L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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lunedì 6 luglio 2009

Allarme carceri: in assenza del Governo intervengano regioni e comuni.

Comunicato stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale


Il rapporto presentato ieri mattina dall'associazione Antigone, evidenzia, dati alla mano, la tragicità della situazione in cui versano le nostre carceri. Sono dati che gridano vendetta. 64.000 detenuti a fronte di una capienza di appena 42.000: è sicuramente il dato più allarmante del rapporto, un dato che pone le istituzioni di fronte alle proprie responsabilità.

Ormai da tempo denunciamo lo stato di affollamento in cui versano le nostre carceri, cercando di far emergere come una tale situazione possa dal punto di vista igenico-sanitario creare situazioni esplosive, pericolose per la salute pubblica. Non solo. Crediamo che una tale situazione annienti di fatto ogni possibile azione rieducativa degli istituti penitenziari, aggiungendo alla pena detentiva livelli di vita al limite della disumanizzazione, inaccettabili per uno stato di diritto. Più di 500 suicidi in 9 anni: un dato che fa accapponare la pelle.

Oggi ho personalmente inviato al Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, al Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ed al Presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, tre lettere.

Al Ministro chiediamo di uscire dal silenzio, e dire al paese quale sia la strategia del Governo per affrontare una tale crisi. Le risposte fin qui date, che profilano un impegno tanto effimero quanto intempestivo sul fronte dell'edilizia penitenziaria, non possono rassicurarci. Dal 2008, data del trasferimento delle competenze alle Regioni sul tema della sanità penitenziaria, le Asl attendono che i relativi fondi (oltre 300 milioni di euro per gli anni 2008 e 2009) vengano loro trasferiti: finora hanno provveduto, con difficoltà e con sforzi tutti propri, alla gestione del sistema. Un vuoto inaccettabile e che rischia di aggravare una situazione già di per se critica.

Ai Presidenti Errani e Chiamparino chiediamo di agire le loro responsabilità sul tema del sovraffollamento e della crisi del sistema della sanità penitenziaria, pretendendo dal Governo e dal Ministro Alfano interventi immediati e concreti in assenza dei quali si profila un aggravarsi della situazione al limite dell'emergenza.

L'ordinamento non esclude per gli enti locali la possibilità di avviare verifiche sulla corretta compatibilità del sistema e rivendicare l'assunzione da parte del governo centrale di politiche penitenziarie che evitino il progressivo e, sembrerebbe, inarrestabile affollamento delle carceri. La legge Gozzini e l'ordinamento già prevedono forme sostitutive della detenzione.

In gioco non c'è solo la tenuta del sistema, ma la difesa dei diritti inalienabili di ogni cittadino, anche di chi è momentaneamente privato della libertà personale, ma non del diritto alla salute, alla dignità.