Lettera assistenti sociali Uepe all'ordine regionale assistenti sociali lombardia
All’Ordine Professionale
degli Assistenti Sociali
Regione Lombardia
MILANO
Il personale di servizio sociale nell’ottobre del 2008 apprendeva da una comunicazione della Direzione la necessità di applicare la circolare n° GDAP – 0091537-2007del Dap.
La RSU di questo ufficio in accordo con il personale di Servizio Sociale, dopo aver esaminato l’applicabilità della suddetta Circolare, nonché la legittimità e l’applicabilità dal punto di vista metodologico e deontologico, ha ritenuto di porre il quesito all’Ordine regionale degli AS Lombardia.
Il sette luglio 09 la RSU veniva convocata dall’Ordine Professionale AS per un confronto in merito al quesito posto.
Nel corso dell’incontro si sono rappresentate le criticità di questo ufficio in relazione ai carichi di lavoro. Dal confronto è emerso che l’individuazione di standard qualitativi e quantitativi sugli interventi tecnico professionali, da parte dell’Amministrazione Penitenziaria, è deontologicamente legittimo mentre il carico di lavoro eccessivo non permette agli Assistenti Sociali di adempiere a quanto previsto dall'art. 38 del codice deontologico che recita :" L'AS deve adoperarsi affinché le sue prestazioni professionali si compiano nei termini di tempo idonei a realizzare interventi qualificati ed efficaci; deve inoltre segnalare l'eccessivo cumulo degli incarichi e delle prestazioni quando questo torni di pregiudizio all'utente". Pur tuttavia gli Assistenti Sociali dell’Uepe di Milano continuano ad assolvere ai propri compiti istituzionali nonostante l’esiguità delle risorse messe a disposizione dalla Pubblica Amministrazione.
La RSU, preso atto della grave situazione sopra descritta, ha inviato di recente un documento di denuncia a tutti gli Organi Superiori a tutela dei lavoratori in relazione all’eccessivo cumulo degli incarichi, mentre rimane a forte rischio la tutela dei diritti dell’utente. (Vedi all. )
L’attuale situazione dell’Uepe di Milano, relativamente al personale di servizio sociale, si può inoltre ben constatare dallo stralcio del documento redatto dalla Direzione dell’Uepe in data 22/06/2009 che denuncia la situazione del personale agli Organi Superiori:
“….E’ d’obbligo cominciare dalla situazione del Personale, carente sia dal punto di vista numerico ma anche delle figure professionali e delle competenze necessarie al regolare funzionamento dell' ufficio
La recente nota della D.G. EPE Ufficio II datata 11 Giugno rileva che “.. presso l’Ufficio di Milano risultano in servizio 53 funzionari di Area III – 16 F3 ( ex C2) e 37 F1 ( ex C1).
La situazione sopra richiamata é quella formale, mentre quella effettiva é un'altra, qui di seguito illustrata, la sola peraltro con cui nel distribuire incarichi e carichi di lavoro deve fare i conti il Direttore.
Area Servizio Sociale : la forza effettiva ( con ciò intendendosi il numero di Assistenti Sociali incardinati effettivamente presenti ) è costituita da 52 AA.SS. ( la 53esima unità è un’A.S. qui distaccata da Brescia) di cui però 11 unità sono distaccate altrove ( 9 presso altri U.EPE e 2 presso il PRAP Lombardia); quindi la forza presente è di 41 AA.SS + 1 A.S. in distacco, per un totale di 42 ( non 53); di loro 41, 9 AA.SS. fruiscono di P.T. variamente articolati, orizzontale e verticale e anche in regime misto, per la precisione: A.S. C3 1 PT- AA.SS.C2 6 PT – AA.SS.C1 2 PT.
Essendo trai compiti del Dirigente ex D.Lgs.vo n.165/2001 art.17 co.e) gestire il Personale, gli AA.SS. in servizio sono stati distribuiti come da ordine di servizio n.5 del Maggio 2009 che si allega.
