L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

sabato 2 febbraio 2013

L'Emergenza carcere nel programma elettorale del PD


EMERGENZA CARCERE



Il Governo Berlusconi con i Ministri Alfano e Nitto Palma hanno dato prova di una gestione
del problema carcere assolutamente inadeguata. Per far fronte alla grave situazione di sovraffollamento delle carceri aveva attribuito temporaneamente (fino al 31 dicembre 2010 poi prorogati fino al 31.12.2011) al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria poteri straordinari commissariali per il rapido compimento degli investimenti necessari alla realizzazione di nuove infrastrutture carcerarie o l’aumento della capienza di quelle esistenti.
Per realizzare questo progetto dovevano essere utilizzati 500 milioni di euro già stanziati dalla Finanziaria 2010 (utilizzando in modo improprio il fondo Cassa delle Ammende i cui stanziamenti sono finalizzati all’avvio di progetti per il recupero ed il reinserimento dei detenuti) e altri 100 milioni di euro provenienti dal bilancio della Giustizia.
La gestione è stata del tutto insoddisfacente, tanto che il Ministro della Giustizia Paola Severino nel prorogare di un ulteriore anno (cioè fino al 31 dicembre 2012) la gestione commissariale l’ha attribuita - dal 1° gennaio 2012 - ad un nuovo commissario straordinario (il prefetto Angelo Sinesio).

Ad oggi siamo però ancora alla fase di avvio.
Il problema del sovraffollamento carcerario non si risolve soltanto costruendo nuove carceri, sebbene sia importante ripensare anche dal punto strutturale il modello unico di istituto penitenziario attuale. Bisogna intervenire per garantire effettivamente il lavoro nelle carceri,diffondere modelli organizzativi e prassi virtuose su tutto il territorio nazionale, attuare piante organiche numericamente e professionalmente adeguate sia con riferimento al personale della polizia penitenziaria che a quello civile (educatori, psicologi e servizi sociali relativi all’esecuzione penale esterna - UEPE).
Il Governo Monti ha in parte cercato di affrontare il problema, con il costruttivo apporto del PD approvando la legge 9/2012, che ha introdotto una serie di misure volte a mitigare la tensione carceraria determinata dalla condizione di sovraffollamento.
In particolare ha affrontato il problema delle c.d. “porte girevoli” (casi di detenuti condotti nelle case circondariali per periodi brevissimi: nel 2010 ben 21.093 persone trattenute per un massimo di 3 giorni), e ha previsto che costituisca l’eccezione la detenzione in carcere dell’arrestato in flagranza di reato (per illeciti di competenza del giudice monocratico) in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto e del rito direttissimo, e ha disciplinato l’estensione da 15
a 18 mesi della soglia di pena detentiva, anche residua, per l’accesso alla detenzione domiciliare prevista dalla legge n. 199 del 2010.
Non è diventata legge, per colpa degli ostacoli frapposti da PDL e Lega Nord, la proposta che prevedeva la detenzione domiciliare come pena principale alternativa alla reclusione per i reati di non particolare allarme sociale e la sospensione del processo per la messa alla prova dell’imputato. Due nuovi istituti che il PD ha contribuito a costruire nella piena convinzione che rappresentino un punto importante del percorso di riforma.
Secondo i dati del Ministero della Giustizia, al 31 ottobre 2012 erano presenti nei 206 istituti carcerari italiani 66.685 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 46.795 unità.
E’ accertato che il condannato che espia la pena in carcere recidiva nel 68% dei casi, chi ha usufruito di misure alternative alla detenzione ha un tasso di recidiva del 19%, che si riduce dell’1% tra coloro che sono stati inseriti nel circuito produttivo.
Il 40 % della popolazione carceraria è costituita da indagati in attesa di sentenza definitiva (quindi in custodia cautelare); 21.615 detenuti (circa il 40 % della popolazione carceraria) è ristretta per reati in materia di stupefacenti.
Il sensibile decremento delle presenze stabili in carcere comporterebbe un cospicuo risparmio di spesa di circa 115 euro al giorno per ogni detenuto, liberando ingenti risorse che se investite adeguatamente per sopperire carenze di personale e strutture nonché per favorire attività trattamentali, potrebbero innescare un circuito virtuoso di potenzialità assai proficue.


Le proposte del PD



NEI PRIMI 100 GIORNI DELLA NUOVA LEGISLATURA


Contro il sovraffollamento:
modifica del codice penale laddove prevede inasprimenti di pena soggettivi per i condannati recidivi e ingiustificate preclusioni alla concessione delle misure alternative per i cosiddetti recidivi reiterati, introdotte nell’ordinamento penitenziario con la legge ex-Cirielli;
introduzione anche in Italia del reato di tortura;
abrogazione del reato di ingresso e di soggiorno illegale nel territorio dello Stato;
interventi urgenti, sulla base delle proposte più significative e di più immediato impatto sul sovraffollamento carcerario, elaborate della commissione mista del Consiglio superiore della magistratura, dei Magistrati di sorveglianza e del Ministero della giustizia, in materia di ammissione alle misure alternative alla detenzione e di sospensione dell’esecuzione carceraria quando sia applicabile una misura alternativa alla detenzione;
ampliamento e potenziamento delle misure alternative; introduzione della sospensione del procedimento penale con la messa alla prova dell’imputato; stabilizzazione della detenzione domiciliare; semplificazione dei procedimenti dei Tribunali di sorveglianza e delega di alcune attribuzioni alle direzioni penitenziarie o di esecuzione penale esterna;
modifiche al testo unico sulle tossicodipendenze volte a favorire l’affidamento terapeutico dei tossicodipendenti autori di reato di minore entità e, in sede di procedimento penale, di
isure cautelari a basso impatto segregativo; ampliamento dello strumento dell’espulsione del condannato straniero a titolo di sanzione alternativa alla detenzione, portandolo a tre anni di pena, anche residua e riducendo le ipotesi delittuose ostative all’espulsione medesima.



