L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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martedì 17 giugno 2008

Carcere/Giustizia: quando la parola d’ordine diventa "tutti dentro!"

di Stefano Olivieri

Aprile on-line, 17 giugno 2008

Magistrati, giornalisti, clandestini, manifestanti e scioperanti. Di giorno in giorno si allunga la lista dei candidati alle nostre carceri mentre fra le pieghe dei vari decreti emanati spuntano immancabili le emergenze personalissime del nostro premier. "Ce lo chiede la gente!" è il refrain, la parola d’ordine diffusa dal governo, ma abbiamo qualche dubbio che il popolo delle libertà sia così bene informato delle turbolenze giudiziarie del proprio beniamino da accettare senza neanche discutere l’ennesima raffica di provvedimenti ad personam.

Certo dipende da che cosa intende Berlusconi, quando parla di gente comune. Prendiamo le intercettazioni, per esempio. Non mi risulta che il fruttarolo sotto casa sia interessato, anche se le sue albicocche costano troppo e sanno di sapone. Non fa nemmeno il servizio a domicilio, se lo intercettano tutt’al più troveranno la moglie che gli chiede quando buttare la pasta. Lo stesso dicasi per il benzinaio da cui mi servo, che è vero che coltiva abusivamente lattuga e pomodori nella piazzola retrostante l’area di servizio, ma quando arrivo lo trovo sempre lì, gentilissimo, con la pompa in mano e il sorriso sulle labbra. E poi i pomodori se li mangia lui, mica li vende. Poi ci sarebbe la portiera del palazzo, ma quella lì le intercettazioni le fa ancora alla vecchia maniera, origliando dietro la porta a vetri della portineria. Chi è dunque "la gente" di cui parla Berlusconi, che poi sarebbe la stessa che spinge La Russa a mescolare l’esercito alla polizia nelle strade. Il ministro ha detto che lo fa per scongiurare le ronde dei cittadini, benissimo. Ma chi ha lanciato per prima l’idea delle ronde? Non è stata forse la Lega, alleata di La Russa e di Berlusconi?

E chi è la gente che consiglia cautela al governo nella applicazione del decreto sicurezza nei cantieri, mentre nel nostro paese continuano a morire sul lavoro più del doppio degli operai rispetto al resto d’Europa? E visto che ci siamo, quale gente, quali elettori hanno consigliato i nostri rappresentanti governativi ad approvare - e il voto della destra italiana è stato determinante - la riforma europea dell’orario di lavoro che anziché ridurre dilata fino a sessanta ore settimanali l’impegno dei nuovi schiavi?

Non sanno forse che la prima causa delle morti bianche è proprio lo stress, la fatica, oltre che l’inadeguatezza degli impianti di sicurezza e il mancato rispetto delle norme? Come fa sacconi a parlare di "straordinario piano di formazione" indirizzato evidentemente agli ignoranti e incauti operai mentre si minimizza e si tace sulle sanzioni da applicare ai datori di lavoro ? Ma che razza di gente si è andata a cercare il governo per avere l’appoggio popolare per queste norme schifose?

"Carcere per cinque anni!" ha tuonato con soddisfazione il premier annunciando giorni fa il suo provvedimento sulle intercettazioni. Esattamente - guarda caso - tanti quanti sono quelli della sua legislatura, aggiungiamo noi. Giusto per non essere infastidito nel suo impegno, nel suo sacrificio personale e disinteressato per curare l’Italia. Salvo naturalmente qualche bonbon ogni tanto per addolcire un po’ l’impegno, tipo l’emendamento sulle intercettazioni che gli preme per quell’affare con l’avvocato Mills e quella maledetta chiacchierata con Saccà.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Lui il pelo se lo è fatto ricrescere e il vizio non lo ha perso mai, e lo diffonde. Il ministro Sacconi annuncia norme anti sciopero, La Russa schiera l’esercito nelle piazze, Alfano pronto ad arrestare magistrati e giornalisti che si macchieranno del nuovissimo reato di informare la gente su scandali tipo il Santa Rita di Milano. Ci si è messa perfino la Gelmini con la circolare sul recupero dei debiti formativi degli studenti anticipato al 31 agosto, giusto per rovinare le ferie obbligate degli operai nelle fabbriche, che come è noto chiudono solo in quel mese. Già, ma non si tratta evidentemente della stessa gente che interessa a Berlusconi, che pure dovrebbe essere il presidente di tutti. Ha ragione Sartori, in Italia non c’è bisogno di un colpo di stato per instaurare un regime, basta svuotare dall’interno la cassa dei valori e dei diritti costituzionali. Alla chetichella, con destrezza, come fanno i bravi rapinatori. Così mentre la gente si gusta al Tg1 la notizia delle nozze di Briatore con la Gregoraci, da un giorno all’altro il nostro paese cambia e torna indietro. Mentre l’inflazione avanza a due cifre e mette in ginocchio le famiglie, mentre i furbi tornano ad essere ancora più furbi, mentre sul lavoro si perdono i diritti e si muore sempre più spesso.

Finiranno per "normalizzare" a loro uso e consumo questo paese, con discrezione e pugno di ferro. Negando voce e visibilità al dissenso, facendo tintinnare le manette come ai bei tempi, quando i treni arrivavano in orario perché c’era lui. Nessuno naturalmente saprà dire quando, come e perché è avvenuta la trasformazione, visto il nuovo calmiere applicato a giustizia e stampa, e se aspettiamo l’opposizione stiamo freschi, anzi al fresco data la nuova disciplina sulla giustizia. Perché il problema grave oggi è proprio questo: chi suonerà la sveglia? Chi convocherà la prima manifestazione nazionale per rigettare con sdegno questo indecoroso avvio di legislatura? Chi ricorderà a Berlusconi che almeno 17 milioni di italiani non lo hanno votato? Qualcuno deve pur farlo.

Dopo la sconfitta del 2001 fu il tamtam spontaneo della rete che fece nascere la manifestazione del Palavobis a Milano. Ebbene penso si debba proprio fare di nuovo e in fretta, perché la politica dei cittadini non può aspettare più di tanto. Diamoci una data entro questa estate. Io propongo quella del 13 di luglio, che quest’anno cade di domenica. È la stessa data in cui nel 1994 il ministro Biondi emanò la legge "salva ladri". Se si vuole si può fare, per fortuna internet non l’hanno ancora chiusa.