L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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sabato 19 gennaio 2008

NOTIZIE DAL MONDO


Gran Bretagna- Misure alternative al carcere e sorveglianza elettronica
di Floriano Fattizzo (Fonte: The Indipendent)- www.carcereoltre.ilcannocchiale.it
Il Ministero della Giustizia inglese sembra interessato ad utilizzare una nuova tecnologia satellitare per affrontare il problema della sicurezza dei cittadini e della sovrappopolazione carceraria. Delle minuscoli "pulci elettroniche" sarebbero inserite chirurgicamente sotto la pelle dei criminali sottoposti a misure alternative al carcere per controllare i loro spostamenti e il rispetto delle prescrizioni orarie.

Gli spychips sono minuscoli microchip, grandi quanto due chicchi di riso, che utilizzano la tecnologia RFID, che verrebbero impiantate sottopelle sul retro di un braccio con un ago ipodermico. Contengono in una capsula di vetro il microchip, un’antenna di rame ed un trasmettitore che viene attivato quando si trova nelle vicinanze di un apposito lettore. Attualmente vengono utilizzati prevalentemente su animali domestici o bagagli, di modo che sia possibile rintracciarne la posizione in qualunque momento.

Il monitoraggio, per via satellitare (simile a quello già in funzione per la ricerca delle auto rubate), secondo gli esperti del ministero della giustizia britannico, permetterebbe una sorveglianza continua e potrebbe essere una valida risposta alla sovrappopolazione delle prigioni. Sul fronte delle prigioni, la situazione è abbastanza grave: la popolazione carceraria cresce vertiginosamente, e già si progettano tre enormi prigioni da costruire entro il 2014. Attualmente il monitoraggio avviene tramite bracciali posti alla caviglia con tecnologie di telefonia mobile, su 17 mila individui (sia condannati che n attesa di giudizio), ma nonostante questo almeno 2000 criminali all’anno eludono la sorveglianza. Le violazioni sono passati da 11,435 nel 2005 a 43,843 nel 2006 - un aumento di 283 %. Tale sistema di sorveglianza , che si sostiene sulla tecnologia del portatile, può essere difettoso ad esempio quando c'è un guasto nella rete. Inoltre sperimentazioni di controllo satellitare sono state accantonate dopo che lo scorso anno un rapporto ne aveva evidenziato l’inaffidabilità. Tale sistema di " prigione senza sbarre" non riusciva ad esempio a rintracciare gli utilizzatori di tali dispositivi quando erano all'ombra di costruzioni alte.

La prospettiva di poter utilizzare gli spychips nell’ambito dell’esecuzione penale, è considerata da alcuni entusiasmante, secondo la logica preferita dal mondo politico, sicurezza = controllo, e quindi massimo controllo = massima sicurezza. L’esperienza però insegna che questo è solo un lato della medaglia. Tale proposta sta sollevando da più parti dubbi e critiche in merito alla effettiva praticabilità e ai suoi risvolti etici.
I dettagli di questa opzione, tesa a rafforzare la sorveglianza dei criminali britannici, ha determinato una forte reazione degli operatori di probation e delle associazione per la tutela dei diritti civili. Per Shami Chakrabarti, direttore di Liberty, intervistato dall'Indipendent, affrontare i problemi della Giustizia in questo modo non solo non faciliterà la riabilitazione di chi commette un reato ma si rivelerà poco utile anche per garantire la sicurezza dei cittadini. Per Harry Fletcher, della National Association of Probation Officers, questa è una delle tante idee che ogni tanto nascono nel dipartimento, ma usare “l’etichettatura elettronica” sulle persone allo stesso modo dei nostri animali domestici non può essere la strada da seguire. Trattare la gente in questo modo non sembra un progresso del sistema.
Tra gli oppositori al progetto c’è chi sostiene che tale tecnologia non è infallibile e non è stata ancora sperimentata a sufficienza. Si prevede che prima o poi compariranno uno o più escamotage che permetteranno di aggirare la sorveglianza, estraendo il microchip o disattivandolo come sostiene Liz McIntyre, esperta in materia di privacy, che un suo collega è già riuscito a compiere una clonazione: “Può scontrarsi con una persona con il microchip e assorbire il suo segnale in pochi secondi”. Altri sostengono inoltre che l’informazione, per quanto utile, è limitata: sapere dove si trova una persona non equivale a sapere cosa sta facendo in quel momento. Un crimine può avvenire anche in una zona non necessariamente etichettata come “pericolosa” (ovvero scuole, parchi giochi e le precedenti abitazioni).

La VeriChip Corp., l’azienda a capo del mercato americano, ha venduto 7000 microchip RFID in tutto il mondo, che a loro dire vengono già oggi usati in differenti settori: sanità, industrie, istituzioni governative. I microchip sono stati anche usati per verificare se un VIP all’entrata di un night club è già registrato: in questo caso il prezzo delle consumazioni viene detratto da un conto prepagato. Ma già si pensa al futuro: impianti che possono vibrare, trasmettere messaggi, scatenare piccoli elettroshock o funzionare da microfono per la ricezione delle conservazioni.
Per Liz Mc Intere, la gente potrebbe stupidamente ignorare tutti questi svantaggi e incubi futuristici dato che l’etichettatura viene proposta per i criminali come gli assassini e gli stupratori. Ma noi potremmo essere i prossimi.
Articolo pubblicato su http://www.wikio.it/ e http://www.radioradicale.it/