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mercoledì 22 aprile 2009

Giustizia: Sappe; nuova politica penale, più misure alternative

Il Velino, 22 aprile 2009

Sono in corso di svolgimento a Cattolica i lavori del ventesimo Consiglio nazionale del Sindacato autonomo Polizia penitenziaria Sappe, lavori patrocinati dalla provincia di Rimini. Un confronto, si legge in una nota, molto significativo ed importante - al quale partecipano i consiglieri nazionali e segretari regionali di tutta Italia - se si considera il pesante sovraffollamento carcerario (62mila i detenuti presenti, a fronte di una capienza regolamentare di 43mila posti) e le altrettante significative carenze di organico del corpo - circa 5mila unità -, condizioni che rendono particolarmente gravose e stressanti le condizioni di lavoro delle donne e degli uomini della Polizia penitenziaria. Molti e significativi i messaggi pervenuti dalle alte cariche istituzionali per il consiglio nazionale del Sappe.

Nel telegramma pervenuto dal Quirinale, con il saluto cordiale del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si sottolinea che "il personale della Polizia penitenziaria è chiamato a salvaguardare con abnegazione, competenza e sempre accresciuta professionalità la sicurezza degli istituti, contribuendo contestualmente al percorso riabilitativo dei detenuti. Esso può dunque offrire un fondamentale supporto anche propositivo alla realizzazione di quel ripensamento del sistema sanzionatorio e di quella rimodulazione del sistema carcerario che tutti auspicano e che dovrà conciliare le esigenze della sicurezza con quelle della risocializzazione". Anche il presidente del Consiglio Berlusconi e quello del Senato Schifani hanno rivolto i migliori auguri per il consiglio del Sappe.

"L’attuale sovraffollamento delle carceri, ha dichiarato il segretario generale del Sappe Donato Capece, va a discapito delle condizioni detentive in linea con il dettato costituzionale previsto dal terzo comma dell’articolo 27 e delle condizioni lavorative delle donne e degli uomini della Polizia penitenziaria che lavorano nella prima linea delle sezioni detentive. Un Corpo in cui si registrano carenze di organico pari a oltre 5.500 unità".

"La questione generale del sovraffollamento penitenziario – prosegue - non può trovare esclusiva risposta nello sviluppo dell’edilizia, come recentemente previsto nel decreto "milleproproghe" che ha individuato Commissario straordinario ad hoc l’attuale Capo dell’amministrazione penitenziaria Franco Ionta. A nostro avviso è necessario individuare risorse per prevedere nuove assunzioni nel Corpo e rimodulare il complessivo sistema sanzionario del Paese.

È necessaria, ha concluso Capece, una nuova politica della pena che, differenziando arrestati e condannati a seconda del tipo di reato commesso in una logica di riorganizzazione dei circuiti penitenziari, preveda una maggiore espansione dell’esecuzione penale esterna (ossia il sistema delle misure alternative, che può essere incentivata offrendo garanzie di sicurezza credibili sia dal giudice che le dispone sia dalla stessa collettività) e l’impiego della Polizia penitenziaria all’interno degli uffici di esecuzione penale esterna (Uepe) con compiti di controllo".