EMERGENZA PENITENZIARIA: CARCERI AFFOLLATE E GRAVI CARENZE DI PERSONALE
(PRIMA) ROMA – “La mancata adozione di provvedimenti strutturali da parte di Governo e Parlamento per modificare il sistema penitenziario contestualmente all’approvazione dell’indulto ha riportato le carceri italiane a livelli di sovraffollamento insostenibili, arrivando oggi ad avere un numero di detenuti pressoché uguale a quello per il quale, poco più di un anno fa, l’80 per cento dei parlamentari italiani decise di approvare il provvedimento di clemenza.
Le coalizioni che si candidano a governare il Paese non posso però tralasciare la grave situazione penitenziaria che si registra oggi nei nostri Istituti di pena, che si ripercuote principalmente sulle donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, e devono quindi porre l’emergenza carceraria tra le priorità di intervento. Il SAPPE, la prima e più rappresentativa Organizzazione sindacale della Polizia Penitenziaria, rinnova quindi l’invito a chiunque vincerà le prossime elezioni di porre la questione penitenziaria tra le priorità d’intervento, prevedendo una modifica del sistema penale – sostanziale e processuale – che renda stabili le detenzioni dei soggetti pericolosi affidando a misure alternative al carcere la punibilità dei fatti che non manifestano pericolosità sociale. Che si trovino soluzioni al problema degli stranieri detenuti (che rappresentano oggi circa il 40 per cento della popolazione carceraria) mediante accordi internazionali che consentano l'espiazione delle pene nei Paesi di origine. Ma soprattutto che si impegnino ad assumere almeno 3.000 nuovi poliziotti penitenziari, stante la grave carenza di Personale che si registra nel Paese”. Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione della Categoria, analizzando i dati penitenziari riferiti al 31 gennaio scorso. “Alla data del 31 luglio 2006, prima dell’approvazione dell’indulto, avevamo nei 207 istituti penitenziari italiani 60.710 detenuti a fronte di una capienza regolamentare pari a 43.213 posti. Approvato l’indulto (Legge n. 241 del 31 luglio 2006), esattamente un mese, e cioè il 31 agosto 2006, il numero dei detenuti presenti in carcere era drasticamente sceso a 38.847 unità. Gli ultimi dati, riferiti al 31 gennaio 2008, attestano la presenza di 49.963 detenuti presenti (ben oltre la capienza regolamentare pari a 43.242 posti), un trend velocemente in ascesa se si pensa che un mese prima, il 31 dicembre 2007, i detenuti erano 48.693 – dunque circa 1.500 detenuti in più in soli 30 giorni! – e nello stesso mese dello scorso anno, 31 gennaio 2007, erano 39.827. E si consideri che i detenuti che materialmente uscirono dal carcere per effetto dell’indulto sono stati circa 27mila, a cui bisogna aggiungere quelli che ne hanno beneficiato pur non essendo fisicamente in un penitenziario: circa 6.800 che fruivano di una misura alternativa alla detenzione, circa 200 già usciti dal carcere per l’indultino del 2003 e 250 minori. E sul fronte Personale i dati sono altrettanto allarmanti. La differenza tra il Personale di Polizia Penitenziaria effettivamente in forza e quello previsto registra una carenza di 4.425 Agenti uomini e 335 Agenti donne. Le carenze di Baschi Azzurri più consistenti si registrano in Lombardia (circa 1.200 unità), Piemonte (900) Emilia Romagna, Toscana, Veneto e Liguria. Anche il Personale amministrativo e tecnico è fortemente sotto organico di ben 2.300 unita! ” “Il confronto tra queste cifre” conclude Capece “dimostra inequivocabilmente che chiunque vincerà le prossime elezioni deve porre la questione penitenziaria tra le priorità d’intervento”. (PRIMA)
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