COORDINAMENTO NAZIONALE ASSISTENTI SOCIALI GIUSTIZIA
- non esistono provvedimenti normativi che lo consentono;
- le leggi esistenti agli art. 47 O.P. e art. 118 del nuovo regolamento di esecuzione lo escludono esplicitamente;
- non è possibile modificare una legge attraverso un decreto non avente natura delegata;
- non è accettabile presentare sotto forma di sperimentazione un modo di operare che – almeno per l’affidamento in prova – altererebbe in modo determinante il tipo di trattamento previsto dalla normativa;
- le misure alternative funzionano da oltre 30 anni con un tasso di recidiva bassissimo (come dimostrato da statistiche e ricerche);
- i costi per la collettività aumenterebbero in modo notevole perchè non si tratta di aumentare solo il numero di poliziotti sul territorio (dato che può risultare utile ai fini preventivi generali) ma, si tratta di un nuovo corpo di polizia che si aggiunge a quelli già presenti. Conseguentemente sarà necessario prevedere mezzi, strutture organizzative, supporti tecnici completamente nuovi,
- esiste il rischio di spostare l’attenzione prevalentemente sul controllo penalizzando politiche che favoriscano l’inclusine sociale dei condannati
.... e tutte le altre motivazioni che non vale la pena elencare, perché sono stati spesi fiumi di parole per spiegare. Ma c’è qualcuno che ha voglia di ascoltare?
Non esistono buone ragioni per chi ha già deciso e non ha alcuna intenzione di tornare sui propri passi, almeno per riflettere se la strada intrapresa è quella giusta.
Constatiamo che il decreto che prevede la sperimentazione appare confuso su tempi, modalità e campo d’intervento, il preambolo sembra riferirsi all’esecuzione di tutte le misure alternative mentre l’art. l specifica volersi trattare solo della detenzione domiciliare e dell’affidamento in prova.
Se dunque sperimentazione deve esserci:
- che avvenga per quelle misure per le quali l’intervento delle autorità di pubblica sicurezza presenti sul territorio è espressamente previsto dalla legge e risulta funzionale rispetto alle esigenze tipiche della misura: i detenuti domiciliari. Non vengano però trascurati accordi tra DAP e Ministero degli Interni per evitare inutili e dannose sovrapposizioni di controlli;
- i nuclei che dovrebbero essere coordinati dai PRAP, dipendano funzionalmente da questi e siano allocati in strutture esterne agli UEPE, affinché sia chiaro che la Polizia Penitenziaria va a sostituirsi alla Polizia di Stato e ai Carabinieri, senza alcuna confusione tra operatori dell'inclusione, quali gli assistenti sociali, e operatori di polizia.
Appare d’obbligo chiarire che gli assistenti sociali non nutrono alcuna idea preconcetta nei confronti del personale di polizia penitenziaria, non hanno dubbi sulla loro professionalità e competenza, né ritengono che questi debbano svolgere solo funzioni di supporto all’attività degli assistenti sociali, funzioni che potrebbero essere tranquillamente svolte da personale civile, previsto ma mai assunto, ma è importante che per risultare le funzioni di entrambe le figure professionali utili ed efficaci, debbano essere ben distinte.
In vista della riforma del codice penale e del sistema sanzionatorio, sarebbe importante predisporre un sistema organizzativo dei servizi, articolato e coerente con tali riforme nel rispetto della norma costituzionale e delle raccomandazioni europee.
Occorre accompagnare il processo di riforma con un’ampio dibattito tra tutti gli attori coinvolti, compresi: la comunità locale, le associazioni di volontariato e del terzo settore, le FF.OO. e non ultimi gli operatori che tale settore hanno gestito per circa 32 anni. Uno strumento utile potrebbe essere la convocazione di una Conferenza Nazionale sulle Misure Alternative, che metta in evidenza i risultati raggiunti e le possibilità di sviluppo dell’esecuzione penale esterna, per far sì che il carcere diventi seriamente l’extrema-ratio.
A nome del Consiglio Nazionale CASG
Anna Muschitiello (segretaria nazionale)
clicca su: POLIZIA PENITENZIARIA C/O GLI UEPE-INTERVISTA ALLA SEGRETARIA NAZIONALE CASG
reddatore sociale 28 maggio 2007- Polizia penitenziaria negli Uepe, nuovo incontro domani tra vertici del Dap e sindacati La segretaria del Coordinamento assistenti sociali della giustizia, Anna Muschitiello, ribadisce le ragioni del 'no': ''Non esistono provvedimenti normativi che consentano la sperimentazione''. E propone una Conferenza nazionale
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