Giustizia: Ionta; le misure alternative? non sono una soluzione
Redattore Sociale - Dire, 19 novembre 2009
Il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria è intervenuto al convegno del Seac: "Nelle carceri siamo al pre-collasso, e l’immagine del sistema penitenziario è negativa. Col nuovo piano di edilizia penitenziaria andrà meglio".
"La morte di Cucchi è una storia dolorosa da qui trarre insegnamento per abbandonare le logiche burocratiche e autoreferenziali con cui si è mosso l’ordinamento giudiziario". È quanto afferma Franco Ionta, Capo dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, intervenuto al convegno del Seac sullo stato del sistema sanzionatorio. "Questa persona ha avuto contatti con varie strutture dello Stato che si sono mosse con atteggiamento esclusivamente burocratico - continua Ionta - da qui muove l’inchiesta amministrativa che ho disposto per fornireelementi che portino alla verità su questa vicenda".
Sul sovraffollamento nelle carceri Ionta parla di "situazione di pre-collasso, allarmante per la cronica carenza del personale, in cui la massima capienza è l’unico criterio da seguire".
Ionta ha ricordato che la popolazione carceraria è passata dai 39 mila detenuti del 2006 ai 64 mila del 2009. "L’immagine mediatica del sistema penitenziario è negativa anche quando i fatti succedono fuori dalle strutture penitenziarie - continua -: è vero che ci sono morti in carcere, atti di autolesionismo ma ci sono anche aggressioni quotidiane agli agenti".
Sulle prospettive future Ionta afferma che "si percepisce oggi lo Stato repressore e l’avversario nella polizia penitenziaria". Per il Capo dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, "le misure alternative non sono la soluzione dal problema del sovraffollamento delle carceri. Sono solo una soluzione parziale perché la società richiede più prigione e più sicurezza". Sul piano di edilizia penitenziaria Ionta ha detto: "Con più posti si starà meglio in carcere e la polizia penitenziaria lavorerà meglio e con più dignità".
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