L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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martedì 4 febbraio 2014

Giustizia: nel decreto-carceri no a sconti di pena per i boss e più personale per gli Uepe

 

 
 
di Donatella Stasio
 
Il Sole 24 Ore, 4 febbraio 2014
 
Entrato nell'aula della Camera ieri mattina, il decreto legge "svuota carceri"ne uscirà stasera approvato. Ieri il governo ha posto la fiducia sul testo, così come modificato dalla commissione Giustizia durante una breve sospensione dell'aula. In particolare, sono stati esclusi dalla "liberazione anticipata speciale"(lo sconto di pena di 75 giorni, invece degli attuali 45, per ogni semestre di detenzione) i detenuti per reati di mafia, omicidio, violenza sessuale, estorsione. Modifiche volute anche da M5S e Lega, che però hanno abbandonato la commissione per protesta contro il tempo ristrettissimo a disposizione.
E hanno rincarato la dose quando in aula è stata annunciata la fiducia. "Questa non è una democrazia ma un fantoccio di democrazia e tutti ne siete responsabili! Rifletteteci quando sarete opposizione"ha tuonato in aula Andrea Colletti. In linea con quelle del leghista Nicola Molteni: "Stiamo assistendo a una violenza della democrazia da parte della maggioranza, nel silenzio delle istituzioni, a cominciare dalla presidente Laura Boldrini".
Detto questo, delle modifiche approvate in commissione (che il governo riproporrà con il maxiemendamento oggi sottoposto alla fiducia) tutti si assumono la paternità, a cominciare proprio da 5 Stelle e Carroccio. "Noi scopriamo le magagne e loro ci accusano di essere allarmisti: dopo un mese la maggioranza capisce però di aver sbagliato e finalmente una volta tanto si allinea alle nostre posizioni"è la rivendicazione di entrambi, secondo cui, però, il provvedimento resta "inaccettabile".
In realtà la correzione alla "liberazione anticipata speciale"approvata in commissione va più in là di quanto avessero proposto inizialmente i penta-stellati, poiché non si limita a escludere dallo "sconto"solo i mafiosi ma anche gli autori di altri gravi delitti, come omicidio, violenza sessuale, rapina aggravata e estorsione. La modifica porta la firma della presidente della commissione Giustizia Donatella Ferranti (Pd), soddisfatta di aver così smontato ogni "slogan propagandistico". "Ora gridano a chissà quale colpo di mano - dice dei 5 Stelle - ma perché non hanno altri argomenti per attaccare un provvedimento che, sfoltendo la popolazione carceraria senza rinunciare a esigenze di sicurezza, contribuirà a ridare dignità a chi vive dietro le sbarre". Anche le altre due modifiche, approvate all'unanimità, portano la firma di Ferranti e colmano altrettante lacune lasciate dal governo, perché consentono le misure cautelari con invio in comunità nei confronti di minorenni tossicodipendenti accusati per piccolo spaccio e rinforzano l'organico dell'esecuzione penale esterna (gli uffici addetti al trattamento socio-educativo del detenuto) consentendo, in attesa di assunzioni per concorso, di utilizzare come dirigenti i funzionari già inseriti nel ruolo di dirigenti degli istituti penitenziari.
Il rischio che l'ostruzionismo dell'opposizione bloccasse la conversione in legge del decreto (che scade il 21 febbraio) era concreto. Tant'è che la scorsa settimana la Commissione non era riuscita a votare nessun emendamento, mandando perciò in aula il testo del governo. Il breve rinvio in commissione, ieri, ha consentito le tre modifiche e, quindi, la fiducia ne potrà tener conto.