In sintesi, sono soltanto 33 gli AA.SS. a orario pieno ( ma ciò non vuol dire che siano sempre in servizio a tempo pieno perché in 3 attualmente, per esempio, fruiscono di consistenti periodi di congedo parentale e 1 unità è assente ex art.18 D.Lgs.vo n.154/2001) . A riprova di quanto sopra, si allega la scheda illustrativa già inviata ai Superiori Uffici in diverse occasioni ( distacchi, P.T. etc.)
In merito ai distacchi, non si può tacere il fatto che sono sempre concessi o rinnovati tenendo conto delle esigenze di servizio dell'U.EPE di destinazione e non anche delle esigenze di questo U.EPE, ogni volta debitamente rappresentate e documentate.
Non solo: distacchi concessi inizialmente solo per 2/3 mesi diventano poi dei trasferimenti mascherati in quanto nessuno finora é mai tornato indietro.
AA.SS. operativi e carichi di lavoro: dalle schede statistica allegate si evince che - in quest'ultimo anno - numero di unità di Personale e numero di casi hanno avuto un andamento inversamente proporzionale perché mentre il Personale diminuiva,, il carico di lavoro é progressivamente aumentato: l'incremento percentuale infatti é di + 43,14% affidamenti in prova + 17,8 % detenzioni domiciliari,+ 13,66 % osservazioni, + 9,09% indagini ( per usare come indicatori gli interventi indifferibili).
In ragione di ciò, in attesa che progetti da lungo tempo in elaborazione come “ Diapason”
( PRAP Lombardia) diano il risultato tanto atteso in termini di definizione qualitativa dei carichi di lavoro, questa Direzione ha provato a verificare in proprio l'applicabilità presso questo U.EPE della L.C. n.91537/2007 “Attività conseguenti alla riduzione delle persone prese in carico”, con i risultati di cui all’allegato .3 ( relativi al computo del tempo-lavoro di un assistente sociale “ al netto” di assenze per malattia o ferie o 150 ore etc etc. ed escludendo – come lo esclude la L.C citata - le attività gestionali richieste dalle semilibertà,, 21 LE, detenzioni domiciliari, libertà
vigilate, segretariato che pur fanno parte del carico di lavoro ordinario di ogni assistente sociale) e così riassumibili: se per garantire nel rapporto con un affidato il livello definito “sufficiente” ogni A.S. dovrebbe avere in carico non più di 12 affidati, in questo Ufficio si va da un carico individuale minimo di +7 a uno massimo di più +18 affidati rispetto al carico “ ideale” di 12.
Cosa vuol dire ciò, che il livello con cui si é lavorato e si lavora tutt'oggi in quest'Ufficio é insufficiente? Sì, se si ragiona in termini di adempimento, no se si ragiona in relazione agli obbiettivi professionali, il cui conseguimento rientra nell'autonomia professionale e tenuto conto che nella gestione dell'affidato l'elemento qualitativo é imprescindibile nel valutare caso per caso quali interventi o azioni é necessario fare e quali no in relazione al contesto del soggetto ( età, situazione lavorativa, salute , problematiche socio-famigliari, etc.) e al programma di trattamento redatto nei suoi confronti.
Quindi l'indicazione che si può dare agli AA.SS. di quest'Ufficio é di incontrare l'affidato almeno una volta al mese, salvo necessità di un controllo più assiduo riscontrabili caso per caso a seguito di effettiva presa in carico del medesimo.
Ma la valutazione tecnica non può soccorrere all'infinito né costituire un criterio valido quale che sia il numero di utenti in carico all'operatore professionale; pertanto se il numero di casi nelle sue varie tipologie continuerà a crescere “..anche in ragione di uno spostamento di attività di osservazioni dalla libertà alle osservazioni in carcere” ( cfr. L.C. della D.G. E.P.E del 30/3/2009 relativa al D.L.n.11/2009) con conseguente incremento quantitativo/ qualitativo degli interventi richiesti agli AA.SS.- in funzione dell'eventuale prosieguo della condanna sul territorio- sarà necessario a breve individuare delle priorità negli interventi.
