LETTERA APERTA AL MINISTRO ALFANO
Eg. Ministro,
L'indomani la Sua nomina abbiamo accolto favorevolmente la convocazione sindacale che ha fissato il 24 giugno u.s. realizzando, forse con troppa immediatezza, che l'oggetto della discussione sarebbe stato esteso anche alle OO.SS. rappresentanti il personale afferente il Comparto Ministeri. Così non è stato, in quanto l'incontro ha visto al tavolo le OO.SS. rappresentative del personale del Corpo della Polizia Penitenziaria e, la settimana scorsa, quelle rappresentanti la Dirigenza penitenziaria.
A tutt'oggi questa mancanza "razionale" non è stata rettificata.
L'incontro, sig. Ministro, oltre il valore etico, Le avrebbe rappresentato in tutta la sua globalità ed interezza la drammatica situazione in cui versa il sistema penitenziario, a ridosso del collasso, dedotto sia dalle condizioni detentive vicino all'implosione in ragione del sovraffollamento degli istituti di pena (siamo ritornati , più o meno, alla situazione del pre indulto ca 1000 unità al mese risultano gli ingressi nel circuito carcerario), sia dalle difficili condizioni operative nell'ambito dell'esecuzione penale interna ed esterna per le carenti risorse economiche e di personale.
E' evidente una situazione critica, dove il disagio trova il suo significato nell'operare quotidiano verso il quale occorrerebbe prestare una attenzione seria e pragmatica, in virtù di una pericolosa idiosincrasia nei confronti della popolazione detenuta, da una parte di addetti ai lavori oltre di una fetta del mondo politico sociale.
Come sopra accennato emerge dalla disamina dei dati oggettivi una perniciosa carenza dell'organico del personale Comparto Ministeri, in difetto di circa 2000 unità, così come si può evincere dal seguente schema:
715 educatori presenti a fronte dei 1376 previsti,
942 contabili presenti a fronte dei 1243 previsti,
1154 Assistenti sociali a fronte dei 1630 previsti,
1945 collaboratori amministrativi a fronte dei 2365 previsti
La matematica, Sig. Ministro, non è una opinione e Lei ne è consapevole.
I numeri sono questi e da questi numeri reali riteniamo necessario avviare una discussione che apra un confronto nel merito, e si renderà conto che la situazione attuale rasenta una pesante drammaticità che diverrà intollerabile con il previsto taglio del 10% delle dotazioni organiche.
E' intollerabile, altresì, che le risorse economiche siano talmente insufficienti da rendere sempre più difficile garantire ai lavoratori diritti derivanti da prestazioni lavorative effettuate oltre l'orario di lavoro e/o da compiti attinenti la specificità professionale, come la retribuzione del lavoro straordinario ed il rimborso delle spese di viaggio derivanti dal servizio di missione che alcune professionalità esplicano in una o più sedi per far fronte alla sopra indicata carenza di organico.
Ma non è tutto. In tale ottica si colloca, altresì, il grido di allarme degli Uffici dell'esecuzione penale esterna dove la mancanza di risorse economiche rischia di bloccare l'attività operativa degli assistenti sociali che si esplica essenzialmente sul territorio inficiandone il mandato istituzionale.
E le prospettive, come vede, non sono certamente ottimistiche.
Infatti, nel settore penitenziario risulta assolutamente devastante l'effetto del DL 112/2008 convertito nella L133/08 che, oltre ad offendere la professionalità e la dignità dei lavoratori, prevede solo per il DAP un taglio netto di circa 133 milioni di euro per il solo 2009, la fetta più alta di riduzione delle risorse imposta dalla manovra finanziaria all'intera amministrazione della Giustizia. Taglio, Sig. Ministro che mette a serio rischio l'intero sistema penitenziario in tutte le sue componenti, nonché l'attuazione di quelle iniziative contrattuali mirate a valorizzare tutte le professionalità ad esso afferenti, mortificate dalle scarse prospettive di crescita e dal mancato riconoscimento del servizio che offrono al paese nel garantire una esecuzione delle pene conforme al dettato costituzionale, un servizio per il quale avremmo auspicato maggior interesse e più impegno da parte delle istituzioni.
Queste, Sig. Ministro, alcune delle ragioni per le quali avremmo voluto incontrarLa.
La Fp Cgil nel manifestarLe la propria disponibilità al confronto, resta in attesa di riscontro e le porge distinti saluti.
