L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

sabato 1 febbraio 2014

OS UNSA DAP: Esecuzione Penale Esterna, problematiche e prospettive

Al Ministro della Giustizia
Al Presidente ed ai Membri delle
Commissioni Giustizia di Camera e Senato
Ai Gruppi Parlamentari di Camera e Senato
Al Capo del DAP
Al Direttore Generale dell’Esecuzione
Penale Esterna del DAP
e, p. c. Al Presidente della Repubblica
Pres. Giorgio Napolitano
OGGETTO: Esecuzione Penale Esterna, problematiche e prospettive.
Questa Federazione con la presente intende esprimere alle SS.LL. il massimo apprezzamento per le iniziative legislative messe in campo dal Governo per contrastare il sovraffollamento degli istituti penitenziari.
Nel contempo, però, ritiene che le norme finalizzate ad incrementare il ricorso alle misure alternative rischiano di rimanere inefficaci se non si procede al contestuale potenziamento dell’Area dell’Esecuzione Penale Esterna, prevedendo un adeguamento delle risorse umane e strumentali ai nuovi compiti, in analogia a quanto avvenne nel 1998 con la legge n.165 (Simeone-Saraceni), grazie alla quale, nel 1999, furono assunti 684 assistenti sociali e 140 assistenti amministrativi.
Purtroppo, nel corso di questo decennio, abbiamo assistito al progressivo depauperamento della dotazione organica degli assistenti sociali e della dirigenza dell’esecuzione penale; in particolare i funzionari di servizio sociale sono diminuiti di circa 500 unità, tra pensionamenti e tagli di organici, senza possibilità di ricorso al turnover.
Ad oggi risultano infatti in servizio circa 1.000 unità di servizio sociale e i dirigenti si sono ridotti a 35 unità a fronte di 55 posti di funzione. Questa drammatica situazione degli organici, comporta che allo stato attuale si sta realizzando, con l’emanando Regolamento del Ministero della Giustizia, un’organizzazione degli Uffici EPE che torna indietro nel tempo rispetto al progetto faticosamente costruito negli anni scorsi, declassando sedi dirigenziali e ridimensionando il ruolo di una parte fondamentale del sistema dell’esecuzione penale di questo paese.
Le sedi UEPE “declassate” saranno infatti affidate a funzionari di servizio sociale costretti ad una responsabilità che in relazione alla complessità delle strutture da gestire, appare del tutto incompatibile con il loro status giuridico-economico. Per questo abbiamo molto apprezzato l’emendamento alla legge di stabilità presentato in Commissione Giustizia dall’on. Alessia Morani, successivamente bocciato, che prevedeva un intervento proprio nella direzione di nuove assunzioni da effettuare nel prossimo triennio. Come spesso avviene, al di là delle dichiarazioni di facciata, poi si fa poco per risolvere i problemi che affliggono il sistema giustizia che paga drammaticamente lo scotto della “politica dei tagli lineari”.
La Federazione Confsal-Unsa auspica invece che la succitata iniziativa sia ripresa e fatta propria dal Governo, in un prossimo provvedimento legislativo; in questa direzione la scrivente O.S. indirizzerà i propri sforzi, al fine di adeguare ai nuovi compiti istituzionali la dotazione organica degli operatori di servizio sociale e amministrativo-contabili. Naturalmente, oltre alla questione del personale, occorre affrontare con determinazione, facendo scelte mirate nella gestione delle risorse finanziarie, la problematica delle dotazioni strumentali necessarie per l’adempimento dei compiti istituzionali.
Parliamo di postazioni informatiche per gli operatori, di fotocopiatrici, fax. Soprattutto, appare urgente, ed inderogabile, intervenire per contrastare il depotenziamento del servizio automezzi, recentemente attuato con la cessazione di circa 60 contratti di noleggio, a fronte degli 80 in essere, che rischierà di azzerare la disponibilità di auto per gli Uffici EPE alla fine del 2014. Le autovetture di servizio guidate dagli Assistenti Sociali, non sono un ”benefit” ma servono a garantire l'espletamento del mandato istituzionale (indagini dalla libertà per accesso a Misure Alternative, collaborazione con altri Uepe per indagini socio-familiari-lavorative di detenuti, accertamenti di domicilio, gestione detenzioni domiciliari L. 199/10 e successive modifiche, sopralluoghi a Semiliberi e Lavoranti all'Esterno...). Non è possibile, infatti, in moltissimi casi, raggiungere con i mezzi pubblici i luoghi di lavoro, i domicili, le strutture di ricovero, cura, comunità etc., e questo per vari motivi: tempi necessari ad effettuare spostamenti estremamente dilatati, luoghi di destinazione comunque lontani rispetto alle fermate ed ulteriore dilatazione tempi con percorrenza a piedi per recarsi da soli, senza alcuna protezione, in zone isolate, in ambienti esterni anche ad elevato rischio, d’estate e di inverno, nelle periferie degradate, nei territori della criminalità organizzata.
Dalla lettura dei dati sopra esposti è evidente il rischio di collasso che sempre di più incombe sul sistema dell’esecuzione penale e per questo interessiamo codeste Autorità competenti ad intervenire per dare risposte concrete alla Corte Europea, che minaccia sanzioni se non si risolve il problema del sovraffollamento e delle inumane condizioni detentive. Massimo rispetto sia dato pertanto anche agli operatori Penitenziari, i quali condividono la loro vita con la popolazione detenuta, in ambienti spesso insalubri, con carichi di lavoro estremamente gravosi che a volte non consentono interventi qualitativi ed efficaci dell’attività trattamentale. Come dimostrano le statistiche ufficiali la recidiva invece si riduce sensibilmente solo con il ricorso ad appropriate misure alternative.
La Federazione Confsal-Unsa, pienamente convinta dell’importanza e della solennità del mandato costituzionale affidato ai lavoratori penitenziari, auspica e chiede alle SS.LL. che qualsiasi riforma prenda concretamente in considerazione l’importanza di personale qualificato e numericamente sufficiente,
Questa O.S. evidenzia le pesanti condizioni di disagio e di rischio in cui sono costretti ad operare i funzionari di servizio sociale, gli amministrativi e i dirigenti impegnati in questo delicato settore. Gli Uffici EPE eseguono un numero di misure alternative uguale a quello pre-indulto ma con il 35% di assistenti sociali in meno. Per tali ragioni, riteniamo che non siano più sufficienti generiche dichiarazioni di attenzione, tendenti a tranquillizzare gli animi dei lavoratori, ma occorre avviare un programma straordinario di rilancio degli Uffici di esecuzione penale esterna. Ci si chiede, come si intende assicurare la gestione delle nuove, e più articolate, tipologie di misure alternative e sanzioni, che il Parlamento sta per approvare con la condivisione politica delle Alte Cariche dello Stato.
La Federazione Confsal Unsa - Coordinamento Nazionale Giustizia, l’Organizzazione Sindacale più rappresentativa del personale della giustizia, auspica che le SS.LL. prestino la dovuta attenzione alle suesposte questioni, impegnandosi contro il decadimento degli UEPE e per il rafforzamento del ruolo e della capacità di intervento degli Assistenti Sociali.
Roma, 20 gennaio 2014.