L'alternativa é quella di migliorare il sistema, ma se si vuol migliorare il sistema bisogna investire per farlo e qui , all'interno di questo Ufficio, di risorse da investire non ce ne sono più….”
Nel mese di giugno u.s., il Provveditore dell’ Amministrazione Penitenziaria ha inviato alle Direzioni degli Istituti Penitenziari e Uffici Esecuzione Penale Esterna della regione Lombardia una informativa sulla situazione degli Istituti Penitenziari in cui chiede agli Uepe, in collaborazione alle aree pedagogiche degli Istituti, di “attivarsi concretamente nell’individuare e predisporre interventi utili a consentire l’accesso a misure alternative alla detenzione per tutti quei detenuti che siano nelle condizioni essenziali per esservi ammessi. ….Attivarsi pertanto in ogni forma possibile affinché le procedure di osservazione possano essere risolti in tempi brevi… .” Ciò comporterà sicuramente un maggiore aggravio del carico di lavoro con richieste di interventi sempre più tempestivi a discapito della qualità del lavoro e delle responsabilità sottese che esso comporta.
Gli Assistenti Sociali dell’Uepe di Milano, nonostante la situazione sopra descritta continuano ad operare non trascurando la professionalità che li caratterizza e nell’interesse del diritto degli utenti. Affinché tale diritto possa continuare ad essere garantito e potenziato, si chiede che gli operatori siano posti nelle condizioni idonee ad assolvere al loro mandato professionale ed istituzionale, attraverso l’adeguata assegnazione di risorse umane e finanziarie.
A tal proposito si richiede all’Ordine Regionale un intervento, ormai inderogabile, affinché esamini la documentazione allegata e intervenga, con l’autorevolezza che la contraddistingue, nei confronti degli Organi Superiori dell’Amministrazione Penitenziaria, a supporto delle istanze del personale di servizio sociale di questo ufficio.
La RSU UEPE
degli Assistenti Sociali
Regione Lombardia
MILANO
Il personale di servizio sociale nell’ottobre del 2008 apprendeva da una comunicazione della Direzione la necessità di applicare la circolare n° GDAP – 0091537-2007del Dap.
La RSU di questo ufficio in accordo con il personale di Servizio Sociale, dopo aver esaminato l’applicabilità della suddetta Circolare, nonché la legittimità e l’applicabilità dal punto di vista metodologico e deontologico, ha ritenuto di porre il quesito all’Ordine regionale degli AS Lombardia.
Il sette luglio 09 la RSU veniva convocata dall’Ordine Professionale AS per un confronto in merito al quesito posto.
Nel corso dell’incontro si sono rappresentate le criticità di questo ufficio in relazione ai carichi di lavoro. Dal confronto è emerso che l’individuazione di standard qualitativi e quantitativi sugli interventi tecnico professionali, da parte dell’Amministrazione Penitenziaria, è deontologicamente legittimo mentre il carico di lavoro eccessivo non permette agli Assistenti Sociali di adempiere a quanto previsto dall'art. 38 del codice deontologico che recita :" L'AS deve adoperarsi affinché le sue prestazioni professionali si compiano nei termini di tempo idonei a realizzare interventi qualificati ed efficaci; deve inoltre segnalare l'eccessivo cumulo degli incarichi e delle prestazioni quando questo torni di pregiudizio all'utente". Pur tuttavia gli Assistenti Sociali dell’Uepe di Milano continuano ad assolvere ai propri compiti istituzionali nonostante l’esiguità delle risorse messe a disposizione dalla Pubblica Amministrazione.
