L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

mercoledì 13 gennaio 2010

ECCO IL PIANO CARCERI "OTTANTAMILA POSTI

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Resta più che negativo il giudizio dell'Associazione nazionale magistrati sul processo breve. Quel provvedimento «rischia di mettere in ginocchio la già disastrata macchina giudiziaria» ha detto il presidente Luca Palamara nel corso di un'intervista a Sky Tg 24. E non solo: «non dà giustizia alle vittime dei reati e garantisce l'impunità a chi ha commesso fatti delittuosi». E questo perchè «per come è combinata la macchina giudiziaria non potremo mai definire i processi nei tempi indicati dal legislatore». «Noi per primi - ha aggiunto Palamara - vogliamo una riforma seria della giustizia che, come ha detto il capo dello Stato, tenga conto degli interessi generali per un servizio credibile agli occhi dei cittadini».



ARRIVA IL PIANO CARCERI Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, porterà domani in Consiglio dei ministri il più volte annunciato piano carceri che «partendo dalla dichiarazione dello stato di emergenza», conterrà «tre pilastri» per risolvere la situazione di sovraffollamento. Al primo punto - ha detto lo stesso Alfano intervenendo in aula alla Camera nel corso della discussione di cinque mozioni - vi è un piano di edilizia penitenziaria grazie al quale la capienza delle carceri arriverà a 80 mila posti (contro gli attuali 63 mila di limite tollerabile, ndr). E ancora: «Ci saranno delle riforme di accompagnamento che atterranno il sistema sanzionatorio e che riguarderanno coloro che devono scontare un piccolo residuo di pena». Misura, questa, che dovrebbe riferirsi alla possibilità per i detenuti con un residuo di pena di un anno di andare agli arresti domiciliari. Infine, il Guardasigilli ha annunciato un aumento di organico «oltre duemila unità» della polizia penitenziaria.



ASSOCIAZIONI: "PIU' MISURE ALTERNATIVE" Usare i 500 milioni di euro previsti in Finanziaria per il piano carceri per finanziare diecimila progetti tutorati di recupero sociale per i detenuti. È una delle proposte di Antigone, Arci e Volontari in carcere-Caritas contro il sovraffollamento delle prigioni, presentate oggi a Montecitorio durante una conferenza stampa. Per rendere più vivibili gli istituti penitenziari occorrerebbe «rivedere le leggi sulle droghe, sull'immigrazione e sulla recidiva, ridurre il numero di persone in custodia cautelare e prevedere la messa alla prova anche per gli adulti; bisognerebbe inoltre introdurre la figura del difensore civico nazionale delle persone private della libertà e il crimine di tortura e assumere mille educatori e mille assistenti sociali». Le proposte sono state presentate in concomitanza con la discussione alla Camera sulle mozioni sul sistema carcerario e Antigone, Arci e Vis-Caritas auspicano che possano essere recepite nel documento finale. «Un detenuto in affidamento sociale - ha osservato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone - costa un decimo di un detenuto in carcere, meno di 20 euro al giorno. Con i 500 milioni di euro del piano carceri si potrebbero finanziare 10 mila progetti tutorati, che sono una condizione di sicurezza dal momento che il tasso di recidiva di chi sconta la pena con una misura alternativa è del 30% contro il 68% di chi sconta l'intera pena in carcere. Inoltre, una parte minima di quei soldi potrebbe essere usata per costruire case alloggio dove portare le detenute madri con i loro bambini sotto i tre anni. Farlo è solo una questione politica». Secondo don Sandro Spriano, presidente Vic-Caritas, «l'emergenza carceri non sono solo i numeri ma anche la vita quotidiana dietro le sbarre: a Rebibbia, ad esempio, ai detenuti viene dato un rotolo di carta igienica gratuito ogni due mesi e mezzo. Nelle carceri non ci sono soldi per le manutenzioni e nè per cambiare le lampadine».



SAPPE: "FINALMENTE CONCRETEZZA" «Dopo tante parole sul carcere, finalmente arriva la concretezza del 'farè »: il Sappe apprezzamento l' annuncio del ministro della Giustizia Alfano sulla presentazione al Consiglio dei ministri di domani della richiesta di stato di emergenza per le carceri italiane e di un nuovo piano delle carceri. Il giudizio del sindacato della Polizia Penitenziaria è «assolutamente positivo in relazione all'utilizzo delle procedure edilizie straordinarie ed alla necessità dell'assunzione, sempre con procedure di urgenza, di 2.000 unità di Polizia Penitenziaria». «Certo - si osserva in una nota - se si vuole arrivare ad avere in Italia una capienza detentiva di complessivi 80mila posti non basta assumere solo duemila Agenti. Se queste assunzioni sono invece la prima tranche di un più complessivo sistema di incremento sostanziale degli organici del Corpo, allora bisognerebbe incontrarsi quanto prima con il ministro Alfano per mettere mano alle piante organiche del Corpo di Polizia Penitenziaria». Il Sappe condivide anche le annunciate «norme di accompagnamento che attenuino il sistema sanzionatorio per chi deve scontare un piccolissimo residuo di pena» e chiede al ministro di «porre in essere ogni strumento per arrivare a definire finalmente i circuiti penitenziari differenziati nonchè accordi concreti con i Paesi esteri affinchè i detenuti stranieri (ben 25mila in Italia) scontino la pena nelle carceri dei Paesi di provenienza. A cominciare dai sei Paesi dai quali provengono il maggior numero di detenuti stranieri (16.610): Marocco (5.233), Tunisia (3.206), Romania (3.136), Albania (2.857), Nigeria (1.135) e Algeria (1.053)»