L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

martedì 1 gennaio 2008

AUGURI DI BUON ANNO

CON LA SPERANZA DI UN 2008 MIGLIORE

ABDERRAHMANE, UN GIOVANE arrivato in Italia con gli stessi sogni che muovono milioni di poveri verso i paesi ricchi, è morto a fine agosto, a Torino. È annegato nelle acque del Po mentre cercava di fuggire a un blitz.
Da quando Torino è una città che attira i poveri contadini di mezza Italia e oggi di mezzo mondo, da quando Torino è questa Torino, ci sono le prostitute in certe strade e gli spacciatori nei parchi, lontani dai larghi corsi del centro e dalla profumata collina. La città lo sa e lo tollera come un male inevitabile: un danno collaterale dello sviluppo.
Da quando Torino è questa Torino, lo stesso spettacolo comico (che purtroppo periodicamente diventa tragico) si svolge sotto gli occhi dei padri e delle madri di buona famiglia che insieme alla loro prole girano in bicicletta per i parchi della città. I militari rigorosamente in divisa, mai in borghese, spesso e volentieri accompagnati da qualche cronista della nera locale, arrivano di corsa con le sirene e i lampeggianti accesi.
Gli spacciatori (una volta meridionali, ora nordafricani: i meridionali recitano ormai l'altro ruolo, quello del gendarme) si buttano nelle acque fredde del Po, della Dora o della Stura. Poi nuotano verso l'altra sponda o s'intrufolano nei tubi della rete fognaria. La famigliola si ferma a guardare lo spettacolo. Qualcuno filma con il telefonino, gli altri commentano: "L'acqua dev'essere fredda! Chissà che puzza, che ratti! La corrente è forte... Ce la faranno ad attraversare?".
Poi finisce la sceneggiata e tutto riprende il suo corso. I militari risalgono in macchina con la tranquillità di chi ha compiuto il proprio dovere, le famigliole risalgono in bici con l'allegria di chi si sente protetto e i ragazzi risalgono sulla sponda, si asciugano e aspettano i giovani clienti in cerca di "sballo". Ogni tanto qualcuno, come Abderrahmane, non ce la fa.Allora ci si ferma un attimo.Qualcuno si indigna pure. I compaesani organizzano una timida manifestazione, qualche "autonomo" scrive il suo nome su un muro accompagnato da un "Morte agli sbirri!" e da una vaga promessa di vendetta. Poi tutti tornano alla loro vita: gli spacciatori a spacciare, le prostitute a prostituirsi e le persone per bene a far finta di non essere loro i clienti degli uni e delle altre. E i politici?
I politici, quando non riescono a risolvere i veri problemi, cercano come sempre un capro espiatorio. Il piccolo, quello che nessuno vedeva mai, prende improvvisamente un'importanza vitale. Il pacchetto sicurezza e il dibattito nazionale si concentrano sul problema della microcriminalità e... dei lavavetri.
Fonte: Internazionale 716 del 1 novembre 2007
Autore: KARIM METREF