Corriere della Sera
Carceri piene tra un anno»
Il Dap: «Senza interventi strutturali, torneremo a una situazione di sovraffollamento»
MILANO - «Nell’arco di un anno e mezzo, se non accadrà qualche fatto nuovo e senza interventi strutturali, torneremo alla situazione di prima dell’indulto», cioè all'«inevitabile sovraffollamento delle carceri». A denunciarlo è il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Ettore Ferrara, in una conferenza stampa al ministero della Giustizia. D’accordo con lui anche il ministro della Giustizia, Clemente Mastella. «Figuratevi cosa sarebbe successo - ha detto - senza l’indulto».MILLE NUOVI DETENUTI AL MESE - Nel corso della conferenza stampa, il capo del Dap ha spiegato che «dopo l'indulto la crescita della popolazione carceraria è di non meno di mille unità al mese». «Noi - ha aggiunto Ferrara - stiamo cercando di fare qualcosa per alleggerire la situazione». Fra le iniziative messe in campo dall'amministrazione penitenziaria, il direttore del Dap ha posto l'accento sullutilizzo della polizia penitenziaria «per l'attività di sorveglianza delle persone soggette a misure alternative alla detenzione, in maniera da spingere i magistrati di sorveglianza ad avvalersi di questa possibilità». Dal canto suo, invece, il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha fatto notare che «matematicamente parlando, senza l’indulto, oggi saremmo arrivati ad una popolazione carceraria di 78mila detenuti». Una situazione dunque che sarebbe stata «incontrollabile e disastrosa». «Mi auguro - ha poi aggiunto il ministro - che non ci siano episodi di violenza in carcere. Se succedesse, saremmo non un Paese civile, ma un Paese da piripicchio».I DATI - Attualmente nelle carceri italiane, ad oltre un anno dal varo dell'indulto, ci sono 47 mila detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 43 mila posti; prima del provvedimento di clemenza, alla fine del luglio 2006, i detenuti erano circa 63 mila. Un numero, questo, che tra un anno e mezzo si rischia nuovamente di raggiungere.
Il Dap: «Senza interventi strutturali, torneremo a una situazione di sovraffollamento»
MILANO - «Nell’arco di un anno e mezzo, se non accadrà qualche fatto nuovo e senza interventi strutturali, torneremo alla situazione di prima dell’indulto», cioè all'«inevitabile sovraffollamento delle carceri». A denunciarlo è il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Ettore Ferrara, in una conferenza stampa al ministero della Giustizia. D’accordo con lui anche il ministro della Giustizia, Clemente Mastella. «Figuratevi cosa sarebbe successo - ha detto - senza l’indulto».MILLE NUOVI DETENUTI AL MESE - Nel corso della conferenza stampa, il capo del Dap ha spiegato che «dopo l'indulto la crescita della popolazione carceraria è di non meno di mille unità al mese». «Noi - ha aggiunto Ferrara - stiamo cercando di fare qualcosa per alleggerire la situazione». Fra le iniziative messe in campo dall'amministrazione penitenziaria, il direttore del Dap ha posto l'accento sullutilizzo della polizia penitenziaria «per l'attività di sorveglianza delle persone soggette a misure alternative alla detenzione, in maniera da spingere i magistrati di sorveglianza ad avvalersi di questa possibilità». Dal canto suo, invece, il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha fatto notare che «matematicamente parlando, senza l’indulto, oggi saremmo arrivati ad una popolazione carceraria di 78mila detenuti». Una situazione dunque che sarebbe stata «incontrollabile e disastrosa». «Mi auguro - ha poi aggiunto il ministro - che non ci siano episodi di violenza in carcere. Se succedesse, saremmo non un Paese civile, ma un Paese da piripicchio».I DATI - Attualmente nelle carceri italiane, ad oltre un anno dal varo dell'indulto, ci sono 47 mila detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 43 mila posti; prima del provvedimento di clemenza, alla fine del luglio 2006, i detenuti erano circa 63 mila. Un numero, questo, che tra un anno e mezzo si rischia nuovamente di raggiungere.
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