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sabato 19 luglio 2008

Giustizia- Sicurezza; guerra delle cifre e "balletto" delle colpe

La Repubblica, 18 luglio 2008

di Vladimiro Polchi

Alle forze dell’ordine, il Governo con una mano dà, con l’altra toglie. Da un lato assicura 400 milioni di euro una tantum, dall’altra toglie oltre due miliardi e mezzo di finanziamenti in tre anni. Insomma, dare oggi, per togliere domani. I sindacati delle forze dell’ordine non ci stanno: "I tagli alla sicurezza rischiano di dimezzare il numero di volanti in circolazione e di far saltare livelli minimi di sicurezza".

Per questo, ieri mattina migliaia di poliziotti, carabinieri, finanzieri, forestali, vigili del fuoco e militari, hanno manifestato davanti a questure e prefetture di tutta Italia.

Sulla questione dei tagli alla sicurezza si gioca tra maggioranza, opposizione e sindacati una guerra di numeri. Comincia il governo. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, spiega che la manovra all’esame della Camera, dà 400 milioni al settore sicurezza. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, si spinge oltre: "Stimiamo una cifra superiore al miliardo di euro". Diversa la versione dei sindacalisti. Il sacrificio del comparto sicurezza ammonterebbe ad oltre un miliardo di euro: tra tagli triennali di spesa (oltre 538 milioni) e quinquennali al personale (527 milioni). La conseguenza è, per la polizia di Stato, una riduzione del personale di 6.689 uomini, da qui al 2012. Tradotto: a Roma verrebbero tagliate tre volanti sulle attuali 13; 2 su 9 a Palermo.

E ancora: nella capitale chiuderebbero 12 commissariati su 47; a Palermo 2 su 8. A questi "sacrifici", andrebbe aggiunto un altro miliardo e mezzo di tagli di spesa alla Difesa. In tutto, secondo sindacati di polizia e Cocer, "è stata prevista la riduzione complessiva nel triennio dell’organico delle Forze di polizia e delle Forze armate di circa 40mila uomini, sia per il mancato turnover del personale che perla nefasta previsione di sospensione volontaria dal servizio e collocamento coatto in pensione per anzianità contributiva".

Quanto ai 400 milioni promessi da Tremonti, "100 finiranno alla polizia locale - sostiene Claudio Giardullo del Silp-Cgil altri 100 serviranno perle assunzioni nel 2009 di ben 6 corpi, per un totale di 2.700 assunzioni. Pochi, se consideriamo che un solo corpo, quello della polizia, nel 2009 perderà 1.611 uomini.

Gli altri 200 vengono ricavati da fonti non stimabili con facilità e variabili, come quelle della confisca dei beni mafiosi. Soldi che, tra l’altro, spetterebbero anche alle vittime della mafia".

Accanto alla guerra dei numeri, c’è poi il balletto delle colpe. Roberto Maroni punta il dito contro il precedente esecutivo: "Le difficoltà - ammette il responsabile del Viminale - ci sono, ma sono colpa della legge finanziaria 2008 del governo Prodi, che ha tagliato 8 miliardi".

Replica il ministro dell’Interno del governo ombra, Marco Minniti: "Il taglio annunciato ammonta a quasi tre miliardi e mezzo e la correzione promessa con il maxi-emendamento si rivela invece un appesantimento di altri 116 milioni di euro". Sulla polemica interviene anche l’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia: "I governi Berlusconi II e III - sostiene il segretario Enzo Marco Letizia - avevano già tagliato i fondi destinati alla manutenzione dei mezzi per 101 milioni di euro; i fondi per la sicurezza stradale, per 2 milioni di euro; i fondi per la Direzione Antimafia per 27 milioni di euro".

"Dopo la prova di forza di ieri, con presidi in tutta Italia - dichiara Giorgio Innocenzi, segretario nazionale della Consap - lo stato di agitazione del comparto sicurezza prosegue, perché è indispensabile anche una drastica cura dimagrante della macchina Viminale, che riduca drasticamente la pletora di dirigenti e personale profusa in dipartimenti, direzioni centrali ed uffici". Richieste che i sindacati porteranno sul tavolo del ministero dell’Interno, all’appuntamento con Maroni di mercoledì prossimo.