Comunicato stampa- Assistenti Sociali Giustizia: per un Reale Rilancio dell'Esecuzione Penale Esterna e delle Misure Alternative al Carcere
Comunicato stampa
PER UN REALE RILANCIO DELL’ESECUZIONE PENALE ESTERNA E DELLE MISURE ALTERNATIVE AL CARCERE
Gli assistenti sociali di diversi Uffici per l’Esecuzione penale esterna, che gestiscono le misure alternative al carcere su tutto il territorio nazionale, scrivono al Ministro della Giustizia Avv. Paola Severino: Nonostante i buoni propositi, da lei, Signora Ministro, enunciati all’atto del Suo insediamento, con proposte volte ad una diversa gestione della custodia cautelare, di forme di depenalizzazione, nonché di nuove sanzioni sostitutive e potenziamento delle misure alternative al carcere, di fatto gli unici provvedimenti concreti adottati (custodia cautelare e detenzione presso il domicilio) hanno si contribuito ad evitare un ulteriore aumento delle persone detenute, ma in compenso, tutti gli altri provvedimenti presi dal Suo Governo stanno di fatto mettendo in ginocchio il sistema dell’esecuzione penale attraverso i progressivi, numerosi e indiscriminati tagli alle risorse umane e materiali.
Nonostante le sue continue sollecitazioni, le proposte tese al rafforzamento del sistema delle misure alternative e sostitutive del carcere, giacciono in Parlamento e sono al di là da venire. Anche se le stesse dovessero essere approvate, alla ripresa dei lavori parlamentari, come si possa pensare di introdurre modifiche al sistema dell’esecuzione della pena con invarianza della spesa e con la riduzione del personale così come previsto dai numerosi provvedimenti del governo ed in ultimo dalla Spending Review, non è dato capirlo.
Non è, infatti, possibile prevedere un nuovo sistema di sanzioni, una riforma complessiva dell’esecuzione penale esterna, senza un contestuale ed indispensabile consolidamento del sistema che deve presidiarlo, ovvero gli Uffici Esecuzione Penale Esterna. Non è pensabile che si rafforzi il sistema delle sanzioni alternative a costo zero e per di più senza spostare alcun investimento dall’esecuzione penale interna a quella esterna.
Se ciò venisse realizzato, sicuramente si ridurrebbero complessivamente i costi dell’intero sistema, perché una persona detenuta costa certamente di più di una persona in misura alternativa, ma proprio per questo non si comprende come mai si faccia tanta fatica ad investire sull’esecuzione penale esterna. Senza dire che è ormai dimostrato, da diversi studi e ricerche, che una persona in misura alternativa è a rischio di recidiva molto meno di una persona che ha trascorso tutta la sua pena in carcere.
<< Home page