La coordinatrice nazionale
Penitenziari - Ministeri
Lina Lamonica
L'indomani la Sua nomina abbiamo accolto favorevolmente la convocazione sindacale che ha fissato il 24 giugno u.s. realizzando, forse con troppa immediatezza, che l'oggetto della discussione sarebbe stato esteso anche alle OO.SS. rappresentanti il personale afferente il Comparto Ministeri. Così non è stato, in quanto l'incontro ha visto al tavolo le OO.SS. rappresentative del personale del Corpo della Polizia Penitenziaria e, la settimana scorsa, quelle rappresentanti la Dirigenza penitenziaria.
A tutt'oggi questa mancanza "razionale" non è stata rettificata.
L'incontro, sig. Ministro, oltre il valore etico, Le avrebbe rappresentato in tutta la sua globalità ed interezza la drammatica situazione in cui versa il sistema penitenziario, a ridosso del collasso, dedotto sia dalle condizioni detentive vicino all'implosione in ragione del sovraffollamento degli istituti di pena (siamo ritornati , più o meno, alla situazione del pre indulto ca 1000 unità al mese risultano gli ingressi nel circuito carcerario), sia dalle difficili condizioni operative nell'ambito dell'esecuzione penale interna ed esterna per le carenti risorse economiche e di personale.
E' evidente una situazione critica, dove il disagio trova il suo significato nell'operare quotidiano verso il quale occorrerebbe prestare una attenzione seria e pragmatica, in virtù di una pericolosa idiosincrasia nei confronti della popolazione detenuta, da una parte di addetti ai lavori oltre di una fetta del mondo politico sociale.
Come sopra accennato emerge dalla disamina dei dati oggettivi una perniciosa carenza dell'organico del personale Comparto Ministeri, in difetto di circa 2000 unità, così come si può evincere dal seguente schema:
715 educatori presenti a fronte dei 1376 previsti,
942 contabili presenti a fronte dei 1243 previsti,
1154 Assistenti sociali a fronte dei 1630 previsti,
1945 collaboratori amministrativi a fronte dei 2365 previsti
La matematica, Sig. Ministro, non è una opinione e Lei ne è consapevole.
I numeri sono questi e da questi numeri reali riteniamo necessario avviare una discussione che apra un confronto nel merito, e si renderà conto che la situazione attuale rasenta una pesante drammaticità che diverrà intollerabile con il previsto taglio del 10% delle dotazioni organiche.
E' intollerabile, altresì, che le risorse economiche siano talmente insufficienti da rendere sempre più difficile garantire ai lavoratori diritti derivanti da prestazioni lavorative effettuate oltre l'orario di lavoro e/o da compiti attinenti la specificità professionale, come la retribuzione del lavoro straordinario ed il rimborso delle spese di viaggio derivanti dal servizio di missione che alcune professionalità esplicano in una o più sedi per far fronte alla sopra indicata carenza di organico.
Ma non è tutto. In tale ottica si colloca, altresì, il grido di allarme degli Uffici dell'esecuzione penale esterna dove la mancanza di risorse economiche rischia di bloccare l'attività operativa degli assistenti sociali che si esplica essenzialmente sul territorio inficiandone il mandato istituzionale.
E le prospettive, come vede, non sono certamente ottimistiche.
Infatti, nel settore penitenziario risulta assolutamente devastante l'effetto del DL 112/2008 convertito nella L133/08 che, oltre ad offendere la professionalità e la dignità dei lavoratori, prevede solo per il DAP un taglio netto di circa 133 milioni di euro per il solo 2009, la fetta più alta di riduzione delle risorse imposta dalla manovra finanziaria all'intera amministrazione della Giustizia. Taglio, Sig. Ministro che mette a serio rischio l'intero sistema penitenziario in tutte le sue componenti, nonché l'attuazione di quelle iniziative contrattuali mirate a valorizzare tutte le professionalità ad esso afferenti, mortificate dalle scarse prospettive di crescita e dal mancato riconoscimento del servizio che offrono al paese nel garantire una esecuzione delle pene conforme al dettato costituzionale, un servizio per il quale avremmo auspicato maggior interesse e più impegno da parte delle istituzioni.
Queste, Sig. Ministro, alcune delle ragioni per le quali avremmo voluto incontrarLa.
La Fp Cgil nel manifestarLe la propria disponibilità al confronto, resta in attesa di riscontro e le porge distinti saluti.
La coordinatrice nazionale
Penitenziari - Ministeri
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