L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

venerdì 5 febbraio 2010

FPCGIL: AI LAVORATORI PENITENZIARI FACCIAMOCI SENTIRE

Il giorno 5 febbraio p.v. come ben sapete i lavoratori giudiziari scioperano per manifestare il proprio dissenso alla devastante azione di questo governo che sta smantellando l'intero sistema della giustizia, per dar voce al proprio disagio operativo e professionale che vivono nell'agire quotidiano a causa dei tagli indiscriminati alle risorse, scioperano a causa dell'accordo stralcio del contratto integrativo siglato dall'amministrazione e dalla minoranza delle OO.SS. che oltre a " DEMANSIONARLI " e a " DEQUALIFICARLI " porterà gravi nocumenti al servizio della giustizia. I motivi della protesta, però, coinvolgono tutti i lavoratori della giustizia, ovvero tutte le componenti professionali che afferiscono alle differenti articolazioni dipartimentali che la compongono : i penitenziari, la giustizia minorile, gli archivi notarili, settori che in diverso modo ma con la stessa intensità hanno non solo subito la beffa dell'accordo del contratto integrativo ma sono interessati pesantemente dagli interventi scellerati avviati dalla compagine governativa la cui ricaduta sta comportando effetti devastanti in ciascuno di essi e determinando gravi criticità nelle rispettive specificità operative.
Per quanto riguarda il contesto penitenziario quotidianamente verifichiamo l'entità dei danni che tali interventi stanno comportando sul versante organizzativo e su quello più ampio della politica e della cultura penitenziaria.
Sono interventi di impatto mediatico che sembrano nascere sull'onda dell'emotività causata da un particolare evento critico. Interventi che, a nostro parere, non solo eludono i principi ascritti nell'art. 27 della costituzione cui si ispira il mandato istituzionale del sistema, ma sono carenti di quella progettualità organica propedeutica e necessaria alla individuazione ed alla implementazione di iniziative che tengono conto di tutte le componenti che caratterizzano il settore. Rileviamo ad esempio che:
* All'incremento della popolazione detenuta si risponde con l'oramai famoso "piano carceri" che dovrebbe far fronte al dichiarato stato di "emergenza" prevedendo la costruzione di nuove strutture, interventi legislativi in materia di esecuzione penale e incremento del personale di polizia penitenziaria. * All'aumento dei suicidi dei detenuti si risponde con l'istituzione dei "gruppi di ascolto" costituiti da personale di polizia penitenziaria che si sostituiranno "improvvisandosi" alle professionalità competenti ( psicologi) per svolgere un compito cui istituzionalmente non sono demandati. Una grave e aberrante iniziativa che evidenzia la non conoscenza del contesto e delle problematiche ad esso afferenti e che dequalifica le professionalità deputate a tale specifico intervento. E inoltre:
* si riducono le dotazioni organiche di tutte le professionalità ( educatori, assistenti sociali, contabili, collaboratori e tecnici) comportando ai lavoratori forti disagi operativi per l'aggravio dei carichi di lavoro e difficoltà nell'espletamento dei compiti istituzionali.
A poco valgono le assunzioni dei 397 educatori vincitori del concorso pubblico indetto nel 2003 previste con fondi stanziati dal precedente governo !
* L'indiscriminato taglio alle risorse impedisce il necessario incremento di personale bloccandone il turn over; impedisce l'incremento di quelle professionalità peculiari all'implementazione delle norme riguardanti l'esecuzione penale alle quali, tra l'altro, il "piano carceri" sta apportando modifiche: le ultime assunzioni degli assistenti sociali risalgono ad oltre dieci anni e gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna rischiano il collasso istituzionale per carenza di mezzi e risorse. * In ultimo l'accordo stralcio del contratto integrativo che sancisce il nuovo ordinamento professionale, un accordo che non abbiamo siglato e che vanifica totalmente le aspettative di tutti i lavoratori mirate alla valorizzazione delle professionalità che oggi, risultano ulteriormente mortificate. Questi in sintesi i motivi per i quali riteniamo valga la pena far sentire il nostro disappunto. Questi i motivi che integrati a quelli dei lavoratori giudiziari evidenziano quanto sia pericolosa la deriva intrapresa dall'intero sistema Giustizia alla quale è necessario porre freno per evitare il punto di non ritorno in termini di diritti , garanzie e legittimità.
Per questi motivi i lavoratori penitenziari Fp Cgil sosterranno la protesta dei colleghi giudiziari partecipando alle assemblee cittadine indette nelle diverse città, manifestando in questo modo una solidarietà attiva e concreta.
Un modo per dar voce al proprio dissenso, per partecipare la condivisione degli obiettivi della protesta , per rappresentare l'unitarietà dei lavoratori della giustizia nella opposizione allo smantellamento della democrazia.
La coordinatrice Nazionale Penitenziari - C. Ministeri
Lina Lamonica