L'affidamento ai servizi sociali non è una gogna
lastampa.it (Obliqua-mente )
Oltre Silvio Berlusconi la misura alternativa al carcere riguarda più di undicimila persone di cui nessuno parla
di gianluca nicoletti
L’affidamento di Silvio Belusconi ai servizi sociali ha suscitato un’ondata d’ilarità mediatica, amplificata da infinite catene di facezie da social cazzeggio.
Non sono mancate frasi epiche intrise di disprezzo per il tipo di servizio che l’ ex premier dovrà svolgere. Si andava dal “va a pulire i cessi” a “va a pulire il sedere ai vecchi”.
Sospendiamo il giudizio sul personaggio in questione, che per il suo ruolo politico e pubblico può suscitare sentimenti e risentimenti di ogni tipo.
Riflettiamo però sul fatto che l’opinione comune sia generalmente orientata verso il pregiudizio condiviso che questo tipo di provvedimento giudiziario sia mirato alla mortificazione, all’umiliazione, all’annientamento psicologico del condannato. I servizi sociali sono visti come un’attività assimilabile a una tortura psicologica, una sorta di gogna quotidiana.
Le cose in realtà non stanno così: in un’intervista rilasciata a Redattore Sociale Rita Crobu, dirigente dell’Uepe, l’Ufficio di esecuzione penale esterna del Ministero della Giustizia spiega che l’affidamento in prova ai servizi sociali è uno strumento importante che “non va banalizzato né ridicolizzato, perché permette di scontare realmente la pena reinserendo il condannato nella società”.
Questo è fondamentale – spiega – soprattutto dal punto di vista della recidiva, i cui dati ci dicono che è meno frequente tra chi sconta misure alternative di chi è detenuto in carcere. In Italia a seguire questo iter è un vero e proprio esercito silenzioso, che è in costante aumento (quintuplicati dal 2006). Al 31 marzo 2014 le pratiche attive sono state 11.646.
Nella maggior parte dei casi sono persone che non fanno notizia, ma che sono sottoposte alla misura alternativa al carcere che sconterà anche l’ex premier Silvio Berlusconi. Per loro è una concreta possibilità di riconquistare dignità sociale attraverso un’ esperienza reale delle difficoltà e della sofferenza che attraversano quotidianamente enormi fasce di popolazione, di cui chi delinque spesso non ha nemmeno la percezione, ma di cui purtroppo nemmeno la “brava gente” che giudica realizza la dolorosa esistenza
<< Home page