Giustizia: nell’Unione il reato c’è già ma la priorità è espellere
di Marco Ludovico e Angela Manganaro
Il Sole 24 Ore, 7 giugno 2008
Per gli illegali sanzione fino a un anno in Francia, Germania e Gb: in realtà si privilegia l’allontanamento - Spagna come l’Italia. Quando la clandestinità è reato, gli immigrati rischiano fino a sei mesi di carcere in Gran Bretagna e Olanda, e fino a un anno in Francia, Svizzera e Germania. Negli Stati Uniti l’ingresso e il tentato ingresso sono puniti con una multa che va dai 50 ai 250 dollari.
Ovunque la priorità è espellere, e farlo con meno burocrazia possibile. Senza passare per avvocati e tribunali. L’esempio più chiaro di questa ambiguità è la Germania. La legge federale sul soggiorno del 2004 prevede un reato di ingresso illegale punibile fino a un anno di reclusione e con un’ammenda, ma pochi avvocati ne sono al corrente.
Il reato rimane sulla carta: l’espulsione scatta subito per chi entra illegalmente nel Paese o non ha l’autorizzazione, e per chi non ottempera a un ordine di espulsione. In attesa che si definisca la procedura che porta quasi sempre a un rimpatrio coattivo, i clandestini rimangono in un centro di detenzione. Ora si vogliono intensificare i controlli all’ingresso con la rilevazione delle impronte digitali e lo scanner dell’iride. Anche l’esperienza francese dimostra che il reato di immigrazione clandestina non è l’arma decisiva che blocca gli ingressi irregolari: ha una valenza solo simbolica.
Secondo il Code de l’entrée et du séjour del 2004, lo straniero irregolare - perché non ha i documenti, quindi un sans papiers - è punito con la reclusione fino a un anno e un’ammenda di 3.750 euro. Il giudice, inoltre, può vietare l’ingresso e il soggiorno per un periodo massimo di tre anni a chi è condannato per immigrazione clandestina.
Il presidente Nicolas Sarkozy ha deciso di affrontare il problema-clandestini in modo più concreto: fissando una quota di 25mila rimpatri all’anno da effettuare con voli di linea. Sarkozy ha dovuto far fronte a numerose proteste - a cominciare dalle compagnie di bandiera - ma ha tenuto duro su un metodo che è stato utilizzato anche in Italia dal ministro dell’Interno del II governo Berlusconi, Beppe Pisanu e dal ministro Giuliano Amato.
In Gran Bretagna l’immigrazione clandestina è un illecito amministrativo e penale. Anche se non ci sono i presupposti per iniziare un processo, lo straniero irregolare può essere comunque considerato clandestino ed espulso in via amministrativa, in base all’Immigration Act del 1971. Nel Regno Unito i reati connessi all’immigrazione sono più d’uno: ingresso illegale (illegal entry) punito con la reclusione fino a sei mesi e pena pecuniaria. Le stesse sanzioni sono previste per l’overstaying, quando lo straniero rimane oltre il tempo consentito in territorio nazionale, e per il breaching a condition of leave, cioè la mancata ottemperanza a una condizione particolare contenuta nel permesso di ingresso.
Molto più dure le sanzioni per chi favorisce l’immigrazione clandestina, aiutando lo straniero extracomunitario a violare la normativa sull’immigrazione (facilitating the commision of a breachof immigration law): pena pecuniaria senza la previsione di un limite massimo e/o la reclusione da 6 mesi a 14 anni. Dal 29 febbraio, le autorità possono accedere ai locali delle aziende e multare i datori di lavoro che impiegano clandestini.
In Spagna il reato di clandestinità non c’è. È però prevista una multa che può arrivare fino a 6mila euro. In alternativa, il giudice può disporre l’ espulsione per chi entra o soggiorna illegalmente nella penisola iberica, e un divieto temporaneo di ingresso che va da tre fino a 10 anni. Il premier Josè Zapatero ha spinto per la firma degli accordi bilaterali con i Paesi di provenienza: non solo per i rimpatri ma anche perla formazione in loco di manodopera da poter impiegare nelle imprese spagnole.
L’Immigration and Nationality Act statunitense prevede pene graduali. Si punisce l’ingresso o il tentativo con una multa di 50-250 dollari. Se lo straniero ha già subito una condanna civile per aver evitato ispezioni dell’Ufficio immigrazione, la pena pecuniaria raddoppia. Le sanzioni diventano più dure se si tenta di entrare o ottenere l’ingresso, con false dichiarazioni o occultando fatti: processo e prigione fino a sei mesi.
Se c’è recidiva, la reclusione sale a un massimo di due anni. Rischia di più l’immigrato che si sposa o mette su una finta attività, per aggirare le leggi sull’immigrazione: carcere fino a 5 anni e multa di 250mila dollari. Il procuratore generale può ordinare l’espulsione del clandestino entro 90 giorni: durante questo periodo può decidere di metterlo in carcere.
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