L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

mercoledì 30 maggio 2007

SAPPE

Al Capo del Dipartimento
dell'Amministrazione Penitenziaria
Pres.Dott.Ettore Ferrara
Roma
e.pc Al Ministro della Giustizia
Sen. Clemente Mastella
Ministero della Giustizia
Roma
Al Direttore Generale del Personale
e della Formazione del DAP
Dott. Massimo De Pascalis
Oggetto: UEPE e compiti della Polizia Penitenziaria
Questa Segreteria Generale ritiene doveroso intervenire in ordine alla nota della RDB, la quale ha contestato l'iniziativa di emanare un decreto ministeriale per l'impiego della Polizia Penitenziaria nell'ambito degli Uffici per l'esecuzione penale esterna.
In primo luogo, occorre mettere in evidenza che l'inserimento della Polizia Penitenziaria nell'attività in questione non deve essere interpretato come "invadenza" nei compiti degli Assistenti Sociali, la cui professionalità non si intende minimamente porre in discussione. Per contro, è la normativa stessa che richiede controlli di polizia in ordine al rispetto delle modalità di esecuzione delle misure alternative alla detenzione, il cui espletamento si colloca in maniera naturale nell'ambito istituzionale del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Peraltro non sembra che possa sottovalutarsi il contributo che, relativamente all'esame e alla conoscenza della personalità del detenuto, può fornire una attività di verifica specifica.
Anzi, proprio l'estensione delle competenze del corpo di Polizia Penitenziaria a tali controlli di sicurezza può realizzare un maggiore coordinamento con le altre categorie professionali coinvolte, rispetto all'attuale situazione che vede l'impiego di altri corpi dipendenti da diverse amministrazioni.
Per quanto attiene alle perplessità di natura giuridica sull'idoneità del decreto ministeriale ad intervenire nella materia, occorre rammentare che le misure alternative rappresentano pur sempre misure restrittive della libertà personale, in riferimento alle quali è radicata la competenza istituzionale del corpo di Polizia Penitenziaria(art.5, comma2 L.395/1990).
Pertanto, pur condividendo la necessità di un intervento legislativo, peraltro indispensabile, per razionalizzare e coordinare le diverse fonti, e auspicando soluzioni condivise fra tutte le categorie professionali interessate, si ritiene che l'iniziativa in atto, comunque di carattere sperimentale, sia da apprezzare e da rendere compatibile con i compiti di tutti gli altri operatori coinvolti.
Distinti saluti.
Il Segretario Generale
(Dott. Donato Capece)