Assistenti Sociali ed Obbligo di Denuncia Immigrati Clandestini
27/07/09
Disposizioni in materia di sicurezza pubblica
Comunicato del Consiglio Nazionale Assistenti Sociali
In allegato si riporta la comunicazione del Consiglio Nazionale clicca su:
13/07/09
Disposizioni di sicurezza DDL n.733-b
Si riporta in allegato l´orientamento dell´amministrazione regionale e si comunica che è stato chiesto anche ad ANCI TOSCANA un pronunciamento in merito
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VALDEGAMBERI: "INCONCILIABILE IL LAVORO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI CON L’OBBLIGO DI DENUNCIA
DEGLI IMMIGRATI CLANDESTINI” (AVN)
A pochi giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della Repubblica della legge 94/2009 in materia di sicurezza pubblica, l’assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi ha incontrato oggi a palazzo Balbi la presidente regionale dell’Ordine veneto degli Assistenti sociali Franca Bonin, accompagnata da una rappresentanza del Consiglio regionale dell’Ordine. La delegazione, sollecitata dalle segnalazioni pervenute da molti dei 2.300 assistenti sociali iscritti all’ordine veneto, hanno chiesto a Valdegamberi di farsi parte attiva – anche in qualità coordinatore nazionale degli assessori al sociale – di un’iniziativa che esenti gli assistenti sociali dall’obbligo di denuncia del reato di immigrazione clandestina, così come è riconosciuto al personale medico e paramedico che accoglie gli immigrati presso le strutture sanitarie. “Quella che denunciano gli assistenti sociali è certamente una lacuna presente nella recente normativa nazionale, i cui effetti continuano a colpire le persone che si rivolgono al sistema dei servizi sociali per chiedere assistenza e, non vorrei, a colpire anche le famiglie alle prese con situazioni di non autosufficienza che ricevono un sostegno con la presenza di una badante, le cui necessità sono state solo parzialmente considerate all’interno del decreto anticrisi approvato oggi alla Camera”. “Obbligare gli assistenti sociali a segnalare i reati di immigrazione clandestina – afferma l’esponente della Giunta veneta – significa svilirne la necessità di instaurare rapporti che si devono costruire sulla fiducia e sulla confidenza con persone che vivono stati di maggiore disagio. Mi riferisco a persone che si trovano già in condizioni di notevole disagio personale e sociale, si pensi alle vittime della tratta, ai minori stranieri non accompagnati spesso arruolati nelle maglie delle organizzazioni illegali, a persone con difficoltà psichiche-psichiatriche, a donne con figli minori, a portatori di invalidità fisiche anche in conseguenza di infortuni sul lavoro”. L’assessore Valdegamberi nel corso dell’incontro ha ribadito la volontà di portare l’argomento all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni, tramite la Commissione nazionale politiche sociali della quale è coordinatore. “L’OMS classifica la salute nel concetto più ampio di benessere individuale, di soddisfazione dei bisogni della persona umana e nell’esercizio dei suoi diritti inviolabili. Agli assistenti sociali non dobbiamo riservare il ruolo di agenti di pubblica sicurezza – conclude Valdegamberi – ma la funzione di informazione e segretariato sociale, che è più consona alla loro missione proprio per quanto riguarda le procedure di regolarizzazione, di esplicitazione delle normative vigenti e di collaborazione con le realtà pubbliche e private che anche nei confronti dell’immigrazione costituiscono la rete del welfare regionale”.
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