Carceri affollate; è un record nell’Italia repubblicana- www.linkontro.info, 6 maggio 2009
Ci siamo: è record. E non è un record di cui l’Italia possa vantarsi. Nella giornata di ieri abbiamo toccato il numero massimo di persone detenute nelle 207 carceri italiane, dall’amnistia di Togliatti a oggi. Secondo i dati del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap), nelle patrie galere ci sono 62.057 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 43.201 posti. Poco al di sotto del limite massimo tollerabile calcolato in 63.702. Come dire, siamo seduti su una polveriera.
Per dare la misura di come ad ingiustizia si aggiunga ingiustizia, un paio di dati che fotografano con immediatezza l’iniquità del nostro sistema penale e repressivo. Primo: i detenuti imputati sono più di quelli condannati in via definitiva, 30.892 contro 29.317. Secondo: i detenuti immigrati sono 22.837, pari al 37,17% della popolazione detenuta.
Anche i sindacati lanciano l’allarme. "La marcia verso la quota limite delle 63mila presenze pare inarrestabile, anzi di questo passo a fine anno i detenuti presenti negli istituti penitenziari saranno circa 70mila, a fronte di una capienza massima di circa 43mila posti" afferma Eugenio Sarno, segretario generale della Uil-Pa penitenziari, che sollecita "soluzioni urgenti" al problema, "pena l’ingestibilità totale dei 220 penitenziari italiani".
La risposta del Capo del Dap Franco Ionta non tarda ad arrivare, con un piano appena consegnato al ministro della Giustizia Angelino Alfano e che presto il Guardasigilli, dopo un’ulteriore verifica con i suoi uffici tecnici, porterà in consiglio dei ministri. Si tratta di una spesa di circa 1,5 miliardi di euro che in 18 regioni porterà a un aumento di circa 18mila posti letto,di cui circa 5mila entro il 2010-2011, attraverso la ristrutturazione di sezioni carcerarie esistenti, la costruzione di 46 nuovi padiglioni in altrettanti istituti, il completamento di 9 carceri in fase già avanzata, e l’edificazione di altri 18 nuovi penitenziari.
Ma in realtà, a fronte del miliardo e mezzo necessario, i fondi di bilancio su cui il Dap può fare affidamento certo ammontano a soli circa 200 milioni di euro, ai quali si aggiungono circa 120-130milioni di euro della Cassa delle ammende, ai quali si può ora attingere mentre fino a due mesi fa la Cassa era solo per progetti di reinserimento dei detenuti. A tale somma potrebbero aggiungersi fondi Fas, circa 200milioni di euro, comunicati dal ministero dello Sviluppo economico ma non ancora assegnati perché da ridefinire dopo l’emergenza terremoto in Abruzzo. A coprire il resto potrebbero arrivare i privati attraverso lo strumento del project financing.
Situazione insostenibile e risposta inadeguata secondo Patrizio Gonnella, presidente dell’Associazione Antigone, che punta il dito sulle leggi criminogene adottate negli ultimi anni: "non è possibile chiudere gli occhi rispetto agli esiti delle politiche penali adottate, a parità di tassi di criminalità. L’Italia sta scivolando verso una situazione secondo cui il numero di posti è la metà di quello delle presenze, che determina intollerabili situazioni anche per chi lavora in carcere. Inoltre l’utilizzo della Cassa ammende per i padiglioni ,cioè per l’accomodamento in cella, che è il primo dovere dello stato verso coloro verso cui esercita il potere di privazione della libertà, è contrario a spirito e lettera per cui tale cassa è stata costituita ed è in ultima istanza contrario all’idea stessa di reinserimento sociale".
Ci siamo: è record. E non è un record di cui l’Italia possa vantarsi. Nella giornata di ieri abbiamo toccato il numero massimo di persone detenute nelle 207 carceri italiane, dall’amnistia di Togliatti a oggi. Secondo i dati del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap), nelle patrie galere ci sono 62.057 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 43.201 posti. Poco al di sotto del limite massimo tollerabile calcolato in 63.702. Come dire, siamo seduti su una polveriera.
Per dare la misura di come ad ingiustizia si aggiunga ingiustizia, un paio di dati che fotografano con immediatezza l’iniquità del nostro sistema penale e repressivo. Primo: i detenuti imputati sono più di quelli condannati in via definitiva, 30.892 contro 29.317. Secondo: i detenuti immigrati sono 22.837, pari al 37,17% della popolazione detenuta.
Anche i sindacati lanciano l’allarme. "La marcia verso la quota limite delle 63mila presenze pare inarrestabile, anzi di questo passo a fine anno i detenuti presenti negli istituti penitenziari saranno circa 70mila, a fronte di una capienza massima di circa 43mila posti" afferma Eugenio Sarno, segretario generale della Uil-Pa penitenziari, che sollecita "soluzioni urgenti" al problema, "pena l’ingestibilità totale dei 220 penitenziari italiani".
