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lunedì 16 giugno 2008

Giustizia/Carcere- Pdl: e ora via i benefici ai carcerati

di Concetto Vecchio

La Repubblica, 15 giugno 2008

Ecco il Ddl che cancella la Gozzini. Petizioni e proteste tra i detenuti. Contrarie anche alcune vittime dei reati: "Sarebbe solo un danno per la società".

Legge Gozzini verso l’addio. Il Presidente della Commissione Giustizia al Senato, Filippo Berselli (An), ha presentato nei giorni scorsi un disegno di legge che ridimensiona sensibilmente i benefici di legge e gli sconti di pena per i detenuti. Sei articoli per cambiare tutto: semilibertà dopo avere scontato due terzi della condanna e non la metà; affidamento ai servizi sociali solo se la pena non supera un anno e non più tre; cancellazione della liberazione anticipata, che riduce le condanne di 45 giorni ogni sei mesi nei casi di buona condotta; concessione dei domiciliari se rimangono da scontare due anni e non quattro; niente più semilibertà agli ergastolani e permessi concessi dopo vent’anni di detenzione e non dieci. E infine, uscita dalla prigione a 75 anni, invece che a 70, "considerato il lieto allungarsi della vita umana".

In alcune Case di Reclusione è partita una raccolta di firme per contestare le modifiche. La Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia (8 mila operatori carcerari) annuncia una mobilitazione che punta a coinvolgere Sindacati e Polizia Penitenziaria.

Anche le vittime dei reati non nascondono le loro perplessità. Manlio Milani, Presidente dell’Associazione di Piazza della Loggia: "Così si riducono gli spazi di speranza e quindi le possibilità di recupero. Firmerò anch’io". "Lo spirito della Gozzini è ancora valido, non sempre il carcere è il luogo del ravvedimento", ragiona Olga D’Antona, parlamentare del Pd. "Sono per rivedere la norma che consente i patteggiamenti per i reati da ergastolo, e non nego che in passato ci siano state liberazioni anticipate che hanno suscitato giustamente allarme nell’opinione pubblica e tuttavia bisogna valutare caso per caso".

"Io so cos’è la prigionia", premette Giuseppe Soffiantini. "Chi è in carcere va trattato con umanità. Ai detenuti dico: "Sarete liberi quando avrete imparato a non fare agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi". Silvia Giralucci, figlia del militante missino Graziano, la prima vittima delle Br nel 1974: "Rivedere in senso restrittivo i benefici sarebbe un danno per la società. I percorsi di reinserimento graduale non sono un regalo, ma un modo per fair sì che i delinquenti escano idealmente migliori di quando ci sono entrati. È nell’interesse di tutti, anche di chi come me è stato vittima di reati gravi, restituire individui che sono in grado di iniziare una vita diversa". Di converso Roberto Della Rocca, vice dell’Associazione vittime del terrorismo, sostiene che la norma "ha concesso troppe scappatoie".

I pro Gozzini citano una ricerca del Ministero della Giustizia: il 19% di chi ha usufruito di pene alternative è tornato a delinquere nei sette anni successivi; percentuale che sale al 70% per chi ha trascorso in galera tutta la condanna "Questo disegno di legge - rintuzza Berselli - mira a recuperare certezza ed effettività della pena. I giudici irrogano quasi sempre al minimo, la pena effettiva da scontare di rado supera i tre anni e quindi ben pochi condannati finiscono in carcere". E cita il caso del terrorista Cristoforo Piancone, che aveva rapinato il Monte dei Paschi di Siena lo scorso mese di novembre, mentre si trovava in semilibertà.