FP CGIL Lombardia: Mare Amaro
Ci sono state volte in cui, da cittadini della Regione Lombardia, abbiamo invidiato i cittadini di altre Regioni che hanno lo sbocco sul mare.
Mai avremmo pensato che oggi, invece, siano le altre Regioni ad invidiare noi lombardi che non abbiamo coste marine.
Le esternazioni del Dottor Ionta, capo del DAP, sulla possibilità di varare (il termine mai fu così appropriato) istituti penitenziari galleggianti per far fronte all’emergenza carceri, ci fa pensare che stiamo vedendo la finanza creativa evolversi in penitenza creativa.
Ma d’altro canto, nelle ultime settimane, è il mare il luogo dove si sviluppano le politiche più nefande dell’attuale Governo. Come già evidenziato dalla FP CGIL e da quasi tutte le altre OO.SS. nell’incontro con il Dottor Ionta stesso a Milano, lo scorso autunno, crediamo che un intervento di pura politica edilizia, terrestre o marina che sia, non affronti dal punto di vista giusto il problema.
Come pensare di aprire nuovi istituti e ampliare quelli già esistenti senza le debite risorse di personale? in Lombardia, come altrove, è già adesso largamente insufficiente, anche grazie al reiterato malcostume dei distacchi clientelari che, oltretutto, impediscono a chi ne ha realmente diritto di goderne.
Come affrontare il tema del recupero della popolazione detenuta pensando solo alla militarizzazione del personale trattamentale e amministrativo? venendo così ad insultare le professionalità di ambedue i comparti, che debbono essere sinergici, ma non semplicisticamente assommati rendendone così minori le potenzialità, anche quelle di tutela sindacale: ad esempio noi ci battiamo e ci batteremo perché anche il Comparto Sicurezza abbia il diritto di eleggere direttamente la propria rappresentanza sindacale e non viceversa.
Come non pensare che grazie alle leggi del pacchetto sicurezza, la popolazione carceraria si incrementerà con detenuti stranieri che, già ora, per più della metà potrebbero godere degli arresti domiciliari se solo ne avessero uno di domicilio?
Come soltanto ipotizzare che si possa arretrare dalla politica delle alternative alla pena detentiva, nei dettami sanciti dalla Costituzione Repubblicana, per un recupero di chi ha commesso reati ed ancor più pensando a reati che sono, normalmente, classificati come minori?
Per tutto questo ci permettiamo di consigliare al Dottor Ionta di considerare il mare come luogo di vacanza o, al massimo, di talassoterapia e non ad un elemento di passaggio da un barcone di disperati ad una galera (nel senso originario del termine).
Ci auspichiamo che si accantonino questi interventi estemporanei, funzionali più alle pagine dei giornali ed alle telecamere, che non alla reale risoluzione del problema.
Speriamo che, prima o poi, meglio prima, si voglia affrontare tale questione con la serietà e le necessarie risorse, umane ed economiche, che essa merita.
Milano, 18 maggio 2009
Il Segretario FP CGIL Lombardia La Coordinatrice FP CGIL Lombardia Ministeri Comparto Ministeri- Penitenziari
Mai avremmo pensato che oggi, invece, siano le altre Regioni ad invidiare noi lombardi che non abbiamo coste marine.
Le esternazioni del Dottor Ionta, capo del DAP, sulla possibilità di varare (il termine mai fu così appropriato) istituti penitenziari galleggianti per far fronte all’emergenza carceri, ci fa pensare che stiamo vedendo la finanza creativa evolversi in penitenza creativa.
Ma d’altro canto, nelle ultime settimane, è il mare il luogo dove si sviluppano le politiche più nefande dell’attuale Governo. Come già evidenziato dalla FP CGIL e da quasi tutte le altre OO.SS. nell’incontro con il Dottor Ionta stesso a Milano, lo scorso autunno, crediamo che un intervento di pura politica edilizia, terrestre o marina che sia, non affronti dal punto di vista giusto il problema.
Come pensare di aprire nuovi istituti e ampliare quelli già esistenti senza le debite risorse di personale? in Lombardia, come altrove, è già adesso largamente insufficiente, anche grazie al reiterato malcostume dei distacchi clientelari che, oltretutto, impediscono a chi ne ha realmente diritto di goderne.
Come affrontare il tema del recupero della popolazione detenuta pensando solo alla militarizzazione del personale trattamentale e amministrativo? venendo così ad insultare le professionalità di ambedue i comparti, che debbono essere sinergici, ma non semplicisticamente assommati rendendone così minori le potenzialità, anche quelle di tutela sindacale: ad esempio noi ci battiamo e ci batteremo perché anche il Comparto Sicurezza abbia il diritto di eleggere direttamente la propria rappresentanza sindacale e non viceversa.
Come non pensare che grazie alle leggi del pacchetto sicurezza, la popolazione carceraria si incrementerà con detenuti stranieri che, già ora, per più della metà potrebbero godere degli arresti domiciliari se solo ne avessero uno di domicilio?
Come soltanto ipotizzare che si possa arretrare dalla politica delle alternative alla pena detentiva, nei dettami sanciti dalla Costituzione Repubblicana, per un recupero di chi ha commesso reati ed ancor più pensando a reati che sono, normalmente, classificati come minori?
Per tutto questo ci permettiamo di consigliare al Dottor Ionta di considerare il mare come luogo di vacanza o, al massimo, di talassoterapia e non ad un elemento di passaggio da un barcone di disperati ad una galera (nel senso originario del termine).
Ci auspichiamo che si accantonino questi interventi estemporanei, funzionali più alle pagine dei giornali ed alle telecamere, che non alla reale risoluzione del problema.
Speriamo che, prima o poi, meglio prima, si voglia affrontare tale questione con la serietà e le necessarie risorse, umane ed economiche, che essa merita.
Milano, 18 maggio 2009
Il Segretario FP CGIL Lombardia La Coordinatrice FP CGIL Lombardia Ministeri Comparto Ministeri- Penitenziari
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