L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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giovedì 30 agosto 2012

Lettera SIDIPE AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA SULLA SITUAZIONE DELLE CARCERI E DEGLI UEPE

Al Signor Ministro della Giustizia, Prof.ssa Avv. Paola Severino ROMA e per conoscenza: Al Signor Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Presidente Dott. Giovanni Tamburino ROMA Al Signor Vice Capo Vicario del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Dott.ssa Simonetta Matone ROMA Al Signor Vice Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Dott. Luigi Pagano ROMA Al Signor Direttore Generale del Personale e della Formazione, Dott. Riccardo Turrini Vita ROMA

Emergenza penitenziaria e Spending review. Riduzione organico personale penitenziario Dirigente e del Comparto Ministeri. - APPROVAZIONE ORDINE DEL GIORNO N.9/5389/53 CAMERA DEI DEPUTATI -
Signor Ministro della Giustizia

questa organizzazione sindacale (che raccoglie il maggior numero dei dirigenti penitenziari di diritto pubblico ex D.Lgs. n.63/2006)1, già con le note Prot. n.27/T/2012 del 07 luglio 20122 e Prot. n.33/T/2012 del 28 luglio 20123 ha rappresentato alla S.V.I. la propria preoccupazione per le gravi conseguenze che discenderebbero per la dirigenza penitenziaria e per l’intero sistema penitenziario - in un contesto in cui il Governo ha rinnovato la dichiarazione dello stato di emergenza delle carceri4- in conseguenza del fatto che l’art. 2, comma 7, del D.L. 6 luglio 2012 n. 955 non ha espressamente escluso il personale della carriera dirigenziale penitenziaria ex D.Lgs. n.63/2006, oltre che il restante personale amministrativo penitenziario e della giustizia minorile, dalla “Riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni” di cui al comma 16 del medesimo articolo, al contrario di quanto è stato previsto, invece, per le forze di polizia, nonché per il personale amministrativo operante presso gli uffici giudiziari e per il personale di magistratura7.

In realtà l’espressione utilizzata dal comma 7 del precitato art.2 D.L. n.95/2012 << Sono escluse dalla riduzione del comma 1 le strutture e il personale del comparto sicurezza (…)>>8 già lasciava intendere che il legislatore avesse inteso escludere dalla riduzione degli organici non solo il personale del Corpo di polizia penitenziaria ma anche il personale della carriera dirigenziale penitenziaria (dirigenti di istituto penitenziario e di esecuzione penale esterna), come d’altra parte sarebbe ovvio, atteso che i dirigenti penitenziari rientrano pienamente nell’ambito del Comparto Sicurezza essendo destinatari del trattamento giuridico ed economico del personale dirigente della Polizia di Stato9.

Peraltro l’esecuzione delle pene detentive e delle altre misure privative della libertà personale non è altra cosa rispetto al “sistema sicurezza” né, tantomeno, rispetto al “sistema giustizia”. Difatti per quanto attiene l’aspetto “sicurezza” è di tutta evidenza che la sicurezza penitenziaria è sicurezza dentro e fuori dal carcere e che la rieducazione del condannato è sicurezza per i cittadini poiché la restituzione alla società di uomini migliori e capaci di reinserirsi dopo la detenzione comporta una effettiva riduzione della recidiva; per quanto riguarda l’aspetto “giustizia”, invece, non può esservi dubbio alcuno che il carcere e gli u.e.p.e. fanno parte del “sistema giustizia” nel suo complesso, perché la giustizia non si ferma nelle aule dei tribunali e delle corti ma si attua all’interno dei penitenziari e attraverso gli uffici di esecuzione penale esterna, questi ultimi, in vero, oggi oramai del tutto svuotati di ogni risorsa (a partire dai dirigenti penitenziari del ruolo di esecuzione penale esterna e sino agli assistenti sociali. non meno del personale amministrativo) mentre, invece, l’esecuzione penale esterna dovrebbe costituire il volano per ridare respiro alle carceri oramai oltremodo sature, in un’ottica di diritto penale minimo nel quale la pena detentiva dovrebbe essere l’extrema ratio.

La preoccupazione del Si.Di.Pe. era e resta legata all’elevatissimo rischio, che purtroppo è quasi una certezza, che il “sistema penitenziario” a fronte dei troppi tagli al personale dell’amministrazione penitenziaria non regga, ed è la stessa preoccupazione che ci risulta10 aver espresso alla S.V. il Signor

Capo del Dipartimento, poiché non c’è dubbio - come Egli ha autorevolmente osservato - che l’esecuzione della pena e delle misure cautelari detentive contribuisce ad assicurare l’ordine e la sicurezza pubblica e, in tal senso, il sistema penitenziario costituisce nel suo insieme articolazione appartenente alla complessiva struttura di sicurezza dello Stato.

