L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

mercoledì 17 ottobre 2007

IL GIORNALE

L’indulto bis di Mastella: liberi tutti
di Anna Maria Greco - mercoledì 17 ottobre 2007 Roma
Aumentano di 1.000 al mese i 47mila detenuti nelle carceri. Tra un anno e mezzo ritorneranno a essere quanti erano prima dell’indulto: 63mila, per 43mila posti regolamentari. Sovraffollamento in crescita, insomma, se non ci saranno interventi strutturali. E gli psicologi già lanciano l’allarme per il rischio di rivolte. Ma al ministero della Giustizia hanno trovato l’uovo di Colombo: utilizzare gli agenti penitenziari anche per sorvegliare i detenuti che ottengono i benefici della legge Gozzini, e farne uscire dalle celle il più possibile.
«È una sperimentazione - spiega il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Ettore Ferrara - che avvieremo presto in alcune città, per indurre i magistrati di sorveglianza a fare più spesso uso di misure alternative alla detenzione. La strada è questa: il tasso di recidiva tra chi ottiene misure alternative è sotto il 20%, per gli altri è il 60-70%. Oltretutto, ogni detenuto nei penitenziari costa allo Stato una grossa cifra e se stanno fuori di più, ci potranno essere maggiori risorse per assumere nuovi agenti». Ferrara è accanto al ministro della Giustizia, alla conferenza-stampa convocata per replicare alle polemiche seguite all’inchiesta del Giornale,ai servizi tv di Striscia la notizia e a interventi di altri quotidiani, sui penitenziari inutilizzati. A Clemente Mastella chiedono se c’è contraddizione su questo premere sull’acceleratore delle misure della Gozzini e il «pacchetto sicurezza», che prevede un giro di vite sui benefici penitenziari, almeno per reati che destano allarme sociale come rapine, scippi, incendi boschivi. «La cosa più importante - replica il Guardasigilli - è garantire la certezza della pena, o in carcere o con misure alternative. L’idea che ci sia una differenza tra micro e macrocriminalità è una sciocchezza, la criminalità è una sola». Ma chi dovrebbe lasciare il carcere in misura maggiore?
«Tra i detenuti ci sono spacciatori, drogati ed extracomunitari: i clandestini sono il 40% e con una modifica alla legge Bossi-Fini la situazione potrebbe cambiare».