L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

sabato 12 aprile 2014

Giustizia: Berlusconi è in carico all'Uepe di Milano, che ha 46 operatori per 4.200 condannati

 

 
 
Ansa, 10 aprile 2014
 
L'Uepe, acronimo di Ufficio Esecuzione Penale Esterna, era quasi sconosciuto fino a qualche giorno fa, quando quello di Milano è balzato agli onori della cronaca perché ha redatto la "proposta di giustizia riparativa" per Silvio Berlusconi - che servirà qualora i giudici del Tribunale di Sorveglianza gli concedessero l'affidamento ai servizi sociali - in cui è indicata la struttura nella quale l'ex premier potrebbe svolgere un'attività.
L'Uepe, però, è dal 1975, da quando si chiamava Centro servizi sociali per adulti, che si occupa di migliaia di persone, che, dentro o fuori dal carcere, chiedono misure alternative: detenuti domiciliari semiliberi, ammessi al lavoro esterno, o appunto, persone affidate ai servizi sociali. Attualmente, quello di Milano ha in carico 4.200 persone perché è all'ufficio di Piazza Venino 1, non distante dal carcere di San Vittore, che fanno capo beneficiari di misure alternative e detenuti delle carceri di Lodi, Monza e delle tre milanesi: San Vittore, Opera, Bollate. L'Uepe si occupa anche di verificare se sia effettivamente svolta l'attività di chi ha chiesto e ottenuto, invece di scontare giorni di arresti, di avere accesso ai lavori socialmente utili perché condannato, per esempio, per guida in stato di ebbrezza.
Negli uffici dell'Uepe, anche nel pomeriggio, sono seduti in paziente attesa i condannati che periodicamente si sottopongono a colloqui o a verifiche (un cartello ricorda loro di tenere sempre con sé la prescrizione del Tribunale di Sorveglianza). Sono chiamati per nome e cognome ed entrano a parlare con quelli presenti tra i 46 assistenti sociali che svolgono la gran mole del lavoro (per sei di questi il contratto scadrà a giugno e all'Uepe si avverte una certa preoccupazione) e che sono affiancati da esperti come psicologi e criminologi. Gli assistenti sociali dovrebbero essere in 90, qualora fosse rispettata la pianta organica prevista. Un lavoro oscuro, faticoso e delicato quello dei funzionari dell'Uepe, chiamati a svolgere le cosiddette indagini sociali per la concessione dei benefici (nel caso di Berlusconi non è stato necessario in quanto, sulla scorta di un accordo con il tribunale di Sorveglianza di Milano, non sono necessarie per condannati che devono scontare pene inferiori a un anno) e a verificare puntualmente se siano rispettate le prescrizioni imposte per riferirne ai giudici di Sorveglianza i quali, in caso di violazione, potrebbero revocare i benefici.
La dirigente dell'Uepe di Milano, Severina Panarello, non nasconde le difficoltà quotidiane, con un personale ridotto all'osso a fronte di migliaia di persone di cui ci si deve occupare, ma è da sempre animata da un principio: "L'unica alternativa possibile è meno carcere, e quindi le misure alternative".
E non solo perché lo afferma l'articolo 27 della Costituzione ("Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato") ma anche perché "con le misure alternative possono essere portati a termine con maggiore facilità i percorsi di reinserimento". Ancora, è la convinzione della dottoressa Panarello: "Va sempre concessa una seconda possibilità a una persona e la percentuale di recidiva per gli ammessi alle misure alternative scende al 15%, mentre nel caso di chi sconta la pena solo in carcere è dell'80%".