La RSU, preso atto della grave situazione sopra descritta, ha inviato di recente un documento di denuncia a tutti gli Organi Superiori a tutela dei lavoratori in relazione all’eccessivo cumulo degli incarichi, mentre rimane a forte rischio la tutela dei diritti dell’utente. (Vedi all. )
L’attuale situazione dell’Uepe di Milano, relativamente al personale di servizio sociale, si può inoltre ben constatare dallo stralcio del documento redatto dalla Direzione dell’Uepe in data 22/06/2009 che denuncia la situazione del personale agli Organi Superiori:
“….E’ d’obbligo cominciare dalla situazione del Personale, carente sia dal punto di vista numerico ma anche delle figure professionali e delle competenze necessarie al regolare funzionamento dell' ufficio
La recente nota della D.G. EPE Ufficio II datata 11 Giugno rileva che “.. presso l’Ufficio di Milano risultano in servizio 53 funzionari di Area III – 16 F3 ( ex C2) e 37 F1 ( ex C1).
La situazione sopra richiamata é quella formale, mentre quella effettiva é un'altra, qui di seguito illustrata, la sola peraltro con cui nel distribuire incarichi e carichi di lavoro deve fare i conti il Direttore.
Area Servizio Sociale : la forza effettiva ( con ciò intendendosi il numero di Assistenti Sociali incardinati effettivamente presenti ) è costituita da 52 AA.SS. ( la 53esima unità è un’A.S. qui distaccata da Brescia) di cui però 11 unità sono distaccate altrove ( 9 presso altri U.EPE e 2 presso il PRAP Lombardia); quindi la forza presente è di 41 AA.SS + 1 A.S. in distacco, per un totale di 42 ( non 53); di loro 41, 9 AA.SS. fruiscono di P.T. variamente articolati, orizzontale e verticale e anche in regime misto, per la precisione: A.S. C3 1 PT- AA.SS.C2 6 PT – AA.SS.C1 2 PT.
Essendo trai compiti del Dirigente ex D.Lgs.vo n.165/2001 art.17 co.e) gestire il Personale, gli AA.SS. in servizio sono stati distribuiti come da ordine di servizio n.5 del Maggio 2009 che si allega.
In sintesi, sono soltanto 33 gli AA.SS. a orario pieno ( ma ciò non vuol dire che siano sempre in servizio a tempo pieno perché in 3 attualmente, per esempio, fruiscono di consistenti periodi di congedo parentale e 1 unità è assente ex art.18 D.Lgs.vo n.154/2001) . A riprova di quanto sopra, si allega la scheda illustrativa già inviata ai Superiori Uffici in diverse occasioni ( distacchi, P.T. etc.)
In merito ai distacchi, non si può tacere il fatto che sono sempre concessi o rinnovati tenendo conto delle esigenze di servizio dell'U.EPE di destinazione e non anche delle esigenze di questo U.EPE, ogni volta debitamente rappresentate e documentate.
Non solo: distacchi concessi inizialmente solo per 2/3 mesi diventano poi dei trasferimenti mascherati in quanto nessuno finora é mai tornato indietro.
AA.SS. operativi e carichi di lavoro: dalle schede statistica allegate si evince che - in quest'ultimo anno - numero di unità di Personale e numero di casi hanno avuto un andamento inversamente proporzionale perché mentre il Personale diminuiva,, il carico di lavoro é progressivamente aumentato: l'incremento percentuale infatti é di + 43,14% affidamenti in prova + 17,8 % detenzioni domiciliari,+ 13,66 % osservazioni, + 9,09% indagini ( per usare come indicatori gli interventi indifferibili).
In ragione di ciò, in attesa che progetti da lungo tempo in elaborazione come “ Diapason”
( PRAP Lombardia) diano il risultato tanto atteso in termini di definizione qualitativa dei carichi di lavoro, questa Direzione ha provato a verificare in proprio l'applicabilità presso questo U.EPE della L.C. n.91537/2007 “Attività conseguenti alla riduzione delle persone prese in carico”, con i risultati di cui all’allegato .3 ( relativi al computo del tempo-lavoro di un assistente sociale “ al netto” di assenze per malattia o ferie o 150 ore etc etc. ed escludendo – come lo esclude la L.C citata - le attività gestionali richieste dalle semilibertà,, 21 LE, detenzioni domiciliari, libertà
vigilate, segretariato che pur fanno parte del carico di lavoro ordinario di ogni assistente sociale) e così riassumibili: se per garantire nel rapporto con un affidato il livello definito “sufficiente” ogni A.S. dovrebbe avere in carico non più di 12 affidati, in questo Ufficio si va da un carico individuale minimo di +7 a uno massimo di più +18 affidati rispetto al carico “ ideale” di 12.
