Approvato in via definitiva ddl su misure alternative e reati minori
Leggioggi.it
La Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge che depenalizza i reati minori tra cui l’immigrazione clandestina, introducendo con decisione il nuovo regime di messa alla prova, per favorire il ricorso alle misure alternative alla detenzione.
Con 332 sì, 104 no, 22 astenuti e ben 171 assenti, la Camera ha, dunque, affidato la delega al governo su depenalizzazione e messa alla prova, accogliendo, con un ulteriore provvedimento, il richiamo del presidente della Repubblica Napolitano sulla situazione drammatica delle carceri. Si tratta, infatti, di un testo differente sia da quello approvato proprio stamattina al Senato, che dallo svuota carceri, decreto convertito in legge lo scorso mese di febbraio.
Quello approvato a Montecitorio, non è altro che il disegno di legge delega, volto ad affidare al governo il compito di legiferare su alcuni ambiti lasciati in sospeso dalle recenti evoluzioni normative, sia per lo stato delle carceri di sovraffollamento cronico che, ad esempio, sul vuoto lasciato dalla Consulta dopo la bocciatura della legge Fini-Giovanardi sulle sostanze stupefacenti.
Già, perché all’interno del testo diventato legge si trova anche la previsione che dovrebbe annullare le ricadute penali per chi coltiva marijuana in modica quantità, riscrivendo, così, i parametri di punibilità per il possesso di sostanze illecite.
Al pari del ddl che ha ricevuto l’ok in Senato, invece, il provvedimento varato a Montecitorio, rispecchia un potenziamento dell’istituto degli arresti domiciliari, non solo come misura cautelare, ma anche in qualità di pena alternativa al carcere successiva alla sentenza di condanna. Secondo quanto previsto dal nuovo testo, i domiciliari dovranno trasformarsi nella soluzione più comune per chi incorre in contravvenzioni che contemplino arresto, o per tutti quei delitti per cui il tetto di pena non oltrepassi i tre anni. Entro i cinque anni, comunque, viene concesso un margine di discrezionalità per l’autorità giudiziaria per scegliere la via della detenzione domiciliare o quella carceraria.
Gli altri due punti principali della nuova legge sono la messa alla prova del detenuto e la depenalizzazione. Innanzitutto, viene stabilito che l‘obbligo di reclusione nelle strutture detentive non debba essere continuativo, ma possa essere ridotto ad alcune fasce orarie nel corso del giorno o della settimana, con utilizzo del braccialetto elettronico, come disponeva, di per sé, già il decreto svuota carceri.
A essere decisiva, comunque, sarà la condotta del detenuto: chi assumerà comportamenti non assimilabili a queste misure alternative, sarà costretto a rimanere in cella. Lo stesso, per coloro che non abbiano una dimora fissa a cui stabilire l’eventuale arresto, o per quei criminali seriali, ritenuti “delinquenti abituali” e di conclamato pericolo per la società.
Sul fronte della depenalizzazione, invece, mentre l’alleggerimento delle pene va di pari passo con il ricorso alle misure alternative alla reclusione, dall’altra alcuni reati vengono trasformati in illeciti amministrativi: è il caso, ad esempio, dell’immigrazione clandestina, introdotta nel 2009 e, oggi, a cinque anni di distanza, prossima alla scomparsa. Nello specifico, a essere investiti dello scarto penale degli illeciti, saranno quei comportamenti attualmente sanzionati con ammenda o multa.Ooltre a questa fattispecie ben definita, poi, usciranno dal novero dei reati perseguibili per via penale anche il mancato versamento di contributi previdenziali o al ricorso di atti e spettacoli osceni.
Ovviamente, per tutte queste misure, ora serviranno gli appositi decreti legislativi, ma certamente oggi è stato compiuto un passo importante da parte del governo Renzi, in previsione dell’annunciata riforma della giustizia di inizio estate.
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