La risposta del Capo del Dap Franco Ionta non tarda ad arrivare, con un piano appena consegnato al ministro della Giustizia Angelino Alfano e che presto il Guardasigilli, dopo un’ulteriore verifica con i suoi uffici tecnici, porterà in consiglio dei ministri. Si tratta di una spesa di circa 1,5 miliardi di euro che in 18 regioni porterà a un aumento di circa 18mila posti letto,di cui circa 5mila entro il 2010-2011, attraverso la ristrutturazione di sezioni carcerarie esistenti, la costruzione di 46 nuovi padiglioni in altrettanti istituti, il completamento di 9 carceri in fase già avanzata, e l’edificazione di altri 18 nuovi penitenziari.
Ma in realtà, a fronte del miliardo e mezzo necessario, i fondi di bilancio su cui il Dap può fare affidamento certo ammontano a soli circa 200 milioni di euro, ai quali si aggiungono circa 120-130milioni di euro della Cassa delle ammende, ai quali si può ora attingere mentre fino a due mesi fa la Cassa era solo per progetti di reinserimento dei detenuti. A tale somma potrebbero aggiungersi fondi Fas, circa 200milioni di euro, comunicati dal ministero dello Sviluppo economico ma non ancora assegnati perché da ridefinire dopo l’emergenza terremoto in Abruzzo. A coprire il resto potrebbero arrivare i privati attraverso lo strumento del project financing.
Situazione insostenibile e risposta inadeguata secondo Patrizio Gonnella, presidente dell’Associazione Antigone, che punta il dito sulle leggi criminogene adottate negli ultimi anni: "non è possibile chiudere gli occhi rispetto agli esiti delle politiche penali adottate, a parità di tassi di criminalità. L’Italia sta scivolando verso una situazione secondo cui il numero di posti è la metà di quello delle presenze, che determina intollerabili situazioni anche per chi lavora in carcere. Inoltre l’utilizzo della Cassa ammende per i padiglioni ,cioè per l’accomodamento in cella, che è il primo dovere dello stato verso coloro verso cui esercita il potere di privazione della libertà, è contrario a spirito e lettera per cui tale cassa è stata costituita ed è in ultima istanza contrario all’idea stessa di reinserimento sociale".
Giustizia: interrogazioni ad Alfano sull'affollamento carcerario
Ristretti Orizzonti, 6 maggio 2009
Vietti, Rao, Mantini, Tassone, Mannino, Volontè, Compagnon, Ciccanti, Naro, Occhiuto, Galletti e Libè. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la situazione delle carceri italiane è vicina al collasso: il numero dei detenuti è giunto a 62.057 e, prevedendo una crescita della popolazione carceraria al ritmo di 800/1000 nuove unità al mese, si giungerà presto al limite massimo tollerabile di 63.702 unità;
il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha presentato nei giorni scorsi al Ministro interrogato un piano che prevede l’aumento di 18 mila posti letto distribuiti in 18 regioni, di cui 5 mila a regime a partire dal 2010, ma si teme che la disponibilità concreta di posti non potrà avvenire prima di due anni;
il piano comporta un impegno di circa 1,5 miliardi di euro destinati alla ristrutturazione di sezioni carcerarie esistenti, alla costruzione di nuovi padiglioni in quelli esistenti, oltre al completamento di nove carceri, già in fase avanzata, e la realizzazione di 18 nuovi penitenziari;
siamo fermamente convinti della necessità di un intervento significativo che interessi le strutture carcerarie, ma altrettanto necessaria ed urgente è la predisposizione di misure in favore della polizia penitenziaria, che lamenta la mancanza di personale per fare fronte a questa emergenza;
l’impegno finanziario del piano, che peraltro chiamerebbe in causa il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, pone seri interrogativi sulle coperture, tenuto conto che i fondi disponibili del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ammontano a circa 200 milioni di euro, cui andrebbero aggiunti, secondo quanto riportato da organi di stampa, circa 120-130 milioni di euro della cassa ammende;
anche ammettendo il ricorso ai fondi per le aree sottoutilizzate (non ancora assegnati dal ministero dello sviluppo economico in virtù dell’emergenza terremoto), che ammonterebbero a 200 milioni, le coperture previste potrebbero fare fronte solo ad un terzo della spesa prevista;
in attesa che si realizzi l’ambizioso piano annunciato, occorrerebbero ulteriori soluzioni urgenti al problema, per cui sarebbe auspicabile un maggior ricorso alle misure alternative, previa una rigorosa valutazione dei loro presupposti;
occorrerebbe poi secondo gli interroganti interrompere la continua produzione di nuove fattispecie penali, volute dal Governo in questi mesi, che rischia di immettere indiscriminatamente nel circuito giudiziario e carcerario soggetti che potrebbero più utilmente essere destinatari di sanzioni amministrative;
senza le risorse indicate, l’impegno rischia di diventare l’ennesimo annuncio propagandistico del Governo, mentre le difficoltà della popolazione carceraria e del personale di polizia penitenziaria aumentano -:
come intenda recuperare e con quali tempi le risorse necessarie ad evitare il collasso del sistema carcerario italiano, tenuto conto dell’esiguità delle disponibilità a fronte del piano presentato dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
Cicchitto, Bocchino e Cassinelli. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Ministro interrogato ed il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, attraverso approfonditi monitoraggi e puntuali analisi, hanno più volte evidenziato l’esaurimento del cosiddetto "effetto indulto" ed il riemergere del problema del sovraffollamento negli istituti di pena;
stando alle verifiche effettuate, è, infatti, emerso che il numero dei detenuti è di gran lunga superiore rispetto ai posti disponibili;
inoltre, tale sovraffollamento è aggravato, nella gran parte degli istituti penitenziari, dall’inadeguatezza delle strutture, che risalgono anche all’epoca borbonica -:
come il Governo intenda intervenire per superare la situazione come sopra evidenziata e ripristinare adeguate condizioni infrastrutturali e logistiche negli istituti penitenziari di tutto il Paese, onde preservare legalità e sicurezza.
