. Otto articoli su 30 sono dedicati a questo. Per la prima volta si completa il disegno strategico di Giovanni Falcone".

Citare questo magistrato è impegnativo. Di che si tratta?

"Le misure di prevenzione, fondamentali perché colpiscono i patrimoni mafiosi, rientreranno tra i poteri della Superprocura che potrà applicare i magistrati presso le singole procure antimafia per seguirne l’esito. Non basta. Passa ai prefetti la competenza di decidere sui beni confiscati per renderli subito fruibili e colmare l’insopportabile intervallo che finora c’è stato tra la confisca e l’effettivo reale riutilizzo del bene. La confisca sarà possibile dopo la morte del proprietario. Si blocca la trafila dei prestanome. Le misure di prevenzione patrimoniali si potranno applicare indipendentemente da quelle personali. Altro che niente, questo è un sistema di regole di straordinaria efficacia e d’immediato impatto nella lotta alla mafia. Per giunta operative nel giro di ore".

Pugno duro contro gli stranieri. È uno "scempio dello stato di diritto" come dice Giuseppe Di Lello, giusto un ex del pool di Falcone? Forza Italia dimentica il garantismo e si schiaccia sull’intransigenza leghista?

"Bisogna rispettare le regole d’ingresso nel nostro Paese e ammettere che finora il sistema ha fatto acqua. Dire che chi entra illegalmente in Italia, ripeto il-le-gal-men-te, e viola le nostre leggi commette un reato non mi pare né dissacrante, e neanche fuori di senno. Basti pensare che finora era prevista una condanna a 10 anni per l’espulsione dello straniero, che doveva aver commesso reati gravissimi. È l’esempio plastico di come il sistema ha fallito".

E dove mette le proteste di Pax Christi che chiede a Napolitano di non controfirmare il decreto?

"Ma infatti il reato di immigrazione è nel ddl, che approveremo contestualmente al decreto ed entrerà in vigore dopo il voto favorevole del Parlamento, che avrà modo di dibattere e pronunciarsi liberamente sull’argomento. Ho percepito una grande sottovalutazione, in molti ambienti della sinistra, del bisogno di sicurezza dei cittadini. I tanti che ci hanno accusato di cavalcare la paura dovrebbero riconoscere di aver sottovalutato l’ansia, anzi direi la paura vera e propria di tanti italiani che fino a oggi non hanno sentito lo Stato come soggetto in grado di tutelare la loro sicurezza personale".

Chi ha ragione sul reato d’immigrazione clandestina? D’Alema che lo definisce "incivile e giuridicamente insostenibile", le toghe di Md che gridano al "grave strappo costituzionale" o Maroni?

"Ascolterò gli argomenti a favore dell’incostituzionalità, posto che esiste un principio di sovranità di uno Stato e di adesione ai trattati e alle regole internazionali, e che gli uni e gli altri vanno rispettati. Se c’è una legge che regola gli ingressi in Italia, e viene violata, perché sarebbe contro la Costituzione qualificare come reato la violazione?".

Non si violano i diritto dell’uomo se si tiene in un Cpt un clandestino per 18 mesi?

"Per noi è fondamentale riconoscere il clandestino, dargli un nome e un cognome, sapere con chi abbiamo a che fare. La casistica di questi anni dimostra che lo stesso soggetto magari ha commesso svariati reati in momenti e circostanze differenti, cambiando nome e generalità. Ci sono soggetti con decine di "alias". Abbiamo il dovere di individuarli e bloccarli. Nei Cpt resterà a lungo solo chi si rifiuterà ostinatamente di farsi identificare".

L’aggravante fino a un terzo per i reati commessi dai clandestini viola il principio di uguaglianza?

"Le norme sono equilibrate. L’aggravante c’è solo per chi delinque e si trova in stato di clandestinità. È ovvio che l’uguaglianza non viene violata".

Ha già fatto due conti sulle carceri che esploderanno? Pensa a un altro indulto o a costruire più istituti penitenziari?

"Le carceri devono offrire un regime di vita tollerabile e agevolare la funzione rieducativa della pena. L’effetto post indulto si è fatto sentire e ora bisogna certamente costruire nuove carceri".

Tra chi si schiera con le badanti e chi è sospettoso come Maroni da che parte sta?

"È una questione di legalità. Non siamo favorevoli a sanatorie, ma non possiamo certo confondere la badante con chi delinque".

Tra Maroni e La Russa sull’esercito per pattugliare le città chi sceglie?

"Sono per rafforzare le figure del poliziotto e del carabiniere di quartiere, un’idea che ha funzionato e va potenziata così com’è".

Dov’è finita l’annunciata stretta sulla Gozzini?

"Per ora si soprassiede, dobbiamo rifletterci meglio".

Giustizia lenta: bastano più riti direttissimi e immediati per sveltirla?

"Di certo danno una mano d’aiuto. È un’ottima idea che chi venga arrestato in flagranza finisca subito davanti al giudice. Ma ovviamente il sistema giustizia ha bisogno di riforme ancora più organiche su cui ci stiamo già mettendo al lavoro".

Il recupero del patteggiamento per i processi già iniziati che poteva favorire Berlusconi, poi saltato per il niet di Maroni, era suo?

"Berlusconi non c’entra niente e si trattava di una norma presentata da Prodi nel maggio del 2007, all’articolo 20 del ddl 2664, quello che elencava misure per accelerare i processi".

Magistrati al ministero: è vero che li manderà via tutti?

"Non ci penso proprio".

Giudici e pm: è per la separazione delle carriere?

"Sono per un rafforzamento della distinzione delle funzioni nella magistratura, come avviene in tutti i paesi europei. Ma di questo, e di un’altra serie di questioni importanti, parlerò con i magistrati".

Martedì andrà al Csm: vuole mantenere la sezione disciplinare dentro il Consiglio o è per un’Alta corte?

"Ci vuole una riforma delle norme in tema di responsabilità penale e civile dei magistrati. E badi che questo è un virgolettato tratto dal nostro programma di governo".

Cos’ha provato alla notizia del carcere per la Franzoni? Una mamma con un figlio di 4 anni deve stare in galera?

"Inutile negare di aver confidato e sperato nell’innocenza. Da padre mi sono sempre augurato che l’omicidio non fosse ascrivibile a lei".