Per il personale penitenziariA


revisione dei limiti alle assunzioni per il personale di Polizia penitenziaria e programma straordinario di assunzioni e di riqualificazione delle professionalità del trattamento penitenziario, di servizio sociale e di assistenza e di cura alle persona detenuta o in misura alternativa alla detenzione;
approvazione del contratto di lavoro e dell’ordinamento professionale della dirigenza penitenziaria;

 
NEL PRIMO ANNO DELLA NUOVA LEGISLATURA


Modifica delle norme sulla custodia cautelare, eliminando le ipotesi normative che dispongono la custodia carceraria obbligatoria per titolo di reato, fatta eccezione per i reati di mafia e di terrorismo, in conformità ai ripetuti pronunciamenti della Corte costituzionale E prevedendo stringenti criteri di chiara indispensabilità e di adeguata motivazione dei provvedimenti restrittivi, nonché di limitazione temporale in rapporto al principio di massima speditezza delle indagini o del giudizio penale; estendere, contestualmente, le tipologie e la durata delle misure cautelari coercitive o interdittive;
introduzione nel Piano sanitario nazionale dei principi e delle linee-guida volte a garantire i servizi essenziali tutela della salute e le prestazioni di assistenza e cura dei delle persone detenute,
la prevenzione del rischio derivante dai traumi e dalla sofferenza psico-fisica da incarcerazione che incidono sull’elevata incidenza di suicidi e di altri comportamenti auto-lesivi; potenziamento dei servizi sanitari territoriali per la presa in carico delle persone in misura di sicurezza per malattia psichiatrica, attraverso programmi individualizzati di cura, riabilitazione e reinserimento sociale;
previsione, nei giudizi immediati, di presidi dei Servizi per le tossicodipendenze presso gli uffici del G.i.p., ai fini della possibile sospensione del procedimento e l’avvio a programmi terapeutici individualizzati, evitando dannosi passaggi in carcere; estensione per la Magistratura di sorveglianza dei protocolli e dei supporti professionali per le procedure di diagnosi, di certificazione e predisposizione dei programmi terapeutici per condannati tossicodipendenti, da ammettere a misura alternativa;
allestimento di un programma per il lavoro attraverso la riorganizzazione degli interventi dell’amministrazione, degli enti locali, delle imprese, del volontariato e del terzo settore; potenziamento degli investimenti e del sistema degli incentivi e degli sgravi fiscali e contributivi per i lavoratori detenuti;
attuazione del principio dell’esecuzione della pena sul territorio di appartenenza del condannato revisione dei livelli di sicurezza, dei modelli di vigilanza e dei regimi in cui si attui trattamento penitenziario intensificato, in concomitanza con l’ampliamento della capienza
degli istituti;
riorganizzazione e ammodernamento dei servizi operativi del Corpo di polizia penitenziaria e delle metodologie del trattamento penitenziario; incentivazione alla formazione professionale ed investimenti nelle tecnologie di supporto ed informatica di servizio negli istituti e negli uffici dell’esecuzione penale esterna; legge per l’istituzione del Garante nazionale dei diritti dei detenuti quale figura di coordinamento con i garanti regionali e comunali e di raccordo con la magistratura di sorveglianza, per le situazioni che pregiudichino l’esercizio dei diritti dei detenuti e le condizioni del trattamento
penitenziario, che non possano essere risolte in sede giurisdizionale.


NELLA PRIMA META’ DELLA LEGISLATURA


Con la riforma del codice penale, riduzione dell’area dell’illecito penale laddove riferito a comportamenti di danno sociale ed ampliamento e differenziazione delle forme sanzionatorie, attraverso un sistema di pene interdittive, ma non privative delle libertà personali, irrogabili dal giudice di cognizione;
misure legislative ed interventi sociali e strutturali perché nessun bambino debba conoscere il carcere con la propria mamma

ENTRO LA FINE DELLA LEGISLATURA


Messa in campo di una strategia per il diritto allo studio, per la formazione professionale, per l’inserimento lavorativo, per l’assistenza socio-familiare, per la cura e la riabilitazione dalle tossicodipendenze e dalla sofferenza psichiatrica delle persone in esecuzione penale, da definire attraverso una Conferenza nazionale, che coordini gli interventi dello Stato, del Servizio sanitario nazionale, delle Regioni e degli enti locali, dell’imprenditoria, del volontariato e del terzo settore.