L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

mercoledì 5 agosto 2009

IL PRESIDENTE DELL'ORDINE NAZIONALE ASSISTENTI SOCIALI SCRIVE AL MINISTRO ALFANO SULLA GRAVE SITUAZIONE DEGLI UEPE E DEGLI USSM

Al Sig. Ministro della Giustizia
On. Avv. Angelino Alfano

Al Dott. Settembrino Nebbioso
Capo di Gabinetto
del Ministro della Giustizia
LORO SEDI
Onorevole Ministro,
da più parti e da più sedi arrivano al Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali segnali di grande difficoltà e disagio che attraversa tutto il sistema della Giustizia, ma vissuti in maniera particolare dal servizio sociale, sia della Giustizia minorile, che del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria.
Una attenta valutazione della situazione attuale ci induce ad esprimere una forte preoccupazione per il futuro del servizio sociale del sistema penale, a fronte di una realtà in cui non appare chiaro quale sia l'orientamento rispetto al ruolo e alle funzioni svolte dagli assistenti sociali della Giustizia, paventandosi addirittura una loro completa delegittimazione.
E' in tale quadro che vanno valutati anche i tagli alla spesa che, resisi in parte necessari per la crisi finanziaria in atto, stanno tuttavia mettendo in pericolo la persistenza stessa di qualsiasi forma d’intervento di protezione e di reinserimento sociale, sia nei confronti dei minori del circuito penale, che degli adulti del sistema penitenziario.
Ciò che appare è che i tagli operati hanno avuto immediata e negativa conseguenza in particolare sui servizi periferici e territoriali della Giustizia, destinati all’operatività diretta nei confronti dei beneficiari degli interventi sociali. Molto meno sui livelli intermedi e centrali.
La drastica riduzione di risorse finanziarie, umane e strumentali si traduce, per i servizi territoriali, nella crescente difficoltà, se non in una vera e propria impossibilità, ad assolvere al proprio mandato istituzionale in quanto la possibilità di operare, nelle varie realtà locali, è ridotta ormai a livelli non più rispondenti nemmeno alle minime esigenze di funzionalità dei servizi.
Tale condizione di emergenza, se in generale crea di fatto una pericolosa immobilità dell’intero sistema Giustizia, nel caso specifico del Servizio Sociale, chiamato ad intervenire sul possibile recupero dei minori e sulla riabilitazione e reinserimento sociale degli adulti, significa anche perdita di senso del lavoro e della stessa rispondenza costituzionale degli USSM e degli UEPE.
La realtà organizzativa e le pratiche professionali del servizio sociale della Giustizia, così come concretizzatesi e sviluppatesi nel corso di questi ultimi decenni, consentono di affermare che gli UEPE e gli USSM sono oggi diffusamente presenti nei territori, dove hanno attivato un'attività volta alla sottoscrizione di accordi e intese con gli Enti locali, dove operano in stretta collaborazione e coordinamento con gli attori istituzionali e non, e con le altre agenzie che si occupano della sicurezza dei territori di vita dei cittadini. Siedono ai tavoli tecnici che elaborano i Piani di Zona, vengono chiamati a far parte dei tavoli promossi dalle Prefetture per le questioni inerenti la sicurezza, hanno costanti rapporti di collaborazione con le agenzie della società civile (volontariato, cooperazione sociale, privato no profit) per la costruzione di reti operative che prevedano opportunità d’integrazione e responsabilizzazione attraverso percorsi formativi, lavorativi e di promozione sociale.
Tale politica di intervento trova il proprio fondamento nell'opinione che sia necessario inserire la Politica criminale nel più generale ambito della
Politica sociale programmata, nel convincimento che l’andamento della criminalità dipende molto più dall’andamento dei problemi sociali, che non da repressive politiche penali. Al riguardo, è stato da più parti evidenziato che la mancanza, o l’insufficienza, di politiche e interventi nel campo sociale si traducono in un aumento del livello di penalità.
Questo Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali non crede possibile che si voglia e si possa accettare la vanificazione di tale patrimonio di competenze e di buone pratiche professionali che hanno consentito al servizio sociale della Giustizia, minori e adulti, di arrivare a costituire il perno di un processo di territorializzazione dell’esecuzione penale e di tutela dei principi di inclusione e giustizia sociale, né che si intenda annullare un processo di crescita culturale, che ha interessato il nostro paese e l’Europa negli ultimi decenni, il cui punto cardine vede la pena anche come opportunità di riabilitazione e non solo come espiazione e che, in particolare per i minori, richiama la responsabilità educativa, e non solo punitiva, dello Stato.

Credendo fermamente in tali principi e nella possibilità che gli assistenti sociali inseriti nel sistema della Giustizia nel partecipare al reinserimento sociale di quanti, minori e adulti, hanno messo in atto comportamenti penalmente rilevanti, contribuiscano anche ad una maggiore sicurezza sociale e, in termini più ampi, alla sicurezza di tutti i cittadini, si chiede di invertire la logica dei tagli, capovolgendo la piramide e ottimizzando le risorse, in modo da assicurare non soltanto maggiore funzionalità ai servizi operativi.
Ci rendiamo conto delle difficoltà del momento, ma è nostra convinzione che tali difficoltà si possano meglio affrontare mantenendo un approccio che consideri le politiche penali come congiunte con le politiche sociali.
E’ in questa ottica che crediamo importante l’apporto del servizio sociale per individuare strategie e azioni che possano consentire di superare l'attuale momento di crisi.
E', quindi, con spirito di collaborazione, che richiediamo un urgente confronto con Lei su questi temi di grande rilevanza per il servizio sociale della Giustizia.
Confidando nell’accoglimento della richiesta di incontro,
Le porgiamo distinti saluti.

La Presidente
Ordine Nazionale Assistenti Sociali
Franca Dente