REDATTORE SOCIALE
Giustizia: Polizia Penitenziaria con assistenti sociali? no, grazie
Redattore Sociale, 23 aprile 2007
Cresce la protesta contro i nuovi commissariati per le misure alternative. Dopo gli assistenti sociali, si moltiplicano le prese di posizione contro il provvedimento che il ministro della Giustizia vorrebbe sperimentare da metà maggio: agenti utilizzati come controllori dei detenuti in semilibertà o affidamento.
Cresce la protesta degli assistenti sociali italiani contro il provvedimento annunciato dal ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Dalle prime lettere critiche provenienti soprattutto dagli Uepe del nord (gli Uffici di esecuzione penale esterna che hanno sostituito i Cssa, i centri dei servizi sociali per adulti), fino alle dichiarazioni di gruppi di assistenti di varie zone, gruppi del volontariato impegnato nel settore della giustizia e perfino sindacati.
In particolare sono gli Uepe di Milano che si sono posti come riferimento dei loro colleghi delle altre città italiane. Da alcuni giorni è attivo anche un blog su cui vengono pubblicate giornalmente tutte le prese di posizione contro il provvedimento Mastella. (per chi fosse interessato a vedere il blog degli assistenti sociali: www.solidarietaasmilano.blogspot.com).
Ma vediamo più da vicino l’oggetto del contendere. Secondo le affermazioni degli assistenti sociali e dei sindacati, il ministro Mastella ha lanciato l’idea della riforma della gestione delle esecuzioni penale esterne al carcere il giorno della Festa annuale della Polizia Penitenziaria. Non c’era traccia della cosa nel programma elettorale dell’Ulivo, né negli atti successivi del governo Prodi.
Il ministro Mastella ha proposto l’istituzione di commissariati territoriali di Polizia Penitenziaria in grado di controllare direttamente i detenuti che possono uscire dal carcere per scontare la pena in misure alternative. I commissariati sarebbero una novità assoluta e dovrebbero essere collegati e inseriti nella struttura esistente delle forze di polizia già presenti sul territorio. Le tre figure che andrebbero "seguite" e controllate dai nuovi commissariati sarebbero ovviamente i detenuti agli arresti domiciliari, i detenuti in semilibertà e infine quelli in affidamento.
Secondo Anna Muschitiello, segretaria del Casg, Convegno nazionale degli assistenti sociali della giustizia, il provvedimento ideato da Mastella ha troppi punti critici. Uno di questi riguarda l’effettiva realizzazione pratica. Quanti uomini sarebbero per esempio necessario per creare una struttura efficiente dei nuovi commissariati della Polizia Penitenziaria?
Secondo un calcolo che è stato fatto in questi giorni, una sorta di simulazione ex post, a Milano, prima dell’applicazione dell’indulto per il controllo dei 2000 detenuti in affidamento sarebbero stati necessari circa 500 poliziotti penitenziari. Ci si chiede dunque: quanti ne servirebbero oggi , dopo l’indulto, in tutto il Paese?
E inoltre: tutte queste risorse spostate dalle carceri non andrebbero a indebolire le carceri stesse, anche se si sono molto alleggerite dopo l’indulto stesso? In ogni caso le risorse economiche sarebbero comunque ingenti e i costi non giustificherebbero l’impresa. Ci sarebbe poi un altro punto debole da considerare molto bene: la sovrapposizione possibile (o quanto mento molto probabile) dei poliziotti penitenziari con le altre forze di polizia, a cominciare dai Carabinieri.
La proposta di Mastella cade dunque in un periodo molto particolare. La linea del governo di favorire il più possibile le misure alternative viene appoggiata da tutte le associazioni e dai sindacati di categoria. Ma non l’idea dei commissariati territoriali della Polizia Penitenziaria. Intanto la commissione presieduta da Pisapia continua il suo lavoro. L’obiettivo è la riforma generale del sistema sanzionatorio. Sul quadro delle varie prese di posizione degli assistenti sociali contro il provvedimento Mastella, vedi lancio successivo.
Giustizia: Polizia Penitenziaria negli Uepe; un blog per il dissenso
Redattore Sociale, 23 aprile 2007
Sul sito degli assistenti sociali si moltiplicano le dichiarazioni, i comunicati e le critiche contro l’idea del ministro Mastella. I sindacati chiedono di ripensare il provvedimento; critiche anche dal mondo del volontariato
Sul blog nazionale lanciato dagli assistenti sociali di Milano si moltiplicano le dichiarazioni, i comunicati e le critiche contro l’idea del ministro Mastella di affidare (anche) alla Polizia Penitenziaria il controllo dei detenuti in esecuzione penale esterna al carcere.
Oggi è stato lanciato dal blog il comunicato della Funzione Pubblica della Cgil che esprime vivo "disappunto" per il provvedimento proposto dal ministro Mastella. Secondo i sindacalisti nazionali della funzione pubblica della Cgil, i poliziotti penitenziari che dovrebbero essere coinvolti nella gestione concreta degli Uepe, gli Uffici per l’esecuzione penale esterna, non farebbero che sovrapporsi alle altre forze di polizia già impegnate normalmente sul territorio. Secondo la FP-Cgil, si tratta dunque di una proposta "non praticabile", anche alla luce delle ingenti risorse che dovrebbero essere investite nell’operazione.
Dallo stesso blog degli assistenti sociali veniamo a sapere che l’incontro tra le rappresentanze sindacali del settore e il Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, previsto per questi giorni, è stato rimandato a maggio. Da quello che si è saputo in questi giorni, è molto probabile che a maggio, durante l’incontro, i sindacati chiedano all’amministrazione e quindi al governo di ripensare il provvedimento Mastella e comunque di bloccarne la sperimentazione che lo stesso ministro avrebbe voluto far partire da metà maggio. Anche tra i sindacati che rappresentano i poliziotti penitenziari comincia a serpeggiare molto scontento e molte critiche.
La Cgil si è già schierata contro il provvedimento in discussione. No alla sperimentazione dei commissariati territoriali della Polizia Penitenziaria dalla grande maggioranza degli Uepe. Si sono già dichiarati contrari gli assistenti sociali di Latina, Massa, La Spezia, Reggio Calabria, Cosenza, Sassari, Bergamo, Milano, Genova, Imperia, Savona, Perugia, Nuoro, Campobasso, Isernia, Reggio Emilia, Catania e Ragusa. Ma il blog è in continua attività e le adesioni alla protesta potrebbero aumentare nelle prossime ore. Anche dal mondo del volontariato arrivano prese di posizione critiche.
C’è per esempio un comunicato del Crvg della Liguria sulla riforma degli Uepe. Secondo la Conferenza regionale del volontariato di giustizia della Liguria, la strada che sta imboccando il ministro Mastella è alquanto pericolosa perché potrebbe mettere in discussione la logica stessa che presiede alle misure alternative al carcere, misure che finora si sono mostrate molto più efficaci del carcere nel ridurre la recidiva.
"La funzione di controllo - dicono i responsabili del Crvg Liguria - rischia di diventare essenzialmente sanzionatoria e non più volta a comprendere e verificare le difficoltà che la persona ha in rapporto agli obblighi di comportamento assunti e la valutazione degli aspetti che vi sono connessi". Sempre secondo il Crvg, occorre che il controllo non si esaurisca nella contestazione dell’infrazione commessa, "ma rappresenti la tappa di un percorso diretto a sostenere il condannato nella ricerca delle soluzioni più adatte".
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