Cosa vuol dire ciò, che il livello con cui si é lavorato e si lavora tutt'oggi in quest'Ufficio é insufficiente? Sì, se si ragiona in termini di adempimento, no se si ragiona in relazione agli obbiettivi professionali, il cui conseguimento rientra nell'autonomia professionale e tenuto conto che nella gestione dell'affidato l'elemento qualitativo é imprescindibile nel valutare caso per caso quali interventi o azioni é necessario fare e quali no in relazione al contesto del soggetto ( età, situazione lavorativa, salute , problematiche socio-famigliari, etc.) e al programma di trattamento redatto nei suoi confronti.
Quindi l'indicazione che si può dare agli AA.SS. di quest'Ufficio é di incontrare l'affidato almeno una volta al mese, salvo necessità di un controllo più assiduo riscontrabili caso per caso a seguito di effettiva presa in carico del medesimo.
Ma la valutazione tecnica non può soccorrere all'infinito né costituire un criterio valido quale che sia il numero di utenti in carico all'operatore professionale; pertanto se il numero di casi nelle sue varie tipologie continuerà a crescere “..anche in ragione di uno spostamento di attività di osservazioni dalla libertà alle osservazioni in carcere” ( cfr. L.C. della D.G. E.P.E del 30/3/2009 relativa al D.L.n.11/2009) con conseguente incremento quantitativo/ qualitativo degli interventi richiesti agli AA.SS.- in funzione dell'eventuale prosieguo della condanna sul territorio- sarà necessario a breve individuare delle priorità negli interventi.
L'alternativa é quella di migliorare il sistema, ma se si vuol migliorare il sistema bisogna investire per farlo e qui , all'interno di questo Ufficio, di risorse da investire non ce ne sono più….”
Nel mese di giugno u.s., il Provveditore dell’ Amministrazione Penitenziaria ha inviato alle Direzioni degli Istituti Penitenziari e Uffici Esecuzione Penale Esterna della regione Lombardia una informativa sulla situazione degli Istituti Penitenziari in cui chiede agli Uepe, in collaborazione alle aree pedagogiche degli Istituti, di “attivarsi concretamente nell’individuare e predisporre interventi utili a consentire l’accesso a misure alternative alla detenzione per tutti quei detenuti che siano nelle condizioni essenziali per esservi ammessi. ….Attivarsi pertanto in ogni forma possibile affinché le procedure di osservazione possano essere risolti in tempi brevi… .” Ciò comporterà sicuramente un maggiore aggravio del carico di lavoro con richieste di interventi sempre più tempestivi a discapito della qualità del lavoro e delle responsabilità sottese che esso comporta.
Gli Assistenti Sociali dell’Uepe di Milano, nonostante la situazione sopra descritta continuano ad operare non trascurando la professionalità che li caratterizza e nell’interesse del diritto degli utenti. Affinché tale diritto possa continuare ad essere garantito e potenziato, si chiede che gli operatori siano posti nelle condizioni idonee ad assolvere al loro mandato professionale ed istituzionale, attraverso l’adeguata assegnazione di risorse umane e finanziarie.
A tal proposito si richiede all’Ordine Regionale un intervento, ormai inderogabile, affinché esamini la documentazione allegata e intervenga, con l’autorevolezza che la contraddistingue, nei confronti degli Organi Superiori dell’Amministrazione Penitenziaria, a supporto delle istanze del personale di servizio sociale di questo ufficio.
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