L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

mercoledì 18 aprile 2007

ASSISTENTI SOCIALI UEPE MILANO

AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA- ON. MASTELLAAL SOTTOSEGRETARIO DELLA GIUSTIZIA –ON. MANCONIAL CAPO DIPARTIMENTO –DR. FERRARAAL DIRETTORE GENERALE D.G.E.P.E.- DR. TURRINI VITAAL DIRETTORE GENERALE DEL PERSONALE –DR. DE PASCALISAL RESPONSABILE DELL’UFFICIO PER LE RELAZIONI SINDACALI –DR.SSA CONTEAL PROVVEDITORE REGIONALE – DR. PAGANOALL’ORDINE NAZIONALE ASSISTENTI SOCIALI -DR.SSA CAVA
ORDINE REGIONALE ASSISTENTI SOCIALI LOMBARDIA DR.SSA GHISALBERTI
AL COORDINAMENTO NAZIONALE ASSISTENTI SOCIALI GIUSTIZIA
ALLE OO.SS. SETTORE PENITENZIARIO


In data 17 aprile 2007, presso l’UEPE di Milano e Lodi, si è tenuta una partecipata assemblea del personale tutto indetta dalle OO.SS CGIL- CISL – UIL.
L’assemblea, sollecitata dai lavoratori, è stata indetta per favorire una riflessione su quanto sta accadendo nel sistema penitenziario a seguito delle modifiche determinate dalla legge Meduri, dalla proposta del Ministro della Giustizia, da parte della stessa Amministrazione Penitenziaria, nonché dalle diverse sigle sindacali, relativamente all’inserimento del Personale di Polizia Penitenziaria negli UEPE.
La proposta verso una riorganizzazione degli UEPE, che prevede l’introduzione del personale di Polizia Penitenziaria per il controllo delle misure alternative alla detenzione, benché da anni paventata, il 16 aprile 2007 è diventata una realtà (Bozza Decreto Ministeriale concernente l’intervento del Corpo di Polizia Penitenziaria nell’Esecuzione Penale Esterna).
L’aspetto paradossale che emerge, dalla lettura dei documenti, rispetto a tali proposte, è che ancora oggi l’Amministrazione Penitenziaria, pur prevedendo imminenti sperimentazioni, non ha concretamente coinvolto il personale di servizio sociale, rispetto alla elaborazione del progetto stesso, nella sua struttura, negli obiettivi e nella sua modalità di attuazione, al fine di rendere possibile ai lavoratori di valutarne, di concerto, sia gli aspetti positivi che negativi trasversali alle diverse professionalità.
Nel dibattito attuale sconcerta che i risultati positivi, prodotti dalle misure alternative, oggetto di convegni, comunicati stampa, autorevoli ricerche sulla recidiva, non facciano trapelare nulla rispetto all’operato del Servizio Sociale Penitenziario che ha raggiunto tali risultati, utilizzando i propri strumenti professionali, nonostante le limitate risorse sia di personale che strutturali (Sembra che i risultati ottenuti, rispetto all’esecuzione penale esterna, si siano stati prodotti per miracolo!!!)
In questi mesi è prevalsa un’analisi semplicistica, anche sul tema delle misure alternative e della loro gestione in rapporto alla sicurezza.
Riteniamo, invece, fondamentale una riflessione seria su come migliorare gli attuali UEPE, attraverso un più proficuo utilizzo degli strumenti professionali del Servizio Sociale, superando il modello "carcere", per una gestione meno autoreferenziale che tenda verso una gestione efficace ed efficiente delle misure alternative.
Riteniamo ancor più fondamentale l’ attenzione alla verifica dei risultati, pensando ad un servizio che sia in grado di affrontare i cambiamenti che si prospettano passando da un sistema sanzionatorio, dove assume centralità la pena, anziché il carcere e dove l’esperienza maturata dal servizio sociale penitenziario nel corso di 30 anni di attività, diventi il punto di partenza per una migliore operatività e applicazione delle misure alternative.
Si evidenzia come in realtà la proposta del Ministro della Giustizia, in occasione della Festa del Corpo 2006, che prevedeva l’istituzione di autonomi Commissariati di Polizia Penitenziari, si sia in realtà trasformata in una proposta "ibrida", certamente più celere nella sua realizzazione, creando una prospettiva di fusione tra servizi e funzioni differenti facenti capo al Dirigente dell’Uepe; si accorpano così in un’unica figura istituzionale funzioni di governo del Servizio Sociale e della Polizia Penitenziaria.
CHIEDIAMO
Alle autorità competenti di bloccare l’avvio della sperimentazione per favorire un aperto confronto tra tutto il personale coinvolto.
Si chiede inoltre di consultare l’Ordine Professionale degli Assistenti Sociali rispetto ai risvolti professionali, etici e deontologici insiti nel ruolo del personale di Servizio Sociale in tutti i suoi livelli di responsabilità, su quanto oggi attribuito a queste figure dalla Bozza del Decreto Ministeriale (ndr ).

Gli Assistenti Sociali dell’Uepe di Milano e Lodi
Milano 18/04/07