Dap; affollamento e caldo, in carceri "rischio conflitti"
Redattore Sociale - Dire, 8 luglio 2008
Il sovraffollamento e il caldo aumentano il rischio di conflitti e problemi interni. I suggerimenti fanno riferimento a provvedimenti "qualitativi" per evitare atti di autolesionismo e non sopprimere le misure di inclusione.
Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) ha emanato una circolare per i provveditori regionali concernente le difficoltà derivanti, nella stagione estiva, dalle condizioni di sovraffollamento delle carceri italiane. Nella circolare, il dipartimento segnala iniziative e provvedimenti da adottare per la tutela della salute e della vita delle persone detenute o internate.
"Gli istituti penitenziari - si legge - stanno attraversando una fase altamente critica in cui gli aspetti di maggiore preoccupazione attengono, oltre che alla capacità di tenuta del sistema - che ricomprende il mantenimento dell’ordine e della sicurezza - anche all’adeguatezza delle risposte e degli strumenti di cui si dispone per garantire la prevenzione dei rischi per la salute e la vita dei ristretti".
Crescono dunque i fattori di criticità. Nella circolare si fa riferimento, "in chiave esemplicativa", al nodo delle carenze di organico della polizia penitenziaria, alla riduzione delle risorse finanziarie nella gestione dei bilanci degli istituti e degli Uepe, nonché le problematiche relative al processo di transito della medicina penitenziaria al servizio sanitario nazionale.
Ma, si rileva, non tutti gli elementi di vulnerabilità dipendono da fattori di natura "quantitativa". L’efficacia e l’efficienza dipendono anche da fattori "qualitativi", le cui eventuali inadeguatezze "non possono essere dissimulate dietro la carenza degli organici".
Capienza. La circolare sottolinea come "la condizione di generalizzato sovraffollamento sta determinando l’esaurimento degli spazi allocativi". Insomma, è stato vanificato l’effetto dell’indulto e per fronteggiare l’emergenza il Dap ritiene necessario l’intervento dei provveditori per individuare spazi detentivi a gestione "aperta", a cui assegnare i detenuti di minore pericolosità. Con questa manovra sarebbe così possibile, dopo avere individuato le strutture idonee, compensare nelle stesse i minori spazi destinati alle camere di detenzione - da convertire in camere di solo pernottamento - con la permanenza all’aperto protratta nel corso della giornata e con una "offerta trattamentale più robusta" (aumento dei colloqui, maggiori occasioni di trattamento e di intrattenimento).
Per quanto riguarda l’avvento dei mesi più caldi, il Dap ritiene opportuno che i provveditori sensibilizzino le direzioni degli istituti "affinché non sia trascurato ogni intervento realisticamente attuabile per migliorare la qualità e l’efficacia delle strategie indirizzate al conseguimento degli obiettivi istituzionali, primo fra tutti la tutela della vita e della salute delle persone detenute".
Ed allora, in sintesi: accertare che tutte le direzioni degli istituti abbiamo regolamentato il "servizio di accoglienza" e l’operatività dello staff multidisciplinare (gruppo di lavoro per i nuovi giunti dalla libertà ed esteso a qualsiasi detenuto o internato a rischio auto-etero lesivo o suicida). A tal proposito viene chiesto uno screening scrupoloso che eviti un livellamento verso l’alto del grado di pericolosità dei detenuti. Poi viene ritenuto necessario che le direzioni abbiamo disciplinato i cosiddetti "regimi di sorveglianza intensificata", per gestire dal di dentro i fenomeni di pericolosità.
I disagi della stagione estiva possono produrre poi un aumento del rischio di atti autolesionistici. Si chiede dunque di verificare che tutti gli istituti abbiano recepito le direttive in materia di generi di cui è consentito il possesso, l’acquisto o la ricezione, etc.
Per i detenuti tossicodipendenti, si chiede attenzione per l’assunzione di eccessive quantità di farmaci o psicofarmaci accumulati arbitrariamente o trafficati. Ed è ritenuta fondamentale l’azione di agenti e operatori per reprimere condotte che mirano a ottenere con insistenza sovradosaggi. Si chiede anche che venga verificata la presenza di una disciplina per la distribuzione di terapie, compresi i farmaci sostitutivi (metadone) ai soggetti in carico ai Sert.
Conflitti. Poiché in estate "è prevedibile un innalzamento delle situazioni conflittuali", il Dap chiede che le direzioni impartiscano le disposizioni "per evitare che i ristretti possano convogliare le tensioni in forme di protesta derivanti da eventuali carenze nella soddisfazione dei bisogni primari" (es: assenza di acqua).
In chiave strategica, si chiede poi massima attenzione per "non comprimere quegli spazi vitali (attività di intrattenimento, percorsi formativi, colloqui con i volontari, etc.) che concorrono ad alleviare le tensioni nei mesi più caldi".
Chiesto, inoltre, che trovino regolare corso le iniziative incluse nel "Progetto pedagogico". Particolare impegno si chiede poi per il problema della razionalizzazione dei posti e dei tempi di durata delle attività lavorative penitenziarie, di tipo domestico, industriale o agricolo. "In chiave di opportunità - si legge - appare preferibile che le direzioni orientino le proprie scelte verso formule di lavoro part-time che, attraverso una rotazione periodica dei lavoranti, seguano la filosofia dell’impiegare il maggior numero di ristretti". Insomma, lavorare meno, lavorare tutti.
Ed ancora: nella ripartizione delle risorse, privilegiare quelle direzioni che abbiano optato per l’organizzazione di servizi in economia con manodopera detenuta. E maggiore impulso, per il Dap, andrà dato le convenzioni attuative della legge Smuraglia, "trattandosi di iniziative che di fatto prevedono la creazione di posti di lavoro con oneri retributivi a carico delle imprese pubbliche e private e, in particolar modo, delle cooperative sociali".
Su questo versante, viene ritenuto di fondamentale importanza la politica di assegnazione dei detenuti comuni in ambito intra-regionale in modo che tutte le strutture abbiano pareri positivi per la fruizione di permessi premiali, quale presupposto per programmi di trattamento di inserimento lavorativo esterno.
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