IL CARCERE NELL' AGENDA MONTI
Il problema delle carceri é una prioritá
Come ben sa gran parte dell'opinione pubblica le carceri italiane sono sovraffollate. Nonostante questo, chiunque rimarrebbe impressionato dai numeri: abbiamo 21000 detenuti in più della capienza prevista. Ciò si traduce in due condanne della Corte di Giustizia Europea per trattamenti inumani ai detenuti e in un aumento dei suicidi all'interno delle strutture detentive. I provvedimenti adottati finora per evitare o ridurre tale problema sono stati l'indulto e la pene alternative al carcere. Le pene alternative al carcere sono inefficaci dal punto di vista numerico e sono inique. L'indulto, invece, oltre a non essere rispettoso delle forze dell'ordine, si é dimostrato anch'esso inutile, poiché, dopo un'iniziale boccata d'ossigeno per le carceri, quest'ultime sono tornare in tre anni più affollate di prima. É necessario un atto che risolva definitivamente il problema.
In Italia ci sono fra le 40 e le 100 carceri costruite, arredate, a volte anche vigilate, ma inutilizzate e costruite con miliardi di soldi pubblici. La strada da percorrere é sicuramente quella di sfruttarle. Ciò avrà un costo in termini di spesa pubblica soprattutto per il personale, ma tali fondi vanno ricavati sottraendoli ad altri reparti pubblici oppure sfruttando i tanti militari che non sono occupati in missioni all'estero o riassegnando alcuni di quelli impegnati nella, non sempre efficacie, operazione "strade sicure" voluta dal ministro Ignazio La Russa.
A chi obietta che questa non é una necessitá, io rispondo che si sbaglia, perché la garanzia dei diritti fondamentali è una prioritá dello stato, se non la prioritá. Non possiamo più ignorare questo problema e non possiamo continuare a svuotare le carceri per rinviare la questione, vanificando fra l'altro il prezioso lavoro delle forze dell'ordine.
In Italia ci sono fra le 40 e le 100 carceri costruite, arredate, a volte anche vigilate, ma inutilizzate e costruite con miliardi di soldi pubblici. La strada da percorrere é sicuramente quella di sfruttarle. Ciò avrà un costo in termini di spesa pubblica soprattutto per il personale, ma tali fondi vanno ricavati sottraendoli ad altri reparti pubblici oppure sfruttando i tanti militari che non sono occupati in missioni all'estero o riassegnando alcuni di quelli impegnati nella, non sempre efficacie, operazione "strade sicure" voluta dal ministro Ignazio La Russa.
A chi obietta che questa non é una necessitá, io rispondo che si sbaglia, perché la garanzia dei diritti fondamentali è una prioritá dello stato, se non la prioritá. Non possiamo più ignorare questo problema e non possiamo continuare a svuotare le carceri per rinviare la questione, vanificando fra l'altro il prezioso lavoro delle forze dell'ordine.
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