Cgil; il Governo si faccia carico di questa emergenza
Ansa, 14 luglio 2009
"Le parole pronunciate dal vice presidente del Csm Nicola Mancino a margine della riunione del Coordinamento Nazionale dei Magistrati di Sorveglianza sull’emergenza sovraffollamento carceri sono responsabili e condivisibili". È quanto affermano Mauro Beschi e Francesco Quinti della Fp Cgil Nazionale.
Per i due sindacalisti "l’aver potuto finalmente registrare e condividere le parole di un così alto esponente della magistratura italiana sull’esigenza di dare piena attuazione ai principi affermati dalla Corte Costituzionale e, dunque, consentire che il regime penitenziario venga applicato conformemente alla Costituzione, è motivo di soddisfazione per chi, come la Fp Cgil, fino ad oggi nel silenzio assordante di pressoché tutte le istituzioni del Paese, ha continuato a denunciare l’anomalia di un Governo che rifiuta di agire per porre rimedio all’emergenza carcere e al fortissimo disagio in cui attualmente versa il personale di Polizia Penitenziaria".
"Sono mesi, ormai - continuano gli esponenti sindacali - che la Fp Cgil lancia gridi di allarme sulla gravità della situazione, sull’assenza di reali misure di contrasto al gravissimo sovraffollamento delle strutture penitenziarie, che presto supererà le 64.000 presenze (dato mai raggiunto dal 1946 ad oggi), sull’esigenza di superare alcuni recenti interventi normativi che stanno contribuendo ad affondare il sistema delle misure alternative alla detenzione per i reati meno gravi, l’unica alternativa al sovraffollamento percorribile e compatibile con le finalità della pena e i valori espressi dalla Carta Costituzionale".
"Il Governo si faccia carico dell’emergenza carcere - sostengono Beschi e Quinti - e, nelle more del fumoso piano di adeguamento delle strutture detentive, peraltro non ancora presentato dal Ministro Alfano, pianifichi con la massima sollecitudine gli interventi necessari a ridurre già oggi le presenze in carcere per i reati di minor allarme sociale, ad aumentare di almeno 8.000 unità il Corpo di Polizia Penitenziaria e a migliorare le attuali, pesantissime condizioni di lavoro imposte agli operatori della Polizia penitenziaria".
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