Associazione Pappilon Bologna
Un ex detenuto senza casa minaccia di suicidarsi
Bologna 2000, 14 gennaio 2008
Un uomo, originario di Napoli, ex detenuto, e che vive nel centro di accoglienza "Beltrame" di Bologna, ha fatto irruzione oggi pomeriggio verso le 15 nel bookshop della sala Farnese dove ha raggiunto una finestra, pronto probabilmente a buttarsi, ma una dipendente è riuscita a bloccarlo. Per cercare di convincerlo a scendere sono arrivati poi i vigili urbani in servizio a Palazzo D’Accursio, mentre all’esterno erano pronti i vigili del fuoco e i carabinieri. L’uomo, 50 anni, ha chiesto di parlare con politici o giornalisti per denunciare l’espulsione dal centro Beltrame, avvenuta dopo l’ultima lite avuta con un operatore della struttura. Per il weekend sarà ospitato da un altro centro sociale bolognese, mentre da lunedì tornerà al Beltrame.
La clamorosa protesta di un ex detenuto...
Comunicato stampa Papillon Bologna
La clamorosa protesta di un ex detenuto, al quale va tutta la nostra solidarietà, avvenuta sabato scorso 12/01 al palazzo comunale, dovrebbe far riflettere seriamente le istituzioni e la società civile sulle insormontabili difficoltà di reinserimento sociale e lavorativo di che esce dal carcere dopo aver scontato la pena.
Immediatamente dopo l’entrata in vigore dell’indulto la nostra associazione di detenuti sostenne che bisognava approfittare con grande solerzia dell’occasione per mettere mano al Codice Penale e all’Ordinamento Penitenziario con una profonda riforma tesa ad interrompere l’irruzione del penale nel sociale. Quindi a porre fine alla criminalizzazione degli esclusi riconoscendone il devastante danno sociale.
Al contrario gli "imprenditori della paura" di destra e di sinistra, a caccia di facile consenso elettorale, hanno continuato nella loro opera con la promulgazione, ieri e oggi, d’insensati "pacchetti sicurezza" e inasprimento delle pene. C’è persino chi sostiene una restrizione della Legge Gozzini che, a nostro avviso, pur insufficiente, consente di limitare la recidiva nei soggetti che ne usufruiscono; su questo punto le statistiche parlano chiaro.
Nell’immediato casa e lavoro per i detenuti in penalità esterna e per gli ex detenuti sono un punto imprescindibile da risolvere se si vuole più nuovi cittadini consapevoli e responsabili e meno devianza e criminalità sul territorio. È impensabile perciò, come normalmente accade, delegare disinvoltamente al volontariato e alla cooperazione sociale un problema che diviene ogni giorno più grave. È come tentare di svuotare il mare con un cucchiaino.
Quello che occorre è un rapido intervento del Governo su scala nazionale. "L’effetto indulto" è finito da tempo perché nulla o molto poco è stato fatto. 50.000 detenuti, ad oggi, segnano il fallimento delle politiche sicuritarie. Di nuovo oltre 60.000 saranno tra dieci mesi, dato il trend delle nuove entrate. C’è bisogno di aggiungere altro?
Per l’Associazione Papillon Bologna
Il Presidente, Valerio Guizzardi
Bologna 2000, 14 gennaio 2008
Un uomo, originario di Napoli, ex detenuto, e che vive nel centro di accoglienza "Beltrame" di Bologna, ha fatto irruzione oggi pomeriggio verso le 15 nel bookshop della sala Farnese dove ha raggiunto una finestra, pronto probabilmente a buttarsi, ma una dipendente è riuscita a bloccarlo. Per cercare di convincerlo a scendere sono arrivati poi i vigili urbani in servizio a Palazzo D’Accursio, mentre all’esterno erano pronti i vigili del fuoco e i carabinieri. L’uomo, 50 anni, ha chiesto di parlare con politici o giornalisti per denunciare l’espulsione dal centro Beltrame, avvenuta dopo l’ultima lite avuta con un operatore della struttura. Per il weekend sarà ospitato da un altro centro sociale bolognese, mentre da lunedì tornerà al Beltrame.
La clamorosa protesta di un ex detenuto...
Comunicato stampa Papillon Bologna
La clamorosa protesta di un ex detenuto, al quale va tutta la nostra solidarietà, avvenuta sabato scorso 12/01 al palazzo comunale, dovrebbe far riflettere seriamente le istituzioni e la società civile sulle insormontabili difficoltà di reinserimento sociale e lavorativo di che esce dal carcere dopo aver scontato la pena.
Immediatamente dopo l’entrata in vigore dell’indulto la nostra associazione di detenuti sostenne che bisognava approfittare con grande solerzia dell’occasione per mettere mano al Codice Penale e all’Ordinamento Penitenziario con una profonda riforma tesa ad interrompere l’irruzione del penale nel sociale. Quindi a porre fine alla criminalizzazione degli esclusi riconoscendone il devastante danno sociale.
Al contrario gli "imprenditori della paura" di destra e di sinistra, a caccia di facile consenso elettorale, hanno continuato nella loro opera con la promulgazione, ieri e oggi, d’insensati "pacchetti sicurezza" e inasprimento delle pene. C’è persino chi sostiene una restrizione della Legge Gozzini che, a nostro avviso, pur insufficiente, consente di limitare la recidiva nei soggetti che ne usufruiscono; su questo punto le statistiche parlano chiaro.
Nell’immediato casa e lavoro per i detenuti in penalità esterna e per gli ex detenuti sono un punto imprescindibile da risolvere se si vuole più nuovi cittadini consapevoli e responsabili e meno devianza e criminalità sul territorio. È impensabile perciò, come normalmente accade, delegare disinvoltamente al volontariato e alla cooperazione sociale un problema che diviene ogni giorno più grave. È come tentare di svuotare il mare con un cucchiaino.
Quello che occorre è un rapido intervento del Governo su scala nazionale. "L’effetto indulto" è finito da tempo perché nulla o molto poco è stato fatto. 50.000 detenuti, ad oggi, segnano il fallimento delle politiche sicuritarie. Di nuovo oltre 60.000 saranno tra dieci mesi, dato il trend delle nuove entrate. C’è bisogno di aggiungere altro?
Per l’Associazione Papillon Bologna
Il Presidente, Valerio Guizzardi
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