Giustizia/Carcere: "braccialetto"; io l’ho provato, è meglio stare in cella
Agi, 9 settembre 2008
"Piuttosto che il braccialetto elettronico, preferisco il carcere. E, infatti, dopo avere sperimentato quella che per me era stata una vera e propria tortura, ho preferito tornare in cella". Parla Mario Marino, 34 anni, uno dei detenuti che partecipò all’esperimento introdotto dall’ex ministro all’Interno Enzo Bianco, davanti alle telecamere dell’emittente catanese Telecolor.
"Mi sembrava - ricorda l’uomo che stava scontando ai domiciliari una condanna per rapina, ma che nell’aprile 2003 ha pensato fosse meglio tornare in carcere - di avere una catena ai piedi e poi suonava ogni cinque minuti, anche quando ero in casa, persino di notte mentre dormivo. Gli agenti di polizia arrivavano continuamente a casa mia e io e la mia famiglia trascorrevamo la notte insonne". Così alla fine ha deciso: "Ora basta - mi sono detto - ho reciso il nastro che lo teneva alla gamba e l’ho buttato nel cassonetto, con la consapevolezza che sarei tornato in carcere: almeno lì stavo tranquillo e potevo dormire sereno. Non lo auguro a nessuno, ma magari la tecnologia oggi è cambiata ed è più evoluta. Se è così va bene, altrimenti tornerei a preferire la mia cella".
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