Giustizia: Di Somma (Dap); presto i detenuti saranno 62 mila
Redattore Sociale - Dire, 15 novembre 2008
Il vicedirettore del Dap al convegno della Conferenza volontariato in carcere: "Personalmente non vedo la possibilità di sbloccare questo continuo ingresso. Ma intanto si potrebbe debellare il fenomeno degli arresti e scarcerazioni in pochi giorni".
"Dai 38 mila detenuti che si registravano subito dopo l’indulto siamo di nuovo ritornati a una presenza di 58 mila detenuti circa nelle carceri italiane e ci avviamo presto verso la cifra dei 62 mila. Io personalmente non vedo la possibilità di sbloccare questo continuo ingresso e credo comunque che sia arrivato il momento di dire che la presenza di detenuti nelle carceri italiane si stabilizzerà sui 60 mila, un po’ come succede in Francia".
Lo ha detto oggi Emilio Di Somma, vicedirettore del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria), partecipando al convegno organizzato dalla Conferenza nazionale del volontariato penitenziario che ha presentato la sesta rilevazione sulla presenza dei volontari nelle strutture detentive italiane.
Di Somma ha spiegato che ci sono molte cause concomitanti a determinare l’aumento del flusso di detenuti e ha anche confermato il fatto che l’amministrazione penitenziaria deve fare i conti con l’esistente, senza immaginare eventuali bacchette magiche, anche perché, ha spiegato Di Somma "mi sembra altamente improbabile qualsiasi provvedimento di clemenza a breve termine".
Per quanto riguarda le cose possibili da fare il vicedirettore del Dap ha spiegato che, anche se si applicassero le norme del braccialetto elettronico e delle espulsioni, s’intaccherebbe di poco sul numero complessivo perché si tratterebbe tutto sommato di 2 mila unità circa.
Il problema è quindi fare i conti con l’esistente e mettere mano prima di tutto alla riorganizzazione interna dell’Amministrazione Penitenziaria e a un’attenta gestione degli spazi disponili. Si è infatti di fronte al paradosso che i posti disponibili sono spesso anche inferiori a quella capienza minima di 42 mila posti definita.
Di Somma ha spiegato che questo succede perché spesso ci sono in corso lavori di ristrutturazione che diminuiscono gli spazi disponibili. L’altra cosa da fare è quella di tentare una diversa distribuzioni dei detenuti nel territorio anche perché la gran parte della popolazione detenuta non ha bisogno di troppi controlli.
Per quanto riguarda la possibilità di rallentare il flusso delle entrate, è ovvio che questo attiene al livello politico, perché si dovrebbero modificare le leggi esistenti; ma senza arrivare a una modifica normativa sono possibili lievi ritocchi alla procedura penale, cominciando dal debellare quel fenomeno degli arresti e scarcerazioni in pochi giorni. "Ci sono molti casi - ha detto Di Somma - di persone che vengono arrestate e stanno dai 2 ai 10 giorni in carcere e poi vengono fatte uscire. Questo crea un grande scompenso nell’organizzazione e crea anche quegli scandali mediatici di casi di detenuti che dormono per terra. Non ci sono detenuti che dormono per terra, ma è certo che ci sono stati casi in cui sono state inserite nelle strutture carcerarie 100 persone in un giorno, quando i posti disponibili erano 80". Il vicedirettore del Dap ha fatto grandi elogi all’azione del volontariato nelle carceri e ha detto: "Non solo li ringrazio ma considero il loro lavoro a volte come sostitutivo rispetto a quello delle istituzioni. Il corretto apporto del volontariato dovrebbe essere aggiuntivo e non sostituto a quello che fa l’amministrazione"
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