L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

giovedì 21 febbraio 2013

Assistenti sociali, forza sociale e interlocutori costanti P.a. e governo



Adnkronos News – mar 19 feb 2013 18:45 CETMail 0Consiglia0Tweet0Share0StampaRoma, 19 feb. (Labitalia) - "La professione di assistente sociale, insieme alle altre professioni ordinistiche, deve rappresentare una forza sociale e un interlocutore costante della pubblica amministrazione e del doverno cui far riferimento nel processo di crescita del Paese". Così Edda Samory, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine in occasione del 'Professional day'. "L'enorme disagio che si vive nelle carceri italiane - dichiara Edda Samory - ci impone l'obbligo, non solo morale, di dedicarvi maggiori risorse. Per la nostra professione, il carcere significa rieducazione. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità, e questo deve significare un adeguamento delle condizioni di vita nelle carceri che tenga conto dei principi basilari propri di uno stato democratico".



"Chiediamo - continua - che le nostre istituzioni e chi si accinge a governare il Paese raccolgano finalmente l'avvertimento dell'Unione europea e di quanti già si sono espressi su questa linea fortemente condivisa dalla professione. Auspichiamo anche che si possa prevedere uno snellimento delle procedure burocratiche per pensare sempre meno alle detenzioni all'interno delle carceri e sempre più a impegni e percorsi di riabilitazione".



Gli assistenti sociali, che si occupano del reinserimento sociale dei carcerati fin dal 1965, per uscire dall'emergenza, ritengono necessario e propongono di creare una forte sinergia tra i servizi sociali del ministero Giustizia e i servizi sociali territoriali con protocolli e accordi per lo sviluppo delle azioni condivise. La categoria chiede anche di mettere in cantiere un piano di informazione dell'opinione pubblica sul recupero della persona, per costruire una sensibilità atta a garantire una maggiore vivibilità e sicurezza del territorio. Si auspica anche la promozione del lavoro di servizio sociale di comunità attraverso lo studio e l'incentivazione delle reti sociali territoriali a sostegno dei progetti personalizzati di riabilitazione o di inserimento sociale.