L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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lunedì 2 aprile 2007

IL MERIDIANO- il quotidiano di informazione on line

30.03.2007 ore 13:05:00.

Denuncia: Milano dimentica i minori
Milano Cresce il bisogno e il disagio dei minori a Milano. E’ l’accusa dell’Ulivo milanese che rilancia sul tema della sicurezza, denunciando il crescente disinteresse del Comune nei confronti dei minori in difficoltà. Liste d’attesa fino a sei mesi, pochi assistenti sociali sovraccaricati di lavoro, incapacità di spendere le risorse e il direttore centrale di settore che denigra il personale. Sono questi alcuni dei punti toccati nel j’accuse, forte e circostanziato, del gruppo consiliare dell’Ulivo che ha fornito alcuni dati preoccupanti sullo stato dell’assistenza ai minori in città. I soggetti a carico delle strutture sociali del Comune sono 4575 cui se ne devono aggiungere altri 2774 in lista di attesa con punte fino a sei mesi. Nel solo 2005 sono stati 4059 i provvedimenti della magistratura per i casi più problematici e 1841 hanno avuto un provvedimento di attenuazione della patria potestà. Situazioni di disagio gravi che non troverebbero nel Comune un referente attento. Il numero di assistenti sociali è diminuito, denuncia l’Ulivo: nel 2004 erano in totale 127 ma nel 2006 erano scesi a 95 per 4575 minori. In media 48 per ciascun educatore con punte in alcune zone della città di 76 minori per assistente sociale. Un evidente scadimento del servizio offerto, se mediamente sono solo 3,5 le ore al mese che possono essere dedicate da ogni assistente a ciascun minore. Non ci sarebbero neanche alibi per il Comune sul fronte delle risorse finanziarie. Il Governo ha raddoppiato il Fondo nazionale per le politiche sociali e nel 2007 Milano riceverà circa 3,5 milioni in più. La macchina comunale solo ora, ricordano gli esponenti ulivisti, sta rendendo operativi con la firma delle convenzioni i progetti presentati nel 2005 e 2006. Un blocco delle risorse che è fuorilegge, hanno ricordato gli esponenti della sinistra, perché l’intervento del Comune è obbligatorio in quanto previsto dalla legge. La denuncia dell’Ulivo ha preso avvio in seguito ad alcune dichiarazioni di Carmela Madaffari, Direttore Centrale del Settore Servizi Sociali di Milano. Il dirigente ha affermato che gli assistenti sociali impegnati sul fronte dei minori «devono imparare a lavorare con maggiore obiettività» perché sono responsabili di mandare 1706 minori l’anno in istituto, piuttosto che in affido, facendo spendere troppo al Comune e non rispondendo al reale bisogno dei minori. La Madaffari ha anche consigliato agli assistenti sociali di tornare sui banchi di scuola. Dall’Ulivo fanno notare che nel numero di 1706 minori citato dalla Madaffari sono compresi anche 500 minori stranieri non accompagnati, per i quali l’intervento è previsto dalla legge e i fondi vengono da risorse governative. Risponde alle accuse anche Roberto Cilia, dell’Ordine degli assistenti sociali, affermando: «Le dichiarazioni della signora non solo sono lesive della professione ma vanno ad intaccare quel rapporto fiduciario con i genitori che sta alla base del nostro lavoro». Marilena Adamo ha definito «stravaganti le dichiarazioni del dirigente comunale che denigrano gravemente il personale del comune. Tali dichiarazioni – ha continuato il capogruppo in Comune dell’Ulivo – sono un problema per l’amministrazione. Ci aspettiamo una smentita o una presa di distanza della Moiolo». Pronta la reazione degli assistenti sociali che hanno organizzato un presidio di protesta per lunedì 2 aprile in largo Treves. La Adamo ha anche denunciato la chiusura del servizio multiproblematico per famiglie all’ex Paolo Pini, un autentico gioiello dell’assistenza cittadina finanziato da Asl e Comune. Il centro, ispirato al modello inglese, prevede la ripresa video delle famiglie, passibili di sottrazione di minore, durante una giornata in modo da evidenziare i conflitti. Marco Granelli, consigliere comunale dell’Ulivo, ha messo in evidenza inoltre come manchi ancora una fattiva collaborazione fra Comune e Tribunale dei Minori: «Si sperava che dopo la Maiolo, che aveva polemizzato con Livia Pomodoro, allora responsabile del Tribunale per i Minori, vi fosse un cambio di passo, un miglioramento sostanziale. Ma a tutt’oggi le due istituzioni più importanti per la tutela dei minori comunicano ancora tramite lettere e da parte del Comune vi è una diminuzione delle forze in campo». Questo progressivo disimpegno del Comune, insieme allo screditamento del lavoro degli assistenti sociali sembra secondo alcuni non casuale. C’è chi ha avanzato l’ipotesi che dietro vi possa essere una strategia diretta alla privatizzazione, o alle esternalizzazione, del servizio di assistenza dei minori. Victorio Mangone

Tratto da "Il Meridiano"