Giustizia: Alfano; il piano carceri, "madre di tutte le soluzioni"
Apcom, 6 maggio 2009
Il Piano carceri del Governo sarà pronto a breve, nei prossimi giorni verrà presentato in Consiglio dei ministri e punta a un aumento di capienza di 17mila posti: lo annuncia il ministro della Giustizia Angelino Alfano, rispondendo al question time nell’aula della Camera. "Il tema del sistema carcerario - spiega - ci sta particolarmente a cuore e nei prossimi giorni, avendolo ricevuto dal capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, il sottoscritto presenterà al Consiglio dei ministri il piano carceri, per risolvere una volta per tutte la questione del sovraffollamento".
Finora questo problema "è stato risolto sempre per una unica via, l’indulto, l’amnistia e provvedimenti di clemenza vari". Una via, sottolinea il Guardasigilli, "che non abbiamo intenzione di seguire, perché il Governo ha attuato una politica molto severa di contrasto alla criminalità" e quindi non prevede una riduzione dell’affollamento degli istituti.
Il Piano "è la madre di tutte le soluzioni", dice ancora il ministro, che precisa che i nuovi istituti di pena dovranno avere "le qualità per realizzare il dettato dell’articolo 27 della Costituzione", che stabilisce che la pena scontata "non sia contraria al senso di umanità e che abbia finalità rieducativa".
Per quanto riguarda le risorse, "è evidente - avverte Alfano - come non bastino le risorse pubbliche". "Stiamo studiando - aggiunge - le modalità per il coinvolgimento dei privati". "Nel piano delle carceri ci saranno 17.000 posti detentivi. Con questo obiettivo risolveremo il tema del sovraffollamento carcerario", ribadisce Alfano.
"Abbiamo due filoni di indirizzo, tutti tendenti allo stesso obiettivo: la realizzazione di nuovi padiglioni nelle cinte murarie degli istituti esistenti, che è di competenza del Dap, e quella di nuovi istituti, la cui competenza è del ministero delle Infrastrutture".
Infine, ha concluso Alfano, "potenzieremo il meccanismo dei circuiti differenziati e il lavoro nelle carceri": con la "creazione di strutture apposite - ha spiegato - faremo sì che tanti detenuti possano continuare o cominciare un lavoro già nel periodo di espiazione della pena, per evitare che, una volta fuori dal carcere, non tornino a delinquere".
Giustizia: Ionta; niente assunzioni, ma ridistribuire il personale
Ansa, 6 maggio 2009
Al Piano Ionta per le strutture penitenziarie va aggiunto il progetto per la ridistribuzione delle risorse umane, anticipato nei giorni scorsi.
Scorte e vigilanza - Il 30% delle scorte non rientra nei compiti della Polizia Penitenziaria. Ionta proporrà di indirizzare verso altre Forze di Polizia alcuni segmenti di questo delicato servizio. Su 330.000 traduzioni annue si dovrà scorporare grazie ad una modifica legislativa la parte dedicata agli interrogatori di garanzia per le persone in stato di fermo. In questo caso non ci dovrà essere la traduzione in carcere ma l’interrogatorio dovrà essere eseguito nei Tribunali e, quindi, di competenza della Questura e della Polizia di Stato. Così si potranno recuperare uomini e gestire nel migliore dei modi i servizi.
Organici - Si procederà ad un recupero di tutto il personale distratto in altre mansioni. 564 unità verranno recuperate dai bar e dagli spacci. 1900 unità verranno recuperate grazie all’abolizione del servizio di sentinella e all’istallazione di circuiti di telecamere. Verranno fatte rientrare le unità distaccate Asi (80) e si procederà ad individuare il personale fuori sede.
Psicologi - Verranno assunti 39 nuovi psicologi.
Basi navali - Si procederà a verificare la necessità di tenere 7 basi navali. Dalla chiusura di alcune verranno recuperati uomini da spostare all’interno delle strutture carcerarie.
Scuole - La vigilanza verrà affidata agli allievi.
Dl 449 - Dalla verifica del dl 449 si procederà ad una modifica affinché gli addebiti vengano contestati entro 96 ore e verranno rivisitate le tipologie disciplinari.
Nuove assunzioni - Nel piano non sono previste al momento nuove assunzioni. Ionta chiederà al Governo nuovi uomini soltanto dopo aver effettuato la verifica del personale con il recupero di chi effettua servizi alternativi.
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