A breve, peraltro, per la sola naturale riduzione del personale che sta discendendo progressivamente dai collocamenti a riposo senza ricambio alcuno (l’ultima immissione nel ruolo risale oramai a quindici anni or sono, cioè al 1997), il già risibile numero di dirigenti penitenziari penitenziari (all’1.06.2012 n.392, compresi i dirigenti generali)11 determinerà l’impossibilità gestionale delle carceri e degli uffici di esecuzione penale esterna12 se non saranno trovati rimedi urgenti per procedere a nuovi concorsi. Un’eventuale riduzione degli organici per effetto di una diversa interpretazione del comma 7 del precitato art.2 D.L. n.95/2012 avrebbe, quindi, l’effetto di una vera e propria falcidia degli organici che collasserebbe definitivamente il sistema.

Signor Ministro della Giustizia

come Le è noto, sebbene non sia stato possibile alcun intervento di modifica al testo della norma, in quanto il Governo ha dovuto porre la questione di fiducia sull'approvazione del D.L 95/2012, senza emendamenti, sub-emendamenti e articoli aggiuntivi, nel testo che era già stato approvato il 30 luglio scorso dal Senato e che è stato quindi approvato nella seduta dello scorso 7 agosto alla Camera, quanto avevamo sostenuto nella pregressa corrispondenza trova conforto e sostegno in un atto della Camera dei Deputati che, con l’Ordine del giorno n.9/5389/53 (approvato nella stessa seduta del 7 agosto appena trascorso e che si allega13), << impegna il Governo: a valutare l'opportunità, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica, di interpretare l'articolo 2, comma 7, del D.L 95/2012 nel senso che sono esclusi dalla riduzione di cui al comma 1 del medesimo articolo anche i dirigenti penitenziari ed in tal senso interpretare la deroga prevista per le forze di polizia già dal precedente provvedimento normativo (articolo 1, comma 5, decreto-legge n. 138/2011) che non ha trovato attuazione>>.

Si tratta di un provvedimento di grande importanza perché costituisce atto “interpretazione autentica” di una norma in quanto promana dallo stesso legislatore ed è espressione di una univoca attenzione politica nei riguardi della dirigenza penitenziaria, dell’altro personale penitenziario e dell’intero sistema dell’esecuzione penale.

Questo Ordine del giorno ha fatto proprie il pensiero e le preoccupazioni espresse dal Si.Di.Pe. nella precitata corrispondenza ed essendo stato approvato dalla Camera e accettato dal Governo14 è un atto politicamente vincolante, che consente di tornare sulla questione, anche a riguardo del restante personale penitenziario15, fornendo l’occasione di esaminare la delicata problematica a bocce ferme, dopo la concitazione delle fasi preliminari all’approvazione del provvedimento sulla spending review, il cui mancato varo da parte del Parlamento avrebbe di certo avuto gravi riflessi sul piano della credibilità internazionale del Paese.

Esso è anche un’occasione preziosa perché il Signor Ministro della Giustizia porti la questione all’attenzione del proprio Governo con la forza che istituzionalmente gli è propria, avendo la responsabilità ed il dovere di assicurarsi i mezzi e le risorse necessarie ad affrontare l’attuale stato di emergenza penitenziaria. Occorre, infatti, che sia profuso ogni sforzo perché si ricerchino soluzioni e strategie gestionali complessive sui sistemi “sicurezza” e “giustizia”, rispetto ai quali l’esecuzione penale e, quindi, l’Amministrazione penitenziaria , non possono restare estranee.

In tal senso il Si.Di.Pe. chiede alla S.V. un proprio autorevole intervento presso il Signor Presidente del Consiglio e i titolari degli altri Dicasteri competenti affinché, con l’urgenza che la situazione impone, il Governo aderisca nel modo più completo possibile all’Ordine del giorno n.9/5389/53, concretizzando l’impegno assunto in Parlamento, essendo indubbio che il “sistema giustizia” e il “sistema sicurezza” comprendono anche quello dell’esecuzione penale e i problemi e gli interventi sui primi non possono non tenere conto del “sistema penitenziario”.

I dirigenti penitenziari e tutti gli operatori penitenziari confidano sulla Sua sensibilità e sulla Sua competenza tecnica, perché la delicatissima questione possa essere affrontata dal Governo con la necessaria attenzione, affinché il sistema penitenziario non sprofondi oltre l’abisso che oggi si intravede.

Infatti in momento di gravissime tensioni e di emergenza delle carceri, non possono venire a mancare, ai vari livelli di responsabilità, i dirigenti penitenziari che sono le figure professionali deputate a gestire tale emergenza, essendo essi i primi garanti dei principi di legalità nell’esecuzione penale quali detentori del compito loro demandato dall’ordinamento di assicurare l’equilibrio tra le esigenze di sicurezza e quelle di trattamento rieducativo delle persone detenute; né possono ridursi le risorse di quel personale (pedagogico, sociale, amministrativo, contabile e di polizia penitenziaria) che con i dirigenti penitenziari collaborano: per un carcere che resti effettivo presidio di legalità, di sicurezza e di rieducazione, così come deve auspicare un Paese civile e democratico.

Cordialmente







Il Segretario Nazionale

Rosario Tortorella







IL PRESIDENTE

Dott.ssa Cinzia CALANDRINO



IL SEGRETARIO NAZIONALE VICARIO

Dott. Francesco D’ANSELMO



Il SEGRETARIO NAZIONALE AGGIUNTO

Dott. Nicola PETRUZZELLI