L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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lunedì 26 maggio 2008

Giustizia:-Con "pacchetto sicurezza" introdotti 23 nuovi reati

di Andrea Maria Candidi

Il Sole 24 Ore, 26 maggio 2008

Ventitré nuovi reati. Tra figure ad hoc e aggravanti è questo l’impatto dei provvedimenti varati per l’emergenza Ventitré tra nuovi reati e inasprimenti di pena. Dall’aumento dei massimi di reclusione per il pirata della strada che commette omicidio colposo ai cinque anni di galera che rischia chi organizza le barricate per ostacolare le operazioni di smaltimento dei rifiuti. Alcuni reati scattano immediatamente, altri sono in attesa del vaglio parlamentare dove comunque i numeri della maggioranza che sostiene l’esecutivo dovrebbero garantire un percorso senza intoppi.

La ricetta del Governo per fronteggiare l’emergenza sicurezza, ma non solo, riparte dunque dallo spettro del carcere come strumento deterrente. Quattro provvedimenti, sui sei che compongono il pacchetto (due decreti legge, un disegno di legge e tre decreti legislativi di attuazione di altrettanti provvedimenti Ue), intervengono più o meno direttamente sul Codice penale (si veda la tabella a fianco).

Mentre la norma più controversa dell’intero progetto, quella che dovrebbe punire con il carcere da sei mesi a quattro anni l’immigrazione clandestina, è stata alla fine relegata nel limbo del Parlamento cui l’Esecutivo ha affidato il disegno di legge. Il decreto legge con le misure urgenti contiene la metà della proposta repressiva incidendo in primo luogo sul comportamento alla guida di veicoli.

Torna così a commettere reato, punito con un’ammenda e l’arresto fino a un anno, chi si rifiuta di sottoporsi al test dell’etilometro, violazione che l’estate scorsa l’ex ministro Bianchi aveva depenalizzato. Aumentano poi i massimi di pena per chi al volante investe, qui la gradazione delle sanzioni dipende dal tipo e dalla gravità della lesione provocata, fino al decesso, e cambia anche in base alle condizioni di chi è alla guida.

Ad esempio, a prescindere dalle misure accessorie quali la sospensione o il ritiro della patente e il sequestro del veicolo, per l’omicidio colposo provocato alla guida in stato di ebbrezza la pena ora prevista varia da 3 a 10 anni dietro le sbarre (prima da 2 a 5). Il pugno duro del Governo colpisce anche chi si sottrae dal prestare i primi soccorsi in caso di incidente stradale, sebbene l’aumento sia solo nei minimi della pena.

Nel capitolo delle norme che entrano subito in vigore trovano spazio anche le prime misure contro l’immigrazione clandestina e, soprattutto, contro chi favorisce la permanenza dello straniero irregolare. È ora infatti sanzionato pesantemente chi affitta (o comunque cede a qualunque titolo oneroso) un immobile a uno straniero che soggiorna irregolarmente in Italia. La pena è della reclusione da 6 mesi a 3 anni, mentre l’eventuale condanna comporta l’automatica confisca dell’immobile.

Stesso destino, poi, per gli stranieri comunitari ed extracomunitari condannati alla reclusione superiore a 2 anni: in questi casi il giudice dispone l’espulsione (per gli extracomunitari) o l’allontanamento (per i comunitari). Il Dl ha dunque abbassato da 10 a 2 anni la soglia della condanna mentre la pena per chi trasgredisce l’ordine del giudice è rimasta invariata (reclusione da 1 a 4 anni). Il Dl sull’emergenza rifiuti introduce invece tre nuove fattispecie per punire l’intralcio all’azione di gestione dei rifiuti o reca danno agli impianti di smaltimento.

Ad esempio, l’ostacolo alle operazioni è equiparato all’interruzione di pubblico servizio cui si applica l’articolo 340 del Codice penale e dunque la reclusione fino a un anno (che sale fino a 5 anni per chi organizza o promuove le azioni di disturbo). Affidati al Parlamento, oltre all’immigrazione clandestina, anche l’accattonaggio (l’impiego di minori dovrebbe essere punito anche con tre anni di carcere) e l’aggravante per i reati contro minorati psichici (aumento di pena da un terzo alla metà). Chiude il viaggio nel giro di vite governativo l’aggiornamento delle restrizioni alla libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea: chi rientra in Italia dopo il divieto che accompagna il provvedimento di allontanamento rischia ora da uno a